La Gazzetta dello Sport, 2 luglio 2011
Dominique Strauss-Khan non è più agli arresti domiciliari, la cameriera che lo ha accusato di stupro è una bugiarda, i media del mondo, il sistema giudiziario americano e i politici francesi sono in fibrillazione
Dominique Strauss-Khan non è più agli arresti domiciliari, la cameriera che lo ha accusato di stupro è una bugiarda, i media del mondo, il sistema giudiziario americano e i politici francesi sono in fibrillazione. I giornali, sedotti dal contrasto tra un signore potentissimo e una povera cameriera d’albergo giunta negli States dalla Guinea, hanno forse messo alla gogna troppo presto l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale (che ha perso il posto per questa storia). Il sistema giudiziario americano ha probabilmente strattonato e maltrattato il presunto colpevole – mostrandolo alle tv in manette – con scarso garantismo e poca lungimiranza. In Francia infine Strauss-Kahn potrebbe tornare a correre per le presidenziali. Deve prima però riuscire a partecipare alle primarie del partito socialista. I termini per la presentazione delle candidature scadono il prossimo 13 luglio.
Tutto questo
significa che la storia dello stupro all’hotel Sofitel è una balla? La
cameriera ha inventato tutto?
È ancora presto per dirlo. Il fatto che il
procuratore Cyrus Vance abbia convocato all’improvviso un’udienza, ridato la
libertà all’accusato e restituito anche la cauzione di un milione di dollari e
deciso il dissequestro di una casa da cinque milioni vuol dire che l’accusa
crede meno di prima al suo testimone, l’africana 32 enne la cui identità è
stata rigorosamente protetta e che è stata battezzata, per convenzione,
Ophelia. Ophelia è meno credibile perché ha mentito agli inquirenti sulla
storia della sua vita, sul modo con cui è arrivata negli Stati Uniti, e anche
sul dopo-stupro. Ophelia aveva raccontato di aver avuto un marito in Guinea,
oppositore politico di quel regime, finito in carcere e morto per le torture.
Falso. Non ha spiegato come è passata da un posto di sguattera in una bettola
del Bronx a quello di cameriera in uno degli hotel di maggior prestigio del
mondo. L’altro giorno il “New York Times”, al termine di un’inchiesta in cui ha
impegnato tre giornalisti (e che non era stata orientata in partenza), ha
rivelato che Ophelia ha avuto contatti per tutto l’anno con personaggi
coinvolti nel traffico di droga. A uno di questi ha telefonato lo stesso giorno
dello stupro per discutere di come trarre vantaggio da quello che le era
capitato. Questo tizio è uno di quelli che negli ultimi due anni ha versato sul
suo conto un totale di centomila dollari. In un confronto incrociato tra i due
team di avvocati, la squadra della ragazza sarebbe stata fatta a pezzi da quella
di Strauss-Kahn. L’avvocato Benjamin Brafman, uscendo dall’udienza che ha
liberato il francese, ha dichiarat «Abbiamo fatto passi da gigante». Kenneth
Thompson, avvocato di Ophelia, ha ribattut «Le accuse alla mia cliente sono
solo bugie. L’aggressione sessuale c’è stata. Nessun particolare delle sue
dichiarazioni è cambiato».
In effetti, aver mentito sul suo passato non
prova che la donna sia stata bugiarda anche sulla violenza carnale.
Il problema è che la violenza carnale, se non ha
lasciato segni inequivocabili sul corpo, è molto difficile da provare. Che tra
i due ci sia stato un rapporto sessuale è fuor di dubbio. Ma Strauss-Kahn
sostiene che è stato un rapporto consenziente. È grave la telefonata in cui
Ophelia ragiona su come sfruttare la storia che le è capitata.
In questa nuova versione dei fatti, l’ex
presidente del Fmi sarebbe caduto in una trappola?
Una prima ipotesi è che la ragazza sapesse con chi
aveva a che fare e ne abbia approfittato.
Può una cameriera africana essere così bene informata
da riconoscere la faccia di un banchiere potentissimo, sì, ma in definitiva
noto solo a chi si occupa di certi argomenti?
La cosa non è assurda, perché in Guinea i potenti di
Francia sono molto noti, la Guinea – ex colonia di Parigi – segue con accanimento
la politica transalpina.
Però Ophelia potrebbe anche essere la pedina
mossa da qualcuno a cui Strauss-Khan dava fastidio.
Sì, anche questa è una tesi che circola con forza
già oggi. Strauss-Khan, socialista, sarebbe stato un direttore del Fondo
Monetario sgradito alle banche. Il Fondo Monetario è sempre stato il braccio
finanziato degli amerikani con la k, quelli che, con l’accusa di prestar soldi
agli stati, ne determinano la vita e la morte. Il presidente francese era
favorevole all’estinzione del debito del Terzo Mondo e, sulla Grecia, ha
assunto una posizione difensiva di quel Paese, una posizione che non escludeva
di far pagare alle banche le conseguenze della crisi esplosa nel 2007. In
questo caso Ophelia sarebbe la marionetta dei banchieri. Al posto di
Strauss-Khan, appena due giorni fa, il Fmi ha messo Christine Lagarde, una
francese seguace di Sarkozy che ha lavorato molto negli Stati Uniti. Dal punto
di vista delle banche, di sicuro meno pericolosa
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 2 luglio 2011]