La Gazzetta dello Sport, 27 gennaio 2009
Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto, cioè ai sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti nei campi di concentramento

Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto, cioè ai sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti nei campi di concentramento. Il calendario di cerimonie è molto fitto. Ricordiamo la consegna delle medaglie agli ex deportati o ai loro eredi, stamattina al Quirinale, il convegno Memoria: dalle testimonianze dirette al museo della Shoah, alla Camera, con discorso del presidente Fini e i numerosi viaggi organizzati dalle scuole alla volta dei lager, perché la conoscenza diretta dei luoghi dove si consumarono i massacri fissi nella memoria delle generazioni più giovani la ripugnanza per quegli orrori.
• Raccontiamo qualcosa di più preciso sull’Olocausto? Perché se ne sente parlare, ma ho l’impressione che se ne sappia poco e che la memoria dei fatti tenda a sbiadirsi.
In primo luogo non si deve credere che la persecuzione degli ebrei sia cominciata col nazismo. In quanto considerati “popolo deicida” – secondo l’anatema della Chiesa cattolica –, gli ebrei furono costretti per secoli a vivere nei ghetti, zone delle città europee nelle quali i non ebrei non potevano entrare e i cui cancelli venivano chiusi di notte. Fu Papa Paolo IV, a Roma, a stringere con maggior forza gli ebrei della capitale, minacciando punizioni terribili se fossero usciti dal ghetto designato. La Rivoluzione francese avviò la demolizione dei ghetti, ma non per questo mise a tacere il forte sentimento antisemita che era andato formandosi attraverso i secoli.
• Quindi Hitler e il nazismo trovarono, in un certo senso, un terreno pronto?
Sì, l’antisemitismo era ben vivo nel momento in cui Hitler prese il potere (1933) e non solo tra i nazisti. Campi di concentramento, non solo per gli ebrei, vennero costruiti subito e affidati alle SS. Stiamo parlando di Dachau, Auschwitz-Birkenau, Sachsenhausen, Buchenwald, Flossembürg, Mauthausen, Ravensbrück (solo femminile) messi in piedi già negli anni Trenta e in cui si arrivarono a internare, prima della guerra, fino a 25 mila persone. I ghetti vennero ricostruiti e le proprietà degli ebrei confiscate. Leggi coniate apposta gli interdirono le professioni. Nel novembre del 1938, l’assassinio di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di un giovane ebreo diede il pretesto ai nazisti di procedere al massacro di 91 ebrei, con 267 sinagoghe distrutte e 7.500 negozi devastati, in una notte passata alla storia come “Notte dei cristalli” (9-10 novembre 1938). Per compiacere il suo alleato, anche Mussolini aveva adottato le leggi razziali. Dal 5 agosto 1938 e fino al 1943, il Duce fece circolare una rivista la cui testata era “La difesa della razza”.
• E l’Olocausto?
Scoppiò la guerra e i campi di concentramento si moltiplicarono. Quando i nazisti conquistavano una città, subito davano la caccia agli ebrei, li fucilavano sul posto oppure li imbarcavano su treni piombati che viaggiavano alla volta dei campi di concentramento. Qui i prigionieri venivano fatti lavorare fino allo sfinimento (all’ingresso di Auschwitz campeggiava il cartello, tragicamente sarcastico in quel contesto, dove stava scritto “Arbeit macht frei”, cioè “Il lavoro rende liberi”) e quando erano ridotti a larve venivano gassati in camere costruite apposta. Gli si diceva che andavano alle docce… Il 20 gennaio 1942, a Wannsee, presso Berlino, Hitler aveva pianificato la “soluzione finale”. Cioè il genocidio, lo sterminio di tutti gli ebrei esistenti. Questo è propriamente l’Olocausto. Sei milioni di morti.
• Che cosa sono le polemiche che ho sentito in questi giorni?
Polemiche di due tipi. Una riguarda la forte connotazione antisemita di troppe manifestazioni provocate dall’attacco di Israele a Gaza. La scrittrice americana Cynthia Ozick se n’è così indignata da proporre la soppressione della Giornata della Memoria, un fatto che è praticamente accaduto a Barcellona dove la riduzione di una manifestazione di popolo a una semplice tavola rotonda ha indotto la comunità ebraica locale a rinunciare a ogni memoria. Il secondo filone di polemica riguarda la Chiesa e questo papa. Perdonando quattro vescovi scismatici e togliendo loro la scomunica, Benedetto XVI ha dimenticato che uno dei quattro, Richard Williamson, è un negazionista convinto, cioè una di quelle persone che negano le camere a gas e l’Olocausto, e sostengono che al massimo il nazismo avrà ammazzato 300 mila persone. Persino un devoto come Giuliano Ferrara ha pregato il Papa di ripensarci.
• Perché la Giornata della Memoria è stata fissata al 27 gennaio?
E’ il giorno del 1945 in cui l’Armata Rossa entrava ad Auschwitz, salvava i pochi superstiti e cominciava a scoprire quello che i nazisti avevano fatto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/1/2009] [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/1/2009]