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 2009  luglio 12 Domenica calendario

La soluzione per le badanti, messe all’angolo dalla legge sul­la sicurezza, sta arrivando, sot­to forma di emendamento al de­creto sicurezza, qualcosa quin­di che entrerà in vigore molto presto

La soluzione per le badanti, messe all’angolo dalla legge sul­la sicurezza, sta arrivando, sot­to forma di emendamento al de­creto sicurezza, qualcosa quin­di che entrerà in vigore molto presto. Per non far arrabbiare Roberto Maroni e il governo non bisogna però chiamare que­sto emendamento con le parole “condono” o “sanatoria”.

E allora come?
Non lo so. Se anche fosse un condono – come maliziosa­mente insistono a classificarlo i giornali nemici del Cavaliere -, sarebbe sbagliato collegarlo all’immigrazione clandestina. Riguarda infatti la messa in re­gola di tutte le colf e di tutte le badanti, italiane, comunitarie ed extracomunitarie.

Cioè, se io ho in casa una don­na di servizio in nero – vale a dire che non le pago i contribu­ti e le do magari un salario infe­riore ai minimi di legge – ades­so posso sanare la situazione.
Proprio così. L’emendamento (un solo articolo di legge sud­diviso in tredici commi) fissa una finestra temporale in cui mettersi in regola: dal 1˚ al 30 settembre 2009. Le colf e le ba­danti da sistemare dovevano essere in servizio prima del 30 giugno 2009. Se si tratta di una colf italiana (dovrebbero essercene in giro un cento-cen­tocinquantamila) oppure di una colf che viene da un Paese della comunità europea (250-300 mila), il datore di la­voro si presenterà all’Inps del­la sua zona, verserà un ”contributo forfettario” di 500 euro e con questo avrà risolto il problema delle sanzioni pe­nali, civili e amministrative. Poi, naturalmente, dovrà rico­noscere al dipendente tutto il dovuto in termini di versamen­ti contributivi, tfr, ferie e quan­t’altro previsto dai contratti, che, per rinfrescarsi la memo­ria, saranno disponibili negli uffici Inps. Una bella sberla, per chi ha la cameriera in nero da parecchio tempo. Probabil­mente però si diranno parec­chie bugie all’atto dell’autode­nuncia. Anche se la colf ingan­nata potrà poi sempre ricorre­re al giudice del lavoro per far­si riconoscere il giusto.

Ma i datori di lavoro accette­ranno di uscire allo scoperto in queste condizioni?
Non so per le colf, dove forse qualcuno persevererà nel com­portamento irregolare. Di sicu­ro le famiglie che hanno la ba­dante non si tireranno indie­tro. Le badanti, assistendo i vecchi, svolgono un servizio sociale fondamentale, che Il Sole 24 ore ha quantificato in un valore di 11 miliardi l’anno.

Questo per le badanti italiane e comunitarie. E per le extra­comunitarie?
La domanda andrà presentata allo sportello unico per l’immi­grazione del proprio territo­rio, che dovrà acquisire il pare­re della questura. Infatti non saranno ammessi alla regola­rizzazione: i cittadini extraco­munitari colpiti da provvedi­mento di espulsione per moti­vi diversi dal mancato rinnovo del permesso di soggiorno; gli “indesiderati” e gli “inammis­sibili”; quelli che hanno ripor­tato condanne per uno qualsia­si dei reati previsti negli artico­li 380 e 381 del codice di proce­dura penale, cioè furto, violen­za sessuale, saccheggio, rapi­na, pedopornografia, terrori­smo, eversione, omicidio, cor­ruzione, truffa, ecc. Sono i rea­ti per i quali, in caso di flagran­za, è previsto l’arresto imme­diato. Anche in questo caso i datori di lavoro dovranno ver­sare i 500 euro – che li assolve­ranno da ogni sanzione pena­le, civile e amministrativa – e poi riconoscere al dipendente il dovuto. Ogni famiglia potrà sanare la posizione di una colf e due badanti. E ci saranno di sicuro degli abusi, cioè gente che ne approfitterà. D’altra parte il meglio è nemico del be­ne ed è già chiaro, lo hanno ammesso anche i tecnici del ministero dell’Interno, che non vi sarà modo di controlla­re la veridicità delle autode­nunce. Un paletto forte è stato messo, in questo senso, ai da­tori di lavoro stranieri, quelli cioè che avrebbero più facil­mente la possibilità di approfit­tarne. Potranno far domanda di regolarizzazione solo i “lungo-soggiornanti”, cioè quelli che stanno da noi, rego­larmente, da almeno cinque anni.

Alla fine di quanta gente stia­mo parlando?
A oggi risultano in sospeso 300 mila domande di assunzio­ne di colf e badanti extracomu­nitarie. Mettendoci anche le italiane e le comunitarie si do­vrebbe arrivare al mezzo milio­ne almeno. Si sono fatti i conti anche dei denari che questo provvedimento porterà nelle casse dei soggetti interessati. L’Inps si aspetta di ricevere, dalle sanzioni e dal resto, un 150 milioni, che in parte spen­derà per gestire il problema (personale, adeguamento sof­tware eccetera). Dopo la rego­larizzazione, però, entreran­no nelle casse dell’Istituto 45 milioni l’anno e in quelle del fisco 400 milioni. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/7/2009]