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 2008  aprile 28 Lunedì calendario

Il rumeno che vicino a Verona è scappato lasciando dietro di sé due cadaveri è anche un caso politico

Il rumeno che vicino a Verona è scappato lasciando dietro di sé due cadaveri è anche un caso politico. C’è un sindaco - leghista - che ha chiesto la pena di morte o almeno l’ergastolo. Il primo ministro di Bucarest, Calin Toriceanu, ha telefonato a Berlusconi e quel governo ha poi emesso un comunicato in cui si sostiene che i crimini commessi dai rumeni in Italia vanno puniti con la massima severità. Un altro comunicato è stato diffuso dalla Lega dei rumeni in Italia. Il loro presidente, Marian Mocanu, ha dichiarato: «Ora dobbiamo abbassare la testa...».

• Veramente avevo capito che i due morti della villetta non erano stati rapinati... una faccenda sessuale. O no?
Sì, finora si è capito questo. Siamo a Lugagnano di Sona, pochi chilometri da Verona, ottomila abitanti. Gente che sta bene e che appena può si costruisce la villetta unifamiliare, col giardino e, possibilmente, la piscina. Tra questi, c’è Luigi Meche, 60 anni, una piccola ditta specializzata nella tinteggiatura delle case. andato in pensione e ha lasciato l’aziendina a un nipote. sposato con Luciana Rambaldo, 57 anni, magliaia. Non hanno figli. Si godono il riposo dopo una vita di lavoro apparentemente senza problemi e senza patemi. Lui è un tipo allegro e continua a darsi da fare. Se qualche amico lo chiama, va a fare ancora lavori di imbiancatura. Per questo assume ragazzotti rumeni, che tratta da compagnone e che paga in nero. Ultimamente stava con lui questo Claudiu Stoleru di 20 anni, con i documenti in via di sistemazione, magrolino, piccolino. Mercoledì scorso, verso le tre del pomeriggio, Luciana va a fare la spesa al supermercato “La Grande Mela”, a dieci minuti da casa. Torna e comincia a caricare la spesa in cucina... Dopo di questo non si sa più niente con certezza. Dopo di questi ci sono direttamente i cadaveri.

• Cioè?
Cioè tutto quello che accade da questo momento in poi è sottoposto a verifica, è chiaro solo in parte e comunque solo per grandi linee. Dopo le 16,30 nessuno vede più i coniugi Meche e alle nove di sera, quando Simone Veronesi di 32 anni, il nipote che ha avuto in regalo l’aziendina, telefona allo zio, nessuno gli risponde. Telefona ancora, varie volte. A mezzanotte si allarma e va a vedere, con un amico. Trova lo zio cadavere in garage con le mani legate dietro la schiena, la testa e un braccio fracassati da quindici martellate. E poi scopre la zia in camera da letto, coperta solo da una maglietta che le è stata tirata fin sopra il seno, nuda nella parte di sotto, con la gonna e le mutandine poggiate da un lato. Parte subito la caccia a Claudiu, che è sparito e viene trovato a Civitavecchia. Si sta imbarcando per Olbia.

• Appunto. Ho sentito che questo Claudiu ha parlato di giochi a tre.
No, no. Finora è stato interrogato due volte. La prima volta ha detto che Luigi lo molestava sessualmente, lo aveva già costretto a qualche prestazione e mercoledì pomeriggio, dopo che erano stati a tinteggiare la cancellata esterna della villetta, lo ha portato in casa, gli ha offerto del limoncello e ci ha riprovato. Lui - pieno di schifo - lo ha preso a martellate. Questa parte del racconto è giudicata molto plausibile.

• E la moglie?
Il rumeno sostiene di non entrarci per niente. Nel secondo interrogatorio ha detto confusamente che Luigi avrebbe preteso che i due consumassero un rapporto davanti a lui. Ma questo racconto non fila come il primo. Gli inquirenti pensano che l’ipotesi più probabile è che la moglie, tornata dal supermercato, abbia scaricato un primo sacchetto della spesa, poi sia andata in garage a chiedere aiuto al marito e abbia sorpreso il ragazzo col martello in mano e Luigi massacrato. Claudiu allora le avrebbe dato un colpo in testa, poi l’avrebbe trascinata in camera da letto e soffocata. Quindi l’avrebbe svestita per simulare una violenza sessuale.

• E perché adesso non ammetterebbe la responsabilità anche di questo secondo delitto?
Beh, uccidere per difendersi da un’aggressione sessuale consente di invocare parecchie attenuanti. Ammazzare un testimone per cercare di farla franca è invece tutt’altra cosa. Se le cose sono andate così, Claudiu dovrebbe aver parcheggiato la macchina che Luciana aveva lasciato in seconda fila per scaricare la spesa. Il Ducati di Luigi impediva infatti l’accesso al garage. Abbastanza freddo per far questo, ma non abbastanza per simulare almeno la rapina. Da casa non manca niente e Luciana, che è morta dopo il marito, non ha avuto rapporti sessuali prima di spirare. Oggi il rumeno viene interrogato di nuovo. Domani ci saranno i funerali dei due coniugi morti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/4/2008]