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 2009  aprile 08 Mercoledì calendario

Enzo Boschi, il presidente del­­l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha detto ieri al­la Stampa: «In Giappone, dove le norme antisismiche sono seve­re, nessun ospedale sarebbe sta­to evacuato e probabilmente non ci sarebbero vittime»

Enzo Boschi, il presidente del­­l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha detto ieri al­la Stampa: «In Giappone, dove le norme antisismiche sono seve­re, nessun ospedale sarebbe sta­to evacuato e probabilmente non ci sarebbero vittime». Sem­pre ieri, ma parlando con il Cor­riere della Sera, Franco Barberi ha pronunciato queste parole: «Un terremoto così in California non avrebbe provocato nemme­no un morto».

Effettivamente, veder crollare l’ospedale dell’Aquila, nuovissi­mo, ha fatto una certa impres­sione.
Avevano progettato quell’ospe­dale - il San Salvatore di Coppi­to - nel 1961. Avevano comin­ciato a costruirlo nel 1969. Lo hanno aperto e reso operativo nel 1997. Trent’anni di lavoro e questo è il risultato: un’ala crol­lata, quasi tutto l’edificio inagi­bile. Sono venuti giù anche al­tri edifici moderni: la Casa del­lo Studente, l’hotel Duca degli Abruzzi, la chiesa di Tempera, e una quantità di palazzi di pe­riferia. Il problema non è solo abruzzese: per quanto se ne sa, gli edifici pubblici da consolida­re sono in tutt’Italia 75-80 mila, le scuole in zone sismiche 22 mila, ma quelle che vanno mes­se a posto sono 40 mila. Paolo Stefanelli, presidente degli in­gegneri, dice che tutti gli edifi­ci costruiti negli Anni 50 e 60 sono a rischio sismico e, statisti­camente, saranno colpiti in un arco di tempo che va dai 5 ai 30 anni.

Non si potrebbe fare una legge che obblighi a costruire le case in un certo modo, cioè che col sisma non vengano giù?
C’è già questa legge. L’ha fatta Berlusconi dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Pu­glia (27 bambini morti). Prima ci fu un’ordinanza della Prote­zione civile (la 3274 del 2003) poi un decreto, emanato il 14 settembre del 2005. Sa però co­me sono le nuove norme: ci vuole sempre un periodo di tempo perché tutti abbandoni­no i vecchi metodi e si attrezzi­no per i metodi nuovi. Così, già la legge del 2005 fissava una fa­se transitoria – durante la qua­le l’applicazione delle norme antisismiche sarebbe stata fa­coltativa – della durata di 18 mesi. Prodi prolungò questa fa­se transitoria al dicembre 2007, nel gennaio 2008 ritoccò la legge e ne prorogò l’entrata in vigore al giugno 2009 e infi­ne Berlusconi, alla fine dell’an­no scorso, prorogò ancora la fa­se transitoria al 30 giugno 2010. Cinque anni di fase transi­toria. Scandalosamente coe­rente con i trent’anni per la co­struzione di un ospedale subito andato in pezzi.

E’ vero che la magistratura ha aperto un’inchiesta?
E’ vero e, una volta tanto, lo tro­vo giusto. Molti tecnici sosten­gono che anche senza l’applica­zione delle severe regole stabi­lite nel 2005, edifici moderni, in cemento armato, non posso­no crollare a causa di un sisma. Lo ha detto chiaramente Paolo Rocchi, ordinario di Consolida­mento degli edifici storici, al Sole 24 Ore: «A prescindere dai criteri anti-sismici, se progetta­to e costruito bene, un fabbrica­to in cemento armato di dimen­sioni contenute, resiste a un ter­remoto di medio-alta intensi­tà. Si possono verificare lesioni limitate. Ma di certo non crolli. Invece dopo ogni evento cala­mitoso ci accorgiamo di edifici costruiti con calcestruzzi di bas­sa qualità, con armature lisce o non piegate, dunque tali da non garantire alcuna aderenza al cemento, realizzati senza te­ner conto delle più elementari regole del buon costruire». Ec­co Vincenzo Petrini, ingegnere strutturale, che ha parlato col Corriere della Sera: «Dalle circo­lari di metà Anni 80 al decreto del 2008, è scritto nero su bian­co che un edificio debba essere tale da resistere a terremoti fre­quenti e modesti senza danni strutturali significativi; con si­smi più violenti (e rari), inve­ce, può danneggiarsi anche molto, fino a renderne necessa­ria la distruzione. Purché sap­pia reggere i carichi verticali senza cadere in testa alla gen­te. Una magnitudo come quel­la che si è registrata in Abruzzo non dovrebbe mettere in diffi­coltà un edificio costruito con cura ed evitando di rubare».

«Rubare». Ecco la parola.
Vorrei sentire qualcosa dalle Regioni che la settimana scor­sa hanno fatto il diavolo a quat­tro perché il governo voleva ce­mentificare il Paese, mentre lo­ro volevano difenderlo. Niente da dire adesso?

C’è l’inchiesta della magistratu­ra, no? Qualcuno finirà dentro.
Purché i pm non si mettano a indagare sulla storia della pro­fezia di Giuliani. Un avviso di garanzia fa molto più notizia se arriva a Bertolaso invece che a qualche assessore troppo di­sinvolto o distratto o peggio. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/4/2009]