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 2008  dicembre 28 Domenica calendario

Gli israeliani stanno bombardando Gaza. Nel momento in cui scriviamo risultano uccise almeno duecento persone e ferite più di seicento

Gli israeliani stanno bombardando Gaza. Nel momento in cui scriviamo risultano uccise almeno duecento persone e ferite più di seicento. Sia tra i morti che tra i feriti ci sono donne e bambini. Gaza è una striscia piatta, senza alberi, esposta ad ogni incursione e densissimamete popolata. Non c’è soluzione di continuità tra gli insediamenti civili e quelli militari sicché è impensabile una qualche operazione di tipo chirurgico, colpire per esempio le installazioni belliche e salvare gli insediamenti civili. Laggiù è tutto una sola cosa. Gli aerei sono apparsi a decine alle undici e mezza del mattino. Hanno sparato razzi e distrutto un centinaio di basi, comandi, depositi, arsenali. In una base della Striscia era in corso la cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti di un corso per ufficiali di polizia. Qui sono cadute le prime bombe e le strade si sono a un tratto coperte di corpi riversi, con donne urlanti che scavalcando i cadaveri cercavano i loro cari. In tutte le direzioni sfrecciavano le ambulanze a sirene spiegate, mentre una coltre di fumo si sollevava dal terreno. Tra le vittime, il capo della polizia Tawfik Jaber. Al Jazeera ha trasmesso tutto. Gli israeliani hanno poi continuato le loro incursioni per l’intera giornata. I palestinesi hanno risposto sparando missili su Israele e uccidendo un uomo di 55 anni – o, secondo altre fonti, una donna – nella città di Netivot.

Lei non ha pronunciato la parola “Hamas”.
Hamas è l’organizzazione terroristica che governa Israele dal gennaio 2006. Ha vinto regolarmente le elezioni e conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Le ragioni di questa vittoria, che ha cambiato completamente lo scenario medio-orientale, sono molto semplici: il partito avversario, Al Fatah, cioè la formazione di Arafat, era profondamente corrotto, e di questa corruzione i palestinesi non ne potevano più. Forse lo scenario è davvero cambiato con la morte di Arafat, nel 2004. Arafat teneva unite le varie fazioni palestinesi che oggi appaiono polverizzate in decine di formazioni che hanno gli intenti più diversi.

Hamas non potrebbe attaccare Israele?
Sono 15.000 uomini, ma di questi solo un migliaio appaiono ben addestrati. Hamas è comunque piena di armi: gliele hanno vendute i russi e soprattutto gli iraniani, che hanno fatto arrivare razzi, bombe, mitra e quant’altro attraverso le decine di cunicoli che mettono in collegamento la Striscia con l’Egitto. L’Egitto ha sempre fatto finta di non accorgersi di questi commerci. Hamas si difenderà continuando a sparare razzi, e magari scegliendone di più micidiali, e mandando qualche shahid a farsi saltar per aria in territorio israeliano. L’attacco vero potrebbe venire da nord, cioè dal Libano meridionale. Qui gli hezbollah, avendo respinto nel 2006 l’invasione israeliana, hanno passato questi due anni e mezzo a riarmarsi e dovrebbero possedere oggi 30-40 mila missili di fabbricazione russa forniti da Siria e Iran. Alcuni di questi razzi hanno una gittata che arriva a Tel Aviv. Poi ci sono gli iraniani, che stanno mandando delle navi a Gaza. Gli israeliani hanno bloccato il porto ed è possibile che tra qualche giorno si svolga una battaglia navale. Teheran dice che le navi trasportano solo cibo e medicinali. Ma sarà vero? Iran, Hezbollah e Hamas predicano una cosa sola: l’anninentamento di Israele.

Gli americani?
Paralizzati. Bush è agli sgoccioli e Obama non s’è ancora insediato.

L’attacco a Gaza potrebbe sfociare in una guerra con l’Iran?
Subito dopo l’estate si dava per certo un attacco di Israele all’Iran, con l’obiettivo di distruggere i centri di quel Paese dove si starebbe costruendo l’atomica. Il ragionamento era che Tel Aviv non può permettersi un vicino di quel genere, e con la bomba. Ahmadinejad, se la salute non gli farà scherzi, sarà rieletto presidente in primavera. Ci sono le elezioni anche in Israele, a febbraio, e l’attacco è stato certamente pensato anche in una logica elettorale. L’attuale primo ministro, Olmert, che ha guai con la giustizia, non si presenterà. Il ministro degli Esteri in carica, la signora Tzipi Livni, potrebbe diventare presidente, o più probabilmente prepararsi a un governo di solidarietà nazionale con il leader della destra Bibi Netanyahu. Gli israeliani hanno fatto sapere che l’attacco a Gaza sarà lungo e, per quanto li riguarda, definitivo.

Ma se gli altri paesi islamici li attaccassero?
A Tel Aviv devono averci pensato. Questo attacco a Gaza ha l’aria di essere una lotta per la vita. Il tempo, non dimentichiamolo, gioca contro Israele.[Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/12/2008]