La Gazzetta dello Sport, 14 luglio 2009
Il caso di Luca Bianchini, il presunto stupratore di Roma, sembra molto chiaro: il Dna trovato addosso alle vittime è il suo e in casa ci sono elementi che, senza essere indizi di colpevolezza, aiutano a ricostruire un quadro psichico credibile

Il caso di Luca Bianchini, il presunto stupratore di Roma, sembra molto chiaro: il Dna trovato addosso alle vittime è il suo e in casa ci sono elementi che, senza essere indizi di colpevolezza, aiutano a ricostruire un quadro psichico credibile. C’è poi il precedente del 1996, quando Bianchini aveva 20 anni e si mise nei guai tentando di violentare una vicina di casa. C’è tuttavia un punto: l’uomo, al quarto giorno di detenzione, continua a negare e sostiene che gli inquirenti hanno manipolato il suo Dna. Ieri, alla fine di un’ora e mezza di interrogatorio di garanzia, ha chiesto che la perizia sul suo liquido organico sia rifatta. Il gip Roberto Amorosi non ha fatto sapere se questa richiesta avrà un seguito e intanto ha confermato la permanenza in carcere. Bianchini sta in isolamento a Regina Coeli, accusato di tre stupri, sequestro di persona e porto abusivo d’arma.
• Non ho capito troppo l’episodio del 1996. Come hanno fatto a liberarlo?
Ieri è saltata fuori anche la perizia d’epoca del professor Giusto Giusti. C’è scritto che il tentativo di violenza era «un episodio dissociativo acuto, e per questo motivo Bianchini non era in grado di intendere e volere. Non vi sono gli elementi per poter ammettere la probabilità che egli compia nuovi reati». La chiave del problema è tutta in quest’ultima frase: la legge vuole sapere dal medico se vi sia la probabilità che il soggetto commetta nuovi reati. A questa domanda non è semplice rispondere «sì, la probabilità c’è». Se inserissimo un «non», la questione si rovescerebbe. Se la legge cioè chiedesse: «Esiste la probabilità che il soggetto non commetta nuovi reati?» la risposta sarebbe del tutto diversa. In genere, sulla base del solo profilo psicologico, nessuno può garantire che il soggetto non commetterà di nuovo un certo reato. proprio l’adozione di un punto di vista garantista fino alle estreme conseguenze (domanda senza il «non») che favorisce queste decisioni incomprensibili al comune cittadino.
• Ma se si trattava di un raptus?
Non poteva essere un raptus. Bianchini, che abitava nel quartiere Centocelle, prese un coltello di 40 centimetri e bussò alla porta della vicina. Quando la donna aprì, le saltò addosso. Lei si difese a pugni e a calci ma non ce l’avrebbe fatta se non fosse stata aiutata dal figlio di 10 anni. Il mancato stupratore fu arrestato e poi liberato grazie alla perizia di Giusti. La donna dovette sopportarne la presenza nel palazzo per parecchio tempo, fino a che Bianchini non decise di trasferirsi a Cinecittà. L’uomo era persino diventato coordinatore del circolo Pd del Torrino (altro quartiere di Roma), dove s’era guadagnato la stima di tutti. La polizia però, basandosi sull’esame del Dna, sostiene che di notte emergeva un Bianchini diverso da quello che conoscevano gli amici e la fidanzata. Si metteva il passamontagna (che in casa non è stato trovato), si armava di un taglierino (in casa sua ne è stato trovato uno) e andava a caccia di donne sole, scegliendo preferibilmente quelle che la sera tardi riportavano la macchina in garage. C’è anche un filmato che lo mostra in azione e in cui la prescelta lo mette però in fuga.
• Già, nei garage ci sono le telecamere.
Aveva imparato ad accecarle. E sapeva come immobilizzare le sue vittime. Sempre in casa la polizia gli ha trovato, nascoste dietro un mobile, le fascette con cui immobilizzava le donne.
• Non sarà riconosciuto incapace di intendere e di volere anche stavolta?
E’ possibile. Il suo avvocato, Giorgio Olmi, che è anche un suo amico, ha detto che se le accuse risultassero davvero schiaccianti, chiederà proprio la totale infermità mentale. Non è assolutamente escluso che la ottenga. L’imputato teneva una specie di contabilità, segnando vicino a nomi o a luoghi a suo giudizio interessanti gli 1, le X e i 2 della vecchia schedina. C’è anche una specie di diario dove si vagheggia la guarigione, «l’attività sessuale erotica con donne più grandi», la «fortuna politica» e la «fortuna sessuale senza impulsi». «Impulsi », capisce? Collezionava dvd dai titoli significativi, come Realmente stuprate , le cui sequenze avrebbe riprodotto nelle sue imprese ( nella foto Ansa, alcuni degli oggetti trovati ). Teneva in un cassetto anche delle bamboline, infilzate secondo i riti voodoo. S’è saputo che frequentava il mago Nicola per farsi preparare filtri, conservava i ritagli di cronaca nera, specialmente quelli relativi alle violenze carnali e alle rapine.
• Possibile che la fidanzata non si sia mai accorta di niente?
In questura, quando le hanno spiegato la cosa, s’è messa a gridare per la disperazione. Non s’era accorta di niente. «Luca era tranquillissimo e io non sono una che fruga negli armadi». Lui la chiamava tutte le sere alle otto. Poi spariva. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/7/2009]