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 2009  luglio 02 Giovedì calendario

Le storie di questi morti di Via­reggio, divenuti nel frattempo 17, sono strazianti. Rosario Cam­po, di anni 43, imprenditore nau­tico, stava andando in motorino lungo la via Burlamacchi

Le storie di questi morti di Via­reggio, divenuti nel frattempo 17, sono strazianti. Rosario Cam­po, di anni 43, imprenditore nau­tico, stava andando in motorino lungo la via Burlamacchi. sta­to carbonizzato in un istante. Una torcia umana la moglie, Claudia Fresca, di anni 41, che era seduta dietro: i passanti so­no riusciti a spegnere le fiamme e i soccorsi l’hanno poi fatta arri­vare al centro grandi ustionati di Parma. Ha poche speranze di farcela. Elena Iacopini, 32 anni, stava in casa, e in casa il fuoco l’ha presa e incenerita. La madre Emanuela Milazzo, di anni 63, e il marito Federico Battistini, di anni 32, stanno tutti a due a Pisa e potrebbero cavarsela. Stessa co­sa per Ilaria e Michela Mazzoni, che abitavano nella stessa casa ereditata dai genitori e che sono morte all’ospedale Versilia. Il bambino trovato carbonizzato in un’auto si chiamava Luca Pia­gentini, i genitori lo avevano messo lì per andare a prendere gli altri figli, il fuoco poi ha scon­volto i loro piani, adesso il padre e la madre sono in condizioni cri­tiche, il terzogenito Lorenzo è morto ieri sera al Meyer di Firen­ze, il primogenito Leonardo è sbucato a un certo punto quasi illeso dalle macerie. Tristissima la storia di Ana, di anni 40, ro­mena, che badava il suo vecchio novantenne di nome Mario Puc­ci. Sono morti tutti e due. Lei, si­mile alle statue di cenere di Pom­pei, è stata trovata con la mani­glia della porta in mano. Ham­za, di cui raccontiamo nel detta­glio la storia nell’articolo qui a destra, s’è sacrificato inutilmen­te. Era tornato indietro per salva­re la sorellina Iman, questo gli è costato la vita e la sua sorellina è poi spirata ieri pomeriggio al Bambin Gesù di Roma.

S’è capito qualcosa sul perché e sul percome?
Ieri mattina il ministro delle In­frastrutture, Altero Matteoli, ha riferito in Parlamento. una spiegazione molto tecnica, im­possibile da capire nel detta­glio senza un disegno. Ma quel­lo che importa è che è assodata la rottura dell’asse, e che que­sta è la causa del deragliamen­to: «L’asse si è di fatto spezzato nella parte che sporge dalla ruo­ta – detta ’fusello’ – che è co­perta dalla boccola, la quale consente all’asse stesso e alle ruote di girare...». Chi avrebbe dovuto accorgersi dell’asse con­sumato? I controlli si fanno con gli ultrasuoni e tutti giurano che erano stati eseguiti a regola d’arte. chiaro che qualcuno mente: la Sarpom, cioè la raffi­neria, dice di aver affidato la manutenzione del vagone a Fs Logistica. La sensazione è che la responsabilità finale pos­sa essere in questa società delle Ferrovie dello Stato.

La magistratura che dice?
Il procuratore Aldo Cicala e il sostituto Giuseppe Amodeo procedono contro ignoti per di­sastro ferroviario, omicidio col­poso plurimo e incendio colpo­so. Matteoli ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta. Beniamino Deid­da, procuratore generale della Toscana, allievo di don Milani e grande esperto di infortuni sul lavoro e reati ambientali, ha detto: «Questo incidente non è frutto del caso ma di precise azioni od omissioni che saran­no attentamente vagliate. Tut­to ciò che circola sulla rete fer­roviaria italiana deve essere a norma, e Trenitalia ne è respon­sabile ». Carlo Vaghi, della Boc­coni, si chiede: «Va bene, i vago­ni appartenevano a società este­re, ma il locomotore non era di Trenitalia?».

E’ sotto accusa il sistema ferro­viario italiano?
Prima di tutto c’è un buco nella normativa europea sulla sicu­rezza: si impone la revisione dei vagoni ogni quattro anni in­vece di pretenderla dopo un cer­to numero di chilometri. evi­dente che la Gatx – un colosso del settore, che di vagoni così ne ha 20 mila – tende a far la­vorare i suoi carri ventiquat­tr’ore su ventiquattro e sette giorni su sette. Quindi ha senso che la revisione – come ha det­to l’altro giorno anche Antonio Tajani, commissario Ue – sia fatta dopo un certo numero di chilometri e non dopo un certo periodo di tempo. Poi c’è il fat­to che tra il 19 maggio e il 29 giugno ci sono stati quattro de­ragliamenti. In quello del 22 giugno, a Vaiano (Prato), il tre­no trasportava acido fluoridri­co: fortunatamente il recipien­te ha tenuto, ma per rimettere a posto il traffico sulla linea Mila­no- Roma ci sono voluti due giorni. I dati sui deragliamenti sono preoccupanti perché sem­brano indicare un peggiora­mento tendenziale: 6 nel 2005, 9 nel 2007, 8 nel 2008, già 7 nei primi 6 mesi di quest’anno.

S’è trascurata la sicurezza per l’alta velocità?
Matteoli lo nega, il capo delle Ferrovie Moretti, che è un ex sindacalista della Cgil, pure.

Hanno ragione?
«Un Freccia Rossa efficiente e funzionale e un sistema ferro­viario complessivamente obso­leto, fatiscente e pericolante è esattamente la fotografia del si­stema ferroviario in India». Lo ha scritto ieri su Repubblica Maurizio Ricci. difficile dar­gli torto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/7/2009]