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 2007  agosto 21 Martedì calendario

Il fidanzato della ragazza ammazzata in casa a Garlasco (Pavia) ha ricevuto un avviso di garanzia

Il fidanzato della ragazza ammazzata in casa a Garlasco (Pavia) ha ricevuto un avviso di garanzia...

• Ah, allora hanno trovato l’assassino.
Calma, l’avviso di garanzia è una garanzia per chi viene indagato e non significa affatto che tu sia colpevole. Semplicemente, il magistrato ti informa che, nella tale inchiesta, è costretto a fare indagini anche su di te.

• Perché deve informarti?
Se non ti informa, non può compiere certi atti. Per esempio, non ti può perquisire casa e non ti può sequestrare la macchina, cosa che ieri i carabinieri hanno fatto nei confronti di Alberto Stasi, il fidanzato della povera Chiara Poggi. L’avviso di garanzia dà a Stasi il diritto di nominarsi un difensore e di tenerselo vicino in tutti i passaggi successivi. Stasi fino ad ora è stato interrogato tre volte e ogni volta per molte ore. Poiché era solo persona informata dei fatti, cioè un testimone, non aveva bisogno di un difensore. Adesso invece...

• Si può almeno dire che è sospettato?
Questo si può dire, sì: sospettato. Ma non incriminato. Del resto, lo hanno sospettato tutti fin dal primo istante, al punto che anche una zia di Chiara, la prima parente della ragazza ad essere capitata tra le mani dei giornalisti, ha detto subit « impossibile che sia stato Alberto, si amavano tantissimo, era una storia bellissima». I genitori hanno poi ribadito che la storia tra i due era perfetta, che Alberto è perfetto, se lo sono tenuto vicino ai funerali l’altro giorno, hanno ripetuto a tutti: «Non è stato lui, ci mettiamo la mano sul fuoco». Quello che i carabinieri e i magistrati hanno lasciato capire ai giornalisti è effettivamente che i due sembrano una coppia perfetta, lei laureata in Economia con 110 e lode, di due anni più grande, già impiegata come stagista all’Esatri di Milano. Lui laureando a settembre, alla Bocconi. Forse un po’ geloso. Ma a parte questo, niente. Avendo libera la casa di via Pascoli perché i genitori di lei erano in vacanza in Trentino, hanno avuto la delicatezza di dormire ciascuno a casa sua per non profanare il letto matrimoniale di mamma e papà. Capisce la delicatezza dei sentimenti? E in questo clima da Mulino Bianco, ti capita un ammazzamento ferocissimo, quattro mazzate in testa inferte non appena lei ha aperto la porta di casa: una subito sulla tempia appena sopra l’occhio sinistro, poi un’altra alla guancia destra, poi una terza alla nuca probabilmente mentre lei scappava e infine la quarta, decisiva, data con una tale potenza da spaccarle la testa e far schizzare dappertutto il cervello. Questo si chiama odio, caro mio. L’assassino non ha portato via niente, cioè non aveva interessi materiali. Ho detto l’assassino, e avrei anche potuto dire l’assassina.

• Ho visto in televisione le due sorelle gemelle...
Piano, ancora una volta piano. Una delle due gemelle, Paola, cammina con le stampelle perché s’è fatta male. L’altra, Stefania, ha passato la mattinata al telefono con l’amica Lucrezia. Due ore di chiacchiere, più o meno nel momento del delitto, alla fine delle quali è andata in piscina. L’idea che possa essere stata una donna si basa su una bicicletta nera da donna vista – anche se con qualche incertezza – da due testimoni: stava parcheggiata sul muro esterno della villa di via Pascoli. Poi ci sono impronte di scarpe, che potrebbero anche essere femminili. Si stanno esaminando certe scarpe da ginnastica trovate in casa di Alberto. Alberto, secondo gli inquirenti, aveva le scarpe troppo pulite. Lei sa che il giovane racconta di aver chiamato la fidanzata cinque volte, quella mattina, e di non aver avuto mai risposta. Poco prima delle due, sarebbe andato a vedere. Avrebbe trovato la porta chiusa, ma non a chiave, sarebbe entrato e, dopo aver girato un po’ qua e un po’ là, avrebbe infine trovato il corpo in fondo alle scale della tavernetta. Gli inquirenti dicono che il pavimento era pieno di sangue e che sarebbe stato impossibile non sporcarsi le scarpe. Il ragazzo invece le aveva pulite. Poi lui ha detto d’essersi spaventato davanti al volto bianchissimo dell’amata. Ma il volto dell’amata era in realtà pieno di sangue, cioè molto rosso. Queste sono le due contraddizioni più forti che il magistrato e i carabinieri hanno reso note ai giornalisti. Poi c’è il mistero della quarta telefonata, quella delle 13.27.

• Che mistero?
Alla quarta telefonata, ore 13.27, qualcuno dall’altra parte ha risposto e subito riattaccato. Un silenzio di quattro secondi. Chiara era già morta, dunque chi ha sollevato la cornetta? Se non fosse un errore Telecom o se non fosse un dispositivo automatico impiantato per ingannare i ladri, ci sarebbe una sola spiegazione: chi ha chiamato col cellulare stava vicino al telefono fisso, quello ricevente, e al primo squillo ha alzato la cornetta e l’ha subito riabbassata. Mettere dubbi sull’ora del delitto poteva anche essere una buona idea. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/8/2007]