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 2008  maggio 01 Giovedì calendario

Ieri Repubblica ha stampato la lettera che una signora «dell’area vesuviana» ha intenzione di mandare al presidente Napolitano e che intanto ha fatto avere al quotidiano

Ieri Repubblica ha stampato la lettera che una signora «dell’area vesuviana» ha intenzione di mandare al presidente Napolitano e che intanto ha fatto avere al quotidiano...

• Di che si tratta?
La signora ha 29 anni, si è quasi laureata in Scienze politiche perché ha fatto 18 esami su 22, poi ha collaborato a un giornale senza prendere una lira, adesso fa la commessa in un negozio di informatica, ma non l’hanno regolarizzata. Nel frattempo s’è messa con un ragazzo cubano di 25 anni, diplomato all’Accademia, cioè un artista che però si adatta a fare l’apprendista sempre nel campo dei computer. Gli dànno 500 euro. Totale dei redditi di questa coppia: 1300 euro. Se la cavano perché vivono ospiti di una vecchia zia.

• Dov’è il problema?
Lei è rimasta incinta e ha deciso di abortire. La data dell’intervento è già fissata per il 27 maggio. La legge lo consente e non ci sono apparentemente problemi. Però la ragazza soffre e non si perdona il momento di distrazione che ha reso possibile il concepimento. Scrive perciò: «Presidente, ora devo scegliere se essere egoista e portare a termine la mia gravidanza sapendo di non poter garantire al mio piccolo neppure la mera sopravvivenza, oppure andare su quel lettino d´ospedale e lasciare che qualcuno risucchi il mio cuore spezzato dal mio utero sanguinante, dicendo addio a questo figlio che se ne andrà per sempre». Ha scelto Napolitano perché è la massima istituzione dello Stato, ma fino a questo momento il presidente non ha risposto. Non vuol dire il suo nome e cognome veri perché la mamma non sa niente e lei non vuole farla soffrire.

• E Repubblica che dice?
Non fa commenti. Ma la lettera è stata messa sul sito e alle sette di sera c’erano 39 pagine di post. Mica tutti favorevoli.

• No? Ma come. Una ragazza povera, che chiede aiuto...
Uno ha scritto: «Lui (cioè il bambino) non ha colpe. Tu sì. Non ucciderlo». Un altro: «Scusa l’onestà, ma davvero non riesci a commuovermi. Nonostante la tua millantata cultura e i tuoi 30 anni suonati ragioni come un’adolescente viziata. Hai la casa, hai 1300 euro e ti chiedi se puoi tenere tuo figlio? Ma stai scherzando? Se tutta la gente precaria in Italia facesse come te sai quanti figli nascerebbero?». Ancora: «Guadagno 1200 euro al mese e devo pagarne 600 d’affitto. E al momento sono il solo a portare a casa qualcosa. Da due mesi ho una bimba bellissima e non ho mai avuto dubbi. Mi faccio il mazzo e me ne farò sempre di più, ma certo non rinuncerei né avrei mai rinunciato a mia figlia. E poi, potevi anche usare un preservativo, no?». Un altro attacca sul fatto che la signora è meridionale: «Mi sembra proprio una persona del Sud. Sempre pronta a lamentarsi per nulla. Invece di rimboccarsi le maniche e accettare i sacrifici che la vita ti impone. Ci sono persone che i figli non riescono ad averli e questa invece se la prende con lo Stato. Che vada a vivere dove secondo lei ci sono gli aiuti». Poi due interventi che criticano la scelta di dare pubblicità al problema. Il primo: «E che cavolo... oh, ma ci si attacca proprio a tutto per andare in televisione o sulla stampa!!! Ce n’è stata un’altra che diceva le stesse fesserie a Studio aperto e voi tutti a cascarci pure quella volta». Il secondo: «Ma in questo Paese nessuno è capace di farsi un pacchetto di cavoli suoi? Ma facesse quello che vuole senza sbandierarlo! Vuoi tenere il bambino? Fatti un culo così e tienilo. Non lo vuoi tenere? Non venire a rompere le palle per favore...».

• Ci saranno anche lettere favorevoli...
Ho consultato solo le prime due schermate e direi che siamo 50 a 50. sorprendente se pensa che i lettori di Repubblica hanno fama di esser di sinistra, mentre gli argomenti adoperati per stroncare la povera ragazza di Napoli sembrerebbero in certi momenti addirittura usciti da gente della Lega. D’altra parte il 50% che dà ragione a Sandra (il nome di fantasia scelto dal giornale) si scaglia contro la logica del precariato, compatisce e capisce la scelta di abortire, lamenta l’assenza di serie politiche della famiglia da parte dei governanti di destra e di sinistra, e si scaglia contro gli stipendi bassi. Pensi – a proposito di stipendi bassi – che ieri due ragazzi che guadagnano duemila euro al mese hanno rapinato una banca di Cesano Maderno perché «con duemila euro non ce la facciamo». Mi impressiona tuttavia il richiamo generale – che traspare un po’ ovunque da questi post – al senso di responsabilità. Tutti sembrano dire a Sandra: «Assumiti le tue responsabilità». un richiamo importante e che mi piace. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/5/2008]