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 2008  giugno 19 Giovedì calendario

Il governo ha varato la sua prima manovra economica, che è praticamente un bel pezzo di Finanziaria se non addirittura tutta la Finanziaria

Il governo ha varato la sua prima manovra economica, che è praticamente un bel pezzo di Finanziaria se non addirittura tutta la Finanziaria. Siamo a metà giugno e in questo periodo dell’anno i governi varano in genere un Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, detto Dpef. Si tratta in genere di un libro delle buone intenzioni, che in autunno, quando arriva il momento della Finanziaria e si fa sul serio, viene totalmente smentito. Ieri sera, in Consiglio dei Ministri, anche Tremonti ha presentato un Dpef, che i colleghi di governo hanno approvato. E tuttavia di questo Dpef stavolta sembra non interessarsi nessuno. Tremonti ha anche presentato un disegno di legge (entrerà in vigore dopo l’approvazione del Parlamento) e un decreto legge (in vigore subito) che contengono una quantità impressionante di provvedimenti. Un avversario di Berlusconi, l’ex ministro dell’Industria Bersani, ha, senza volerlo, ammesso che la manovra è molto grossa: «È un fritto misto e di qui a settembre abbiamo solo 40 giorni di tempo. Come faremo ad approvarla?» Tremonti ha detto che l’aver anticipato un bel po’ di Finanziaria a giugno rende possibili due risultati: tornare a «parlare di politica» dopo l’estate, che dal suo punto di vista significa «dedicarsi al federalismo fiscale». E farla finita con lo spettacolo indecoroso dei parlamentari che vanno a chiedere qualche euro in più di qua o qualche taglio in meno di là per far felici gli elettori del collegio o le lobbies che hanno saputo farsi apprezzare.

Di che si tratta alla fine?
Il provvedimento più impopolare riguarda i ticket. A partire dal 2009 pagheremo nuovamente il biglietto per le visite specialistiche. Il provvedimento si inserisce in un quadro di tagli alla Sanità di 6 miliardi in tre anni.

Ma pensiamo già adesso a quello che succederà fra tre anni?
In base a quello che ha spiegato Tremonti tutta la manovra è triennale e ha come obbiettivo un taglio di costi di 34,8 miliardi di euro, che nel 2011 dovrebbero consentire il raggiungimento del pareggio di bilancio. Pareggio di bilancio significa: tanto spendi, tanto incassi. I tagli per quest’anno (2009) sono di 13,1 miliardi. L’anno prossimo (2010): 7,1. Nel 2011 la stangata più forte: 14,6 miliardi. Il governo toglierà 4 miliardi a banche, assicurazioni e petrolieri con una risistemazione di deduzioni e agevolazioni varie e con la Robin Hood Tax.

Che cos’è?
La Tassa di Robin Hood, che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Non so se Tremonti distribuirà questi soldi ai poveri, come ha auspicato ieri il capo della Cisl Bonanni. Fatto sta che il ragionamento della Robin Hood Tax è questo: tu, petroliere o banchiere, hai guadagnato nell’ultimo periodo un mucchio di soldi più del solito per via di una serie di circostanze fortunate. come se avessi fatto un 13 al Totocalcio. Beh, a situazione eccezionale tassa eccezionale: gira per favore alla collettività una parte di quesi guadagni. 

Accidenti. E petrolieri and company?
Prima hanno mugugnato. Adesso stanno zitti. Ieri il problema sono state le Regioni e i Comuni. Tremonti, quando stava a Osaka, aveva annunciato ai giornalisti che la manovra con relativa Robin Tax sarebbe stata varata mercoledì (cioè ieri) alle 17.30. Beh, non gli è riuscito: i rappresentati di Regioni e Comuni hanno fatto cagnara fino alle otto e il Consiglio dei ministri s’è svolto di sera e s’è risolto in appena tre quarti d’ora per dare il tempo ai giornali di uscire. Regioni e Comuni sono in ogni caso furibondi: Tremonti gli ha tagliato tre miliardi e quattro, e in più vuole che le Regioni investano nella Sanità la stessa cifra che risparmieranno grazie ai ticket, per ora calcolata in 834 milioni di euro. Verranno cancellate, alla scadenza del mandato, le comunità montane e le province di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli. Torino è quella che avrà vita più breve: scade nel 2009. E di nuove province non se ne faranno, con gran scorno della Lega che voleva la provincia di Monza e Brianza. La Lega ha da esser nervosa anche per la faccenda di Roma: Tremonti darà ad Alemanno i soldi per pagare gli stipendi e le spese immediate (500 milioni di euro), Alemanno dovrà presentare un piano di rientro dal debito di 7-9 miliardi lasciato da Veltroni. Ci saranno inevitabilmente dismissioni. A proposito anche Tremonti vuole dismettere un po’ di patrimonio: entro ottobre saranno definite le procedure per la messa sul mercato di 400 caserme.

E tutta l’iradiddio annunciata da Brunetta?
I manager pubblici avranno lo stipendio tagliato del 25%. In compenso l’Iva sul gasolio per i trasportatori viene abbattuta al 5%. E se il prezzo dei carburanti salirà oltre il 2% di quanto previsto, le accise scenderanno automaticamente in modo da mantenere fermo il prezzo al distributore. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/6/2008]