La Gazzetta dello Sport, 21 marzo 2009
Hanno preso i due della Caffarella...• Siamo sicuri? Non è come l’altra volta…Fino a sentenza tutti sono innocenti

Hanno preso i due della Caffarella...
• Siamo sicuri? Non è come l’altra volta…
Fino a sentenza tutti sono innocenti. Però la polizia ci ha fatto sapere: primo, di aver fermato due individui; secondo, che i due sono stati riconosciuti dalle vittime, sia da lei che da lui; terzo, che la prova del dna è già stata fatta ed è positiva. Cioè le tracce organiche trovate sui vestiti della ragazza corrispondono a quelle dei due. Ci sono altri dettagli abbastanza convincenti, anche se, lo ribadisco, fino a sentenza sono tutti innocenti. La polizia ha tenuto la notizia nascosta fino a ieri sera, fino a quando cioè non è stata sicura di tutte le verifiche. Dei due non sono stati resi noti i nomi, ma solo le iniziali: A.I., 18 anni appena compiuti, e G.O., 27 anni.
• Romeni?
Sì, di Calarasi. Quello di 27 anni lo hanno preso in località Fernetti, al confine italo-sloveno, cioè praticamente a Trieste. Stava su un furgone con un altro romeno. In piena notte sono incappati in un controllo dei carabinieri che gli hanno trovato a bordo tre motori d’auto rubati. G.O. era già ricercato per ricettazione e contro di lui i militari hanno potuto esibire un’ordinanza di custodia cautelare emessa a suo tempo dalla magistratura romana.
• Ah, perciò stava a Trieste, ma veniva da Roma.
Stanno a Roma tutti e due. Hanno fatto il giro dei campi della capitale, passando anche da quello di Casilino 900. Da ultimo vivevano in un padiglione della vecchia Fiera. Campavano andando per parchi a rapinare coppie: gli pigliavano i telefonini e le scarpe. A parte il caso della quattordicenne, non si sa, per ora, di altre violenze carnali. Ma minacciosi, erano minacciosi. I parchi preferiti erano Scotto, Caffarella, via Lemonia. La rapina con stupro che ci interessa avvenne il 14 febbraio, alla Caffarella. I due s’erano fatti consegnare i telefonini. Il giorno dopo andarono a fare un colpo al parco di via Lemonia. Vittime, sempre due fidanzati. Quando andarono a sporgere denuncia, raccontarono di questi due tizi che giravano armati di bastone e parlavano abbastanza bene l’italiano. Siccome in questura avevano già messo le mani su Loyos e Racz, nessuno fece caso a quel verbale. Che fu tirato fuori quando gli esami dimostrarono che Loyos e Racz non potevano essere colpevoli. Quello di 18 anni è stato fermato mercoledì scorso. L’hanno preso perché aveva messo la propria sim nel telefonino rubato alla Caffarella. O almeno, così racconta il capo della Mobile. Il diciottenne era quello che minacciava: «Dammi il cellulare, se no ti stupro». Gli hanno fatto il tampone di saliva, a lui e a quell’altro, e, a quanto pare, corrisponde. Stanno dentro e non usciranno. Anche il sindaco Alemanno ha subito detto che non devono uscire. Una dichiarazione suggerita dal fatto che il protagonista di un altro stupro, quel Davide Franceschini di 22 anni che violentò una ragazza a Capodanno durante una festa alla Fiera di Roma, è stato liberato dal gip Muntoni, lo stesso tra l’altro che si occupa della Caffarella. Franceschini aspetterà il processo a casa sua.
• Che fine faranno i due romeni che erano finiti dentro all’inizio?
Dovrebbero uscire uno lunedì e l’altro martedì. Il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare più di dieci giorni fa. Stanno ancora dentro per via della lentezza delle procedure, che i magistrati si sono guardati bene dall’accelerare perché resta il mistero della confessione di Loyos. Il punto da chiarire è se Loyos abbia protetto i veri colpevoli temendo rappresaglie. Lui dice di avere confessato per via delle botte dei poliziotti romeni, cosa a cui ufficialmente gli inquirenti non credono.
• E il riconoscimento in fotografia? Come si spiega che i due fidanzatini fossero tanto sicuri?
La polizia ieri ha detto che i quattro si somigliano. Mah. Sa che la Camera sta per varare in via definitiva la legge – già approvata al Senato – che consente il prelievo del dna a tutti gli indagati per violenza (compreso il furto)? un provvedimento su cui sono tutti d’accordo. Si costituirà una banca dati – come già accade in 27 paesi europei – e questa consentirà l’identificazione immediata degli eventuali colpevoli. In Inghilterra, dove la banca dati del Dna esiste dal 1995, la soluzione degli omicidi è passata dal 32 al 72% dei casi, quella degli stupri dal 17 al 78%, quella dei furti in casa dal 13 al 49%, quella dei ladri d’auto dal 9 al 60 per cento. Naturalmente se un indagato risulta poi innocente, il suo profilo genetico viene distrutto. Nella banca dati britannica è schedato il 5,2% della popolazione. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/3/2009]