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 2009  luglio 01 Mercoledì calendario

Il bilancio della tragedia di Via­reggio è al momento questo: 14 morti, 4 dispersi, 40 feriti di cui 15 in pericolo di vita

Il bilancio della tragedia di Via­reggio è al momento questo: 14 morti, 4 dispersi, 40 feriti di cui 15 in pericolo di vita. Sono nume­ri destinati a modificarsi. Oltre tutto mentre scriviamo si sta an­cora scavando tra le macerie ed è dunque possibile che i 600 soc­corritori mobilitati rapidamen­te dalla Protezione civile trovino altri corpi. La confusione è tale che si conosce per intero il nome di una sola vittima, delle tre che sarebbero state identificate: Ro­sario Campo, 42 anni, da Pozzal­lo in provincia di Ragusa. Lavo­rava a Viareggio da molti anni. Di un altro ragazzo sappiamo il primo nome: Hamza. Aveva 17 anni, era emigrato dal Marocco, ha perso tempo per mettere in salvo la sorellina di due anni, poi è svenuto e per lui è finita.

Bruciato?
Sono morti bruciati in molti. Il Tg1 ha mostrato ieri sera una macchia scura, tutta raggruma­ta, sull’asfalto. La voce fuori campo ha detto: «Questo è quello che resta di un ragazzo sorpreso dalle fiamme in moto­rino ». Un bambino carbonizza­to è stato trovato sul sedile di un’automobile. Si suppone che i genitori lo abbiano lasciato lì per andare a prendere qualche altro figlio in pericolo. Devono poi essere morti tutti. Comun­que non sono stati identificati ed è probabile, data la condizio­ne dei resti, che alla fine si deb­ba ricorrere all’analisi del Dna.

S’è capito come è avvenu­to l’incidente?
La dinamica è piuttosto chiara. C’è questo treno partito da San Martino di Trecate che ha fatto il pieno di Gpl alla raffine­ria Sarpom. diretto a Grici­gnano d’Aver­sa, in provin­cia di Caserta. Scivolando su un binario costruito apposta per il collegamento alla rete fer­roviaria nazionale, il convoglio arriva a Novara dove viene ag­ganciato e parte. I treni di que­sto tipo, trasportando materia­le pericoloso, vanno molto pia­no. Quando il nostro merci, nu­mero 50325, arriva nella stazio­ne di Viareggio mancano un pa­io di minuti a mezzanotte. Qui, secondo la ricostruzione accre­ditata (ma con il condizionale) dalle stesse Ferrovie cede il car­rello «di uno dei primi carri ci­sterna ». Deragliano di conse­guenza 5 vagoni e da uno di es­si esce il Gpl. Nelle cisterne il Gpl è compresso al­lo stato liquido, ma appena entra a contatto con l’aria torna allo stato gas­soso. Si diffonde quindi in for­ma di nube bassa, bianca e fredda. In­contra una scintilla. Scoppia, in una successio­ne di tre esplosioni che i testi­moni sopravvissuti descrivono come «muro di fiamma», «apo­calisse », «nuova Pompei». Il bi­nario dove i 5 vagoni hanno de­ragliato corre parallelo a via Ponchielli. Cinque palazzi ne ri­sultano sventrati. Gente che stava dormendo o che guarda­va la televisione viene proietta­ta contro le spaccature che si so­no aperte nelle pareti. Altri pre­cipitano nei buchi che si sono formati durante la liquefazio­ne dei pavimenti. Passanti so­no ghermiti dalle fiamme e in­ceneriti.

La colpa?
Il sindacato dei ferrovieri scio­pererà oggi per un’ora. Epifani, capo della Cgil, ha detto che si tratta di una tragedia annuncia­ta. Ferrero, il capo di Rifonda­zione, vuole le dimissioni di tut­ti. Berlusconi ha avuto qualche fischio, ma anche molti applau­si. presto, naturalmente, per sapere chi è stato. Ci può esse­re stato l’errore umano anche nel montaggio del carrello. I macchinisti – secondo quanto dichiarato da chi se ne intende – non hanno commesso errori. Il capostazione di Viareggio ha avuto la prontezza, mentre tut­to andava a fuoco, di fermare due treni in arrivo, che avrebbe­ro moltiplicato il numero di morti e feriti.

Se un carrello ha ceduto, ci sa­rà stato un mancato controllo delle ferrovie.
I 14 carri del convoglio appar­tengono a ferrovie polacche e tedesche. Il carro all’origine di tutto è della Gatx, società ame­ricana con sede a Chicago e fi­liale a Vienna, specializzata nel­l’affitto di vagoni destinati a questo tipo di trasporti. Le fer­rovie italiane non c’entrano. Le regole sulla sicurezza sono eu­ropee. Il settore è regolato da una contrattualistica piuttosto complicata, e comunque, stan­do a quello che dice il responsa­bile europeo della società, Wer­ner Mitteregger, del viaggio ri­sponde chi ha preso in affitto il vagone.

E chi lo ha preso in affitto?
In questo momento non si sa. Si dice adesso – e ne parlerà for­se il ministro Matteoli stamani in Parlamento – che tutto il si­stema va rivisto. Ma il Gpl è un carburante che inquina poco e costa poco, che dalla Sarpom di San Martino viene portato ogni anno in tutto il Paese a bor­do di 2440 carri cisterna. Altri diecimila convogli trasportano per ferrovia benzina e gasolio. difficile adesso rimettere in discussione tutto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/7/2009]