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 2009  febbraio 28 Sabato calendario

La Procura di Udine ha aperto un fascicolo su Beppino Englaro, ipotizzando che la morte di Eluana sia da considerarsi omicidio e vada dunque perseguita penalmente

La Procura di Udine ha aperto un fascicolo su Beppino Englaro, ipotizzando che la morte di Eluana sia da considerarsi omicidio e vada dunque perseguita penalmente. Nello stesso momento, il presidente del Senato Schifani ha proposto uno slittamento della discussione sulla legge relativa al testamento biologico, che doveva cominciare il 5 marzo. Schifani ha detto che si deve lavorare per un testo condiviso e che, per raggiungere questo obiettivo, vale la pena di perdere qualche settimana.

Quindi Beppino Englaro finirà in galera?
Secondo me, no. Anzi, prevedo che il fascicolo sarà chiuso tra qualche giorno. Ma pare che la Procura non potesse fare altrimenti: sono giunte una cinquantina di denunce, e alcune deliranti. Però quella del Comitato Verità e Vita, che accusa Englaro e altre 13 persone, è molto argomentata e i magistrati hanno deciso che non poteva essere ignorata. Purtroppo, la notizia dell’apertura del procedimento è stata accompagnata dall’ennesima dichiarazione del cardinale Barragan: «Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere. Chi uccide un innocente commette un omicidio e questo è chiaro. Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia Eluana allora è un omicida». Sillogismo parecchio zoppicante («chi uccide un colpevole» non commette un omicidio?), a cui ha risposto un altro uomo di Chiesa, don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza, il paese nel cui cimitero è sepolta Eluana: «Beppino ha sbagliato, gliel’ho sempre detto, lui sa che ho una visione opposta alla sua, ma tra noi c’è rispetto ed è per questo che continua il dialogo. Usare parole come assassino o omicida e apostrofare una persona in questo modo non è da cristiani. La verità va detta fino in fondo, senza mezzi termini, ma in un rapporto dialogico». Ricordiamo che il padre di Eluana ha agito nell’ambito di un pronunciamento della Corte d’appello di Milano confermato dalla Cassazione.

E la storia della legge? Mi spiega qualcosa, perché non solo ci ho capito poco, ma quando vedo le parole testamento biologico volto subito pagina.
La legge sul fine-vita dovrebbe regolare i casi come quelli di Eluana. Per esempio, tu potresti pensare: se mi trovassi nelle condizioni di Eluana, voglio che mi lascino andare. Questa volontà deve essere resa manifesta e tu potresti sottoscrivere un documento e lasciarlo a un notaio.

Dov’è il problema?
Il problema è se tu hai o non hai il diritto di disporre della tua vita: alcuni pensano che la vita sia tua, altri sono sicuri che la vita ti è stata data e appartiene a qualcun altro. Il secondo problema è: siamo d’accordo che non bisogna accanirsi con le cure quando non c’è più speranza. Ma che cosa s’intende con la parola ”cure”? Dar da mangiare e da bere, e sia pure con un sondino infilato nel naso, è cura? Perché poi l’eutanasia non è ammessa…

• Che cos’e?
Eutanasia, una parola che viene dal greco e significa: buona morte. Ti faccio un’iniezione per farti smettere di soffrire e ti uccido. Questo, in Italia, non è ammesso da nessuno. E c’è poi un terzo punto: tu lasci delle istruzioni scritte a un notaio oggi. Ma poi potresti perdere la capacità di intendere e di volere tra vent’anni. E se nel frattempo avessi cambiato idea e avessi trascurato di comunicarlo? E se il progresso scientifico, a tua insaputa, avesse fatto tali progressi da rendere reversibile uno stato che vent’anni prima pareva senza speranza?

• Quindi?
I Parlamento c’è una legge, scelta tra altre otto e firmata dal professor Raffaele Calabrò, cattolico. Questa legge proibisce l’accanimento terapeutico ma dice che la nutrizione non è una cura e non può quindi essere sospesa in nessun caso. Il testamento biologico scade ogni tre anni e va rinnovato. La decisione finale spetterà comunque al medico curante. I contrari a questo provvedimento - che è ancora fermo alla Commissione Affari Costituzionali del Senato – stanno sia a destra che a sinistra. Rutelli ha proposto quattro emendamenti, uno dei quali ammette che in certi casi il medico possa decidere di sospendere la nutrizione. I suoi un altro po’ se lo mangiano vivo. C’è poi il problema che il segretario del Pd è un cattolico e su questa questione, come sappiamo, la Chiesa fa fuoco e fiamme. Esiste anche un terzo partito - formato da esponenti molto diversi uno dall’altro, come Giuliano Ferrara, Beppe Pisanu, Angelo Panebianco – secondo i quali in un campo simile lo Stato non dovrebbe proprio legiferare. In questo guazzabuglio, la decisione di Schifani di prendere tempo appare molto saggia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/2/2009]