La Gazzetta dello Sport, 29 giugno 2008
Continuano le cattive notizie di natura economica e, sia pure a malincuore, siamo costretti ad occuparcene

Continuano le cattive notizie di natura economica e, sia pure a malincuore, siamo costretti ad occuparcene. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha detto che «il quadro economico-finanziario si è fatto più fragile negli ultimi dieci giorni». La ragione di questo indebolimento è presto detta: non solo non siamo fuori dalla crisi provocata dai mutui americani, ma con la fine di giugno e la chiusura del secondo trimestre si vedrà che le banche di tutto il mondo avranno bisogno di altri capitali per resistere alle perdite. Ci si immagina che ne approfitteranno i cinesi e, in genere, i fondi sovrani orientali o quello norvegese, tutte realtà finanziarie che hanno già comprato parecchio nell’ultino anno. Poi c’è il petrolio, che punta ormai ai 150 dollari, e i relativi aumenti per le famiglie italiane. Dal 1° luglio – dopodomani – la luce costerà il 4,3% per cento in più e il gas il 4,75%. Francoforte porterà il costo del denaro al 4,25% e anche gli americani, a quello che si capisce, hanno smesso di tagliare i tassi d’interesse. Vincenzo Manes, presidente di Intek, ha detto al Sole 24 Ore che ci troviamo in mezzo a una tempesta perfetta: nello stesso momento salgono i tassi d’interesse, aumenta il prezzo del petrolio e cala la domanda.
• «Cala la domanda»... Cioè?
La gente compra molto meno di prima. Guardi si vede benissimo dal comparto stagionale più importante, quello delle vacanze. Tutti i dati dicono che le famiglie non possono più permettersi 15 giorni e che si adattano a star via una settimana. Una settimana e basta, sia chiaro, perché partire due volte, con i costi attuali dei carburanti, è escluso.
• E se uno non prende la macchina?
E’ lo stesso, scusi. I prezzi degli aerei sono aumentati in modo folle proprio per via del fuel surcharge, cioè dell’adeguamento carburante. Questa voce oltre tutto sta facendo fare agli operatori del settore una figura barbina perché questa fuel surcharge oscilla troppo, anche nel caso di aerei diversi diretti alla medesima destinazione, e dunque è chiaro che qualcuno fa il furbo.
• Quindi l’ideale sarebbe andare in treno restando in Italia. Cioè senza andar troppo lontano.
Mica vero. L’area dollaro è in pieno boom: New York +70%, Los Angeles +52%, soprattutto Miami +115%. Andare al mare a Miami invece che a Rimini? Conviene di sicuro se uno ha modo di attutire l’impatto del viaggio aereo. E anche con il viaggio a prezzo più o meno pieno, l’America o comunque i paesi del dollaro, col cambio che c’è adesso, sono convenienti. Le dico, tanto per fare un esempio, le cifre delle prenotazioni alberghiere a Roma, Firenze, Venezia. Roma: -5,8%; Firenze: -6,6%; Venezia: -6,3%.
• Io sapevo che Roma, Firenze e Venezia non temevano concorrenza.
E’ stato così fino all’anno scorso. Il nostro turismo è in crisi da parecchi anni, per molte ragioni tra cui quella che costa troppo per il servizio che eroga (un certo mare c’è anche in Spagna o in Grecia). I prezzi troppo alti del nostro turismo sono da imputare solo fino ad un certo punto all’avidità di albergatori e ristoratori. Anche se questa avidità esiste, bisogna pero considerare che il nostro costo del lavoro è proibitivo, la burocrazia ci uccide, le tasse pure e i prezzi probabilmente, con la migliore buona volontà, non possono scendere più di tanto. Le catene alberghiere hanno adesso un nuovo capo, che si chiama Elena David. La signora ha già chiesto che si abbassi l’Iva sul settore e che si studino una serie di agevolazioni. Tutti sperano che Matteo Marzotto risollevi il carrozzone dell’Enit, alla cui guida è stato appena messo.
• Ma quanto si spende di più rispetto all’anno scorso?
Calcoli ancora una volta del Sole 24 Ore: il pieno costa il 10% in più (da 68,5 a 75,0), l’autostrada il 3% (da 25,8 a 29,3), il trasporto aereo è aumentato del 50%, per esempio un Italia-New York medio è passato da 162 a 240. Pensione media in camera doppia: +4%. Costo cena media per due persone al ristorante: da 80 a 85. Il costo medio di una settimana al mare per quattro persone nel 2008 risulta di 3.100 euro. Il risultato di tutto questo è che le prenotazioni dall’estero sono calate dell’8% e che circa 15 milioni di italiani faranno una settimana di vacanza invece di due. I tedeschi, che in genere ci invadono a maggio, non si sono praticamente visti. E la Campania, quanto a prenotazioni, sta addirittura a zero. Dobbiamo infatti anche pagare il conto della monnezza. La globalizzazione sarà un problema, ma anche l’Italia e gli italiani non scherzano. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/6/2008]