La Gazzetta dello Sport, 5 luglio 2011
Ultime dai distributori di benzina: alle pompe Esso siamo arrivati al prezzo record di 1,613 euro per un litro di verde (rilevazioni di “Staffetta quotidiana”)
Ultime dai distributori di benzina: alle pompe Esso siamo arrivati al prezzo record di 1,613 euro per un litro di verde (rilevazioni di “Staffetta quotidiana”). “Quotidianoenergia” fa sapere che nel fine settimana Q8 ha aumentato di mezzo centesimo sia la benzina che il diesel, TotalErg di 1,1 centesimi la verde e di 0,6 il gasolio. La media a livello paese è a questo punto di 1,581 euro/litro (impianti Eni) con le no logo a 1,499. Diesel: impianti Eni a 1,459, impianti Shell 1,476 ( no logo 1,374). Gpl: 0,738 Eni, 0,757 IP.
Insomma, botte da orbi.
Bisogna anche tenere conto del fatto che il governo,
lo scorso 28 giugno, ha caricato 2 centesimi per finanziare l’emergenza legata
all’arrivo in massa degli immigrati dall’Africa, e dal primo luglio altri 4
centesimi, previsti nel decreto Omnibus, per finanziare la cultura. Le accise
da sole valgono 61,3 centesimi sul prezzo finale, cioè siamo intorno al 40%.
Adusbef e Federconsumatori hanno calcolato che lo Stato incasserà un +864
milioni sulla benzina e un +1.800 milioni sul gasolio, per un importo
complessivo di due miliardi e 664 milioni.
Potremmo naturalmente rinunciare alla macchina…
E sarebbe un’ottima idea. Solo che è in aumento un
po’ tutto, traghetti, collegamenti con le isole e in genere l’intero sistema
dei trasporti. Si potrebbe dire: se ne approfittano perché comincia la stagione
delle vacanze, cioè aumentano i prezzi quando un po’ tutti si apprestano a
partire. Se lei me lo chiedesse, le risponderei: è proprio così, e accade tutte
le estati. Benché sia odioso, è persino regolare: quando cresce la domanda,
crescono i prezzi, e non s’è mai verificato il contrario da che mondo è mondo.
Ci metta che il governo ha fatto sapere in che consiste la stangata sulle auto
di grossa cilindrata (10 euro per ogni chilowatt di potenza superiore ai 255) e
che ha (forse) tagliato del 30% gli incentivi alle energie rinnovabili, cercando così
di far scendere la bolletta energetica ma depirmendo, si suppone, gli investimenti
nell’eolico e nel solare. Il quadro è insomma in gran movimento. Secondo le
associazioni dei consumatori, l’insieme degli aumenti produrrà un maggior
carico di 488 euro annui sul bilancio familiare.
Sa qual è il vero punto? È che non abbiamo la
minima idea se, a parte la crescita della domanda, questi aumenti siano
giustificati o no. Quando parlano i petrolieri si sentono le solite cose: la
rete distributiva fatta male, il prezzo del petrolio che sale, eccetera. La
tentazione è naturalmente di non credere a nessuno.
A proposito, nella manovra del governo relativa ai
tagli, che ieri è finalmente arrivata sul tavolo di Napolitano, c’è anche la
regola che ogni distributore di benzina deve avere il suo self service. I
gestori potranno vendere altri generi di consumo, ma non le sigarette. Sono
anche stati stanziati dei soldi per chiudere impianti inefficienti o non
redditizi, che dovranno essere individuati dai comuni. Questo migliorerà la
rete? Ah, saperlo... Sul fatto che siamo inermi davanti alle compagnie
petrolifere e che comunque ce la contino siamo costretti a bercela, ci vorrebbe
forse un’Authority dedicata al sistema dei trasporti. Mi immagino che la lobby
del petrolio sarebbe contrarissima. In ogni cas Tremonti ha tagliato anche
gli stipendi delle Authority…
Ma il prezzo del petrolio è salito o no?
Sul prezzo del petrolio c’è tensione. In Asia è
costantemente in rialzo, il Brent del Mare del Nord sta quasi a 112 dollari… Sa
qual è il problema? Che la Grecia non è andata in default e probabilmente per
un po’ di tempo tirerà avanti. Questo significa che la recessione è più
lontana. E se non arriva la recessione, il prezzo del petrolio non può
scendere.
Cioè, l’aumento del prezzo del petrolio sarebbe
un indice di buona salute?
Quando un paese sta bene consuma, e se consuma vuole
energia, e se vuole energia chiede petrolio, e se chiede petrolio il prezzo del
petrolio aumenta. Quindi, effettivamente, potrei dirle: il prezzo del petrolio
aumenta? Evviva, vuol dire che siamo in buona salute. Pensi che scontiamo la
buona salute degli stessi paesi petroliferi, cioè dei produttori: le cose gli
vanno bene, quindi consumano, quindi si tengono il petrolio per usi interni e
lo esportano di meno… Il punto è che non si raggiunge mai un prezzo di fronte
al quale i consumi calino di colpo. E fino a che non ci si arriva…
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 5 luglio 2011]