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 2008  giugno 24 Martedì calendario

C’è una donna che dice di aver preso parte al sequestro di Emanuela Orlandi e di sapere anche dove fu buttato il corpo

C’è una donna che dice di aver preso parte al sequestro di Emanuela Orlandi e di sapere anche dove fu buttato il corpo...

• Lei capisce che il nome Emanuela Orlandi mi dice poco o niente...
Non ha mai visto i manifesti che mostrano una bella ragazza sorridente, fotografata dal basso, con una fascia bianca intorno alla fronte? Quella è, o più probabilmente era, Emanuela Orlandi. Rapita il 22 giugno 1983, cioè quasi 25 anni fa precisi. Era mercoledì, le sette di sera, Emanuela aveva appena finito una lezione di musica ed era uscita in strada. Un vigile urbano disse di averla vista salire su una Bmw nera davanti al palazzo del Senato. In ogni caso, nessuno – dopo quel vigile – ha mai più portato una testimonianza diretta su questa sparizione. Tranne questa donna, che si chiama Sabina Minardi, è stata la prima moglie del calciatore Bruno Giordano, è la mamma di quella ragazza che stava in macchina con Lucidi, il tifoso laziale che poche settimane fa, correndo come un pazzo a un incrocio, ha ammazzato due ragazzi in motorino. In quel momento la Minardi era la compagna di un capo malavitoso. Dice di aver prelevato Emanuela al bar Gianicolo, dove l’aveva portata la Bmw, e di averla poi accompagnata dalle parti di piazza San Giovanni di Dio.

Ma perché venne rapita?
Certo non per soldi. Era la quarta figlia di un fattorino vaticano. Non c’era da chieder riscatti a una famiglia simile e infatti non ne furono chiesti. La Minardi dice di non saper bene, ma che probabilmente il rapimento della figlia di un dipendente del Vaticano serviva a trasmettere un messaggio agli uomini del Papa. Due anni prima – il 13 maggio 1981 – un turco di nome Ali Agca, appartenente alla formazione terroristica dei Lupi Grigi, aveva sparato a papa Wojtyla, ferendolo. Il giudice Martella, che ha indagato sul sequestro Orlandi, ha sempre sostenuto che il movente più probabile del sequestro fu lo scambio con Agca. In questo caso i rapitori sarebbero turchi.

Però lo scambio non avvenne.
No, e non si sa che fine abbia fatto la ragazzina. La Minardi dice di sapere che è morta. Una domenica di sette o otto mesi dopo il sequestro, stava in un ristorante di Torvaianica che si chiama Pippo l’Abruzzese. Con lei c’era questo suo amante malavitoso, Renatino, al secolo Enrico De Pedis, boss della famosa Banda della Magliana. A un certo punto arrivò al ristorante un tizio che si chiamava Sergio e che era quello che aveva guidato la Bmw del sequestro. Costui aveva in macchina due sacchi. Si fece accompagnare da De Pedis e dalla Minardi a un cantiere e buttò i due sacchi in una betoniera. La De Pedis dice che nei due sacchi c’erano i corpi della Orlandi e del bambino Domenico Nicitra. Ma qui sbaglia di sicuro, perché il piccolo Nicitra morì 10 anni dopo, il 21 giugno del 1993. Del resto, è una testimonianza da prender con le molle, la donna è un’ex cocainomane e non sembra starci troppo con la testa.

La Minardi avrà detto qualcosa su dove tenevano la ragazza.
La Minardi ha detto un mucchio di cose. La ragazza stava, secondo lei, in un sotterraneo di questa palazzina di piazza San Giovanni di Dio, un sotterraneo immenso che, dice, arrivava fin sotto all’ospedale San Camillo. La donna suggerisce l’idea che a ordinare il sequestro sia stato il cardinale Marcinkus, il capo della Banca Vaticana, lo Ior, che aveva trescato con Licio Gelli e la P2, e con Roberto Calvi al tempo in cui Calvi era il padrone di mezza Italia attraverso il Banco Ambrosiano. Vede dove andiamo a finire? Ma, senza dirlo esplicitamente (almeno per quello che ci hanno fatto sapere i magistrati), la Minardi ci fa capire che Sergio e De Pedis procuravano al cardinale Marcinkus ragazzine, possibilmente giovani, come piacevano a lui, e che lei stessa più di una volta ebbe occasione di portargliele. E un’altra volta – è sempre lei che racconta – con De Pedis e Marcinkus andarono pure a cena di Andreotti, cena durante la quale non fu detto niente di particolare, «perché chiaramente davanti a noi mica parlavano...». La donna si permette di dire che la moglie di Andreotti era tanto caruccia...

Ma qui si apre un intero dossier sui misteri d’Italia!
Sa che De Pedis, ammazzato a colpi di pistola il 2 febbraio 1990 vicino a Campo de’ Fiori, è sepolto a Sant’Apollinare, cioè nella chiesa dell’Opus Dei? Pare che questo dipenda dal fatto che all’ultimo s’era pentito e faceva tanta beneficienza. Sarà... Certo, che un boss della banda stia lì è strano. E una volta qualcuno ha pure telefonato a Chi l’ha visto? per dire: se volete trovare Emanuela Orlandi, andate a cercare nella tomba di Renatino... [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 24/6/2008]