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 2011  luglio 15 Venerdì calendario

Anche se il Senato ha approvato la manovra a tempo di record, la giornata non è stata buona. Il differenziale tra Btp e Bund è tornato a quota 300 e questo ha spinto giù di un punto piazza Affari

Anche se il Senato ha approvato la manovra a tempo di record, la giornata non è stata buona. Il differenziale tra Btp e Bund è tornato a quota 300 e questo ha spinto giù di un punto piazza Affari. La velocità di approvazione (stasera dovrebbe esserci il via libera della Camera) e l’entità della revisione operata da Tremonti sul testo dovrebbero servire a fermare i mercati, a persuaderli che non ha senso far la guerra all’Italia, e di conseguenza all’euro. Napolitano si è congratulato per il rispetto degli strettissimi tempi previsti e ha giudicato “irresponsabili” tutte le illazioni sul toto-ministri, specie i pettegolezzi che dànno Tremonti in uscita, magari per andare agli Esteri, e in arrivo al suo posto Mario Monti o Bini Smaghi. Mentre l’opposizione continua a sostenere che lunedì il governo dovrebbe dimettersi e Berlusconi continua a restare tappato in casa, a favore dei conti italiani ha parlato ieri persino Bernanke, il capo della Federal Reserve, di fronte al Senato americano. I mercati, però, non dànno retta né a Bernanke né a Tremonti. Il quale giustamente ieri, parlando al Senato, ha sostenuto che il pareggio di Bilancio va inserito, come un obbligo, nella Costituzione. E ha ricordato che sul Titanic non si salvò nessuno, neanche i passeggeri di prima classe (in realtà si salvarono in parecchi, ma non perché stavano in prima classe).

A questo punto come è fatta la manovra? Possiamo dirlo perché tanto la Camera oggi non modificherà una virgola.
Il punto più importante riguarda la riforma fiscale. O sarà varata entro il 30 settembre 2013, garantendo 14,7 miliardi in più allo Stato, oppure si interverrà linearmente sulle agevolazioni fiscali.

Che significa “linearmente”?
Significa che saranno tagliate tutte allo stesso modo figli a carico, spese mediche eccetera. 5% nel 2013 e 20% a partire dal 2014. Totale: 20 miliardi a regime (4 miliardi nel 2013).

Questo rappresenta un aumento della pressione fiscale, no? Tutto il contrario di quello che Berlusconi aveva promesso.
Se si farà la riforma – che si propone di risparmiarte denaro soprattutto sulle pensioni d’invalidità fasulle – questi tagli non ci saranno.

Che altro prevede il decreto legge?
Si anticipa al primo gennaio 2013 (doveva scattare dal 2014) l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita. Si andrà in pensione tre mesi più tardi a partire dal 1° gennaio 2013, poi dal dal 2016 vi saranno adeguamenti di quattro mesi ogni tre anni fino al 2030 e ogni tre mesi fra il 2030 e il 2050. Confermato il contributo di solidarietà per chi ha pensioni superiori ai 90 mila euro lordi l’anno bisognerà versare il 5% della parte eccedente i 90 mila euro e il 10 per cento della parte eccedente i 150 mila. Per quello che riguarda lo stop all’indicizzazione, la norma è stata ammorbidita per i livelli più bassi: sotto il 1.428 euro al mese indicizzazione piena, tra 1.428 e 2.380 indicizzazione al 70%, al di sopra nessuna indicizzazione. È stata ammorbidito per le fasce bassa anche il bollo sui conti-titoli. Chi ha meno di 50 mila euro continuerà a pagare 34,2 euro. Tra 50 e 150 mila 70 euro. Tra 150 e 500 mila 780 euro. Sopra il mezzo milione 1.100 euro. I conti titoli in Italia sono 22 milioni, nei primi due anni lo Stato incasserà 897 mila euro, dopo il 2013 due milioni e mezzo di euro all’anno. Vanno a regime gli aumenti delle accise sui carburanti, quei sei centesimi di una decina di giorni fa che dovevano essere provvisori. Una riforma importante riguarda i piccoli comuni: dovranno associarsi già dal 2011 per l’espletamento di almeno due delle funzioni fondamentali loro spettanti. Entro il 2012 dovranno esercitare in forma associata quattro funzioni fondamentali ed entro il 2013 tutte e sei le funzioni fondamentali loro spettanti. Questa norma potrebbe preludere a un accorpamento degli ottomila comuni. Il loro dimezzamento – come si auspica da molti – consentirebbe risparmi notevoli. È uno dei punti relativi ai cosiddetti costi della politica, i cui tagli continuano a essere rimandati alla prossima legislatura. Infine c’è il ticket sulla Sanità, una misura che ancora nel 2006 (essendo Prodi al governo) Tremonti aveva criticato con parole accorate. Dieci euro sulla diagnostica e sulla specialistica, 25 euro sui codici bianchi del pronto soccorso.

Quando scatta?
Lunedì prossimo. Il ministro della Salute Fazio giura che le fasce deboli saranno protette [vedi anche le notizie del 18 luglio][Giorgio Dell’Arti, Gds 15/7/2011]