La Gazzetta dello Sport, 14 marzo 2009
C’è questo caso Madoff, truffatore americano che ha lasciato sul lastrico 11 mila risparmiatori e creato un buco di 68 miliardi di dollari

C’è questo caso Madoff, truffatore americano che ha lasciato sul lastrico 11 mila risparmiatori e creato un buco di 68 miliardi di dollari. Nonostante i suoi soldi, è stato messo in galera e, a quanto pare, ci resterà a vita: sarà condannato a minimo vent’anni e forse addirittura a un secolo e mezzo di prigione. Siccome di anni ne ha 72, è chiaro che passerà direttamente dalla cella alla tomba. Il caso è diventato popolare in Italia, perché si son fatti paragoni con i nostri implicati in storie analoghe: i Tanzi, i Cragnotti che hanno avuto ben altro trattamento...
• Già, Tanzi mi pare che sia libero. E Cragnotti?
Il processo a Cragnotti non è neanche cominciato, benché il caso sia esploso nel 2002. C’è stata un’udienza preliminare alla fine del 2007, ma il dibattimento vero e proprio è fermo per una serie di questioni procedurali. Quanto a Tanzi, è stato condannato a 10 anni, ma è una sentenza di primo grado e per mettere l’ex padrone della Parmalat in galera bisogna aspettare altri due gradi di giudizio. Anche se capisco i confronti e la rabbia di tutti (Parmalat ha lasciato col cerino acceso centomila persone), bisogna stare calmi e ammettere che si tratta di casi diversi da quello di Madoff.
• In che senso?
Madoff aveva applicato il famoso schema Ponzi. Io mi faccio dare dei soldi da qualcuno promettendo rendimenti alti, poi pago gli interessi a questo primo gruppo con i soldi di quelli che entrano subito dopo e che a loro volta godranno dei terzi ingressi. E così via. Gli stessi sottoscrittori della prima ora si danno da fare per trovare nuovi clienti e lo schema sta in piedi finché ciascun gradino è più grande del gradino precedente. Cosa che non può procedere all’infinito, evidentemente. Madoff portò avanti la cosa per un numero incredibile di anni e coinvolgendo una quantità impressionante di persone e istituzioni. Tra queste, nomi che non avresti creduto capace di cadere in una trappola simile: Ubs, Bank of America, Citigroup, Bnp Paribas, Bbva, Santander, Crédit Suisse, Columbia University, Policlinico di New York, Steven Spielberg, Zsa Zsa Gabor, John Malkovich. Gli effetti della truffa dureranno almeno trent’anni. Madoff si faceva forte anche della sua posizione di presidente del Nasdaq, la Borsa dei titoli tecnologici.
• Dove sta la differenza con i nostri?
Davanti al giudice, Madoff ha potuto dichiararsi colpevole di tutti e undici i capi d’imputazione e dire che si vergognava. Questa confessione, non contrattata, eviterà un interrogatorio stringente su come abbia funzionato la truffa e anche su dove siano finiti i soldi. Moglie e figli sono stati tenuti fuori, Madoff sarà condannato probabilmente già a giugno, l’inghippo essendo venuto alla luce lo scorso ottobre. Esemplare. Però sia Tanzi che Cragnotti si proclamano innocenti. E questo fa la prima differenza. In secondo luogo, la storia è completamente diversa.
• Come fanno a proclamarsi innocenti?
I due crac si assomigliano nei fondamentali, nel senso che sia Cirio che Parmalat si finanziavano emettendo bond e saltarono per aria il giorno in cui si scoprì che non avevano più un soldo per rimborsare i loro prestiti. Lei sa come funziona il meccanismo dei bond: la sua azienda, quotata in Borsa (è obbligatorio), chiede soldi ai risparmiatori invece che alle banche. Emette un’obbligazione (bond) con cui si impegna a pagare un interesse e a rimborsare il capitale alla scadenza. Alla scadenza, Cirio e Parmalat emettevano altri bond per rimborsare i creditori e così tiravano avanti. Sia Cragnotti che Tanzi dicono che i loro bond non erano destinati al pubblico, ma alle banche. Secondo loro, furono poi le banche a scaricare il problema sui clienti, rifilando obbligazioni che non avrebbero dovuto finire sul mercato. Dunque, dicono, saremo magari responsabili del crac, ma non di aver truffato la gente.
• Credibile?
No, ma in tribunale bisogna giudicare con le prove e i riscontri. I due potrebbero persino cavarsela. Resta però la sensazione che il nostro sistema non riesca ad amministrare la giustizia, cioè non riesca a far sentire al cittadino che le indagini, i processi, le sentenze siano giusti. Mendella, per esempio, che truffò almeno 14 mila risparmiatori negli Anni 80 e 90 mettendo insieme 250 miliardi di lire, venne poi condannato ad appena 9 anni nel 1999 e uscì già nel 2004. Ingiusto, anche se è da compiangere, perché la vita si è poi vendicata di lui in altro modo: suo figlio Donatiano si uccise a 32 anni, mentre il padre era in galera, gettandosi da un viadotto nel fiume Taro. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/3/2009]