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 2007  agosto 25 Sabato calendario

Ultime notizie da Garlasco: i carabinieri adesso ipotizzano che il killer sia entrato in casa non dalla porta principale, ma da quella di servizio, quella che comunica col garage

Ultime notizie da Garlasco: i carabinieri adesso ipotizzano che il killer sia entrato in casa non dalla porta principale, ma da quella di servizio, quella che comunica col garage. Qui si sarebbe impossessato di un “attrezzo”, secondo l’espressione adoperata dalla procura, e con questo “attrezzo” avrebbe colpito Chiara, trascinandola poi dalla porta d’ingresso – verso la quale la ragazza si sarebbe diretta per fuggire – alle scale che portano in cantina.

• Quindi potrebbe essere uno che non apparteneva al giro di Chiara. Come ha detto lei ieri.
Gli inquirenti stanno vagliando la pista di un incontro casuale che Chiara potrebbe aver fatto sull’autobus che ogni giorno la portava a Milano per lavoro.

• E Alberto, il fidanzato indagato?
Si sa che ha raccontato al giudice di un’antipatia assai forte tra Chiara e sua cugina Stefania Cappa. Non si sa se questo sentimento di antipatia – o di “odio”, come ha voluto scrivere qualche giornale – serva a qualcosa ai fini delle indagini. Lei ricorderà che Stefania Cappa e la sua sorella gemella Paola, appena seppero che la cugina era stata ammazzata, realizzarono un fotomontaggio mettendo insieme le immagini di se stesse vestite di rosso con una foto della povera morta a cui il vestito – bianco in partenza – venne pure ritoccato in rosso. Questo – e un memoriale firmato “Paola Cappa” e apparso sul settimanale “Oggi” – suscitarono un’universale esecrazione, parendo alla stragrande maggioranza degli osservatori – anche in base ad altre smanie esibizionistiche manifestate dalle due in passato – che questo fosse un modo cinico e astuto di andare in cerca di notorietà. L’arrivo l’altro giorno a Garlasco del fotografo Fabrizio Corona, reso celebre dallo scandalo detto “Vallettopoli”, aumentò la sensazione generale che la tragedia di Garlasco stesse progressivamente scivolando verso la forma di un surreale reality-show, in cui la memoria della povera morta e la coscienza della gravità di quanto accaduto venivano progressivamente sommerse dal chiacchiericcio insulso tipico delle cronache rosa. Le due sorelle – varie volte intervistate – si scagliarono contro i giornalisti, definendoli “cattivi” e imputando loro di aver volutamente travisato gesti che volevano essere solo di pietà (il taroccamento delle foto).

• Ieri non se l’è presa con i giornalisti anche il giudice?
Sì, ieri il procuratore generale di Vigevano, Alfonso Lauro, ha chiesto alla stampa «di fare un passo indietro per non pregiudicare l’esito delle indagini». «Vi chiedo – ha aggiunto – di non sbattere il mostro in prima pagina quando, allo stato, non ci sono le prove per farlo. Il compito dell’informazione è portare a conoscenza della gente i fatti che avvengono. Costruire ipotesi e indicare probabili e possibili responsabili serve solo ad appagare la curiosità morbosa della gente».

• Ha ragione, no?
No, ha torto. E si sta perdendo tempo. Non so in che modo i giornalisti intralcerebbero le indagini. La gente poi è curiosa perché homo sapiens è curioso. Non sa il procuratore che siamo scimmie africane? Che abbiamo sostituito lo spulciamento reciproco, tipico dei primati, con la chiacchiera da cortile? Che i giornali sono per definizione chiacchiera da cortile? Che andavano pazzi per la chiacchiera da cortile – solo per dirne due – Musil e Proust? I quali chiedevano storie, storie e storie e a quelle storie si ispiravano per i loro romanzi? Alle spalle di un grande direttore di un grande quotidiano c’era il seguente cartell «Non fare il furbo. Racconta». Come ho detto ieri, i giornalisti possono essere accusati solo di scrivere male o di dir bugie. Il resto è malafede. Il procuratore è in malafede. Nessuno ha accusato Alberto di essere l’assassino. Tutti abbiamo spiegato che l’avviso di garanzia non significa niente, eccetera. Costruire ipotesi senza diffamare nessuno, per un giornalista, alla fine è un dovere.

• E questo schifo di Corona che va lì a tentare di fare il servizio con le gemelle?
Corona, intanto, è il prodotto di un magistrato che «ha scritto male» la sua inchiesta, tirando fuori un’ipotesi di reato che fa ridere. Leggere, per conferma, l’intervista di Fabrizio Ferri – un fotografo-artista – a Vittorio Zincone sul Magazine del Corriere. Se Corona è andato a Garlasco per tentare di realizzare un servizio con le gemelle non possiamo farci niente. Non solo è un suo diritto, ma l’esistenza di giornali che pubblicano servizi di quel tipo ci garantisce che la libertà di stampa esiste. Se invece Corona è andato lì per farsi pubblicità, come è quasi certo dato che ha fatto di tutto per essere notato (ha infatti un marchio da far conoscere), possiamo al massimo provare pena per questo esibizionismo di cattivo gusto. Senza però farla troppo lunga: gli stessi quotidiani che si sono strappate le vesti, hanno fatto partire il pezzo dalla prima pagina. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 24/8/2007]