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 2009  luglio 16 Giovedì calendario

Ci sono un sacco di provvedimen­ti economici che riguardano più o meno tutti: pensioni (le statali dovranno ritirarsi più tardi), gente che ha portato i capitali al­l’estero e che adesso può farli rientrare pagando una multa del 5%, previsioni su come an­dranno le cose nei prossimi anni

Ci sono un sacco di provvedimen­ti economici che riguardano più o meno tutti: pensioni (le statali dovranno ritirarsi più tardi), gente che ha portato i capitali al­l’estero e che adesso può farli rientrare pagando una multa del 5%, previsioni su come an­dranno le cose nei prossimi anni. C’è stata anche una conferenza stampa, e Tremonti (nella foto Ansa) ha fatto una cosa molto brutta: ha dato del testa di c… a un giornalista che gli aveva, del tutto legittimamente, fatto una domanda sgradita.

Domanda assurda?
No, per niente. Il giornalista aveva ricordato a Tremonti il suo impegno, un anno fa, di non far condoni. E gli ha chie­sto come mai a questo punto ha cambiato idea, osservando che questo provvedimento sullo scudo fiscale è comunque un fa­vore agli evasori…

Ma di che si tratta alla fine?
La gente, da tempo immemora­bile, porta i soldi all’estero, in genere con un sistema sempli­cissimo: ci si fa fatturare da una società estera qualcosa (un ac­quisto, un servizio) e si salda il conto all’estero, cioè si spedi­scono soldi in qualche paradiso fiscale, sottraendo reddito al fi­sco italiano. Una società che ha bisogno – mettiamo – di matite e che ha una società produttri­ce di fronte all’ufficio, fa com­prare le matite da una società delle Cayman, che è natural­mente e nascostamente sua, e poi le ricompra da questa. Sa­rebbero stati parcheggiati al­l’estero in questo modo almeno duecento miliardi di euro. Tre­monti, con un emendamento al decreto anti-crisi, invita a farli rientrare in Italia pagando una multa del 5%. In una prima for­mulazione, la legge avrebbe condonato tutti i reati commes­si. In una versione di un paio d’ore dopo, riformulata dai due relatori Chiara Moroni (Pdl) e Maurizio Fugatti (Lega Nord), lo scudo non salva più dai reati di mafia, corruzione, concussio­ne, traffico d’armi e di droga, delitti puniti con l’ergastolo o con pene di almeno 15 anni. L’evasore sarà perdonato solo per la dichiarazione infedele o per l’omessa dichiarazione. Tre­monti non fa previsioni su quan­ti soldi rimpatrieranno e ha spi­ritosamente messo in bilancio la somma di un euro. Il sito del Corriere ieri scriveva che al mi­nistero valutano quel 5% di multa un 3 miliardi, 3 miliardi e mezzo. Il che vuol dire che s’aspettano un ritorno di una sessantina di miliardi. Più o me­no quello che rientrò con i due scudi precedenti.

E Tremonti perché s’è innervo­sito col giornalista?
Francamente non lo so. Prima ha detto che il collega – un ame­ricano – avrebbe fatto bene a ri­volgere quella domanda a Oba­ma, che a suo dire sta facendo la stessa cosa. Poi, non volendo rispondere, ha in realtà spiega­to: lo scudo svuoterà le casse dei paradisi fiscali e permetterà al ministero di impedire nuove fughe e nuove evasioni in futu­ro. Sarà vero, sarà falso, è co­munque una strategia che ha una sua logica. Che c’entra da­re della testa di c… a un corri­spondente? I nostri governanti devono capire che i giornalisti hanno il diritto di fare tutte le domande che vogliono e che i politici hanno il dovere di ri­spondere. Gli insulti, franca­mente, fanno cadere le braccia.

Diceva prima che s’è deciso qualcosa anche sulle pensioni?
Sì, l’Unione europea ci sollecita­va, annunciando sanzioni assai costose, a rendere identico il momento dell’andata in pensio­ne per gli uomini e le donne nel­la Pubblica amministrazione. Fino ad oggi le statali si ritirava­no a 60 anni e gli statali a 65. Dall’anno prossimo le statali non potranno andare in pensio­ne se non avranno compiuto 61 anni. Si aggiungerà poi un an­no ogni biennio: l’età pensiona­bile verrà così portata a 62 nel 2012, a 63 nel 2014 e così via fi­no a raggiungere i 65 anni, e la parità, nel 2018. Sacconi, mini­stro del Welfare, ha poi annun­ciato la creazione di una fine­stra di mobilità che aggiusterà l’età pensionabile con l’aspetta­tiva di vita. Significa questo: se le statistiche mostreranno che la nostra vita media continua ad allungarsi, l’automatismo rinvierà di qualche settimana il diritto ad abbandonare il lavo­ro. Non più di tre mesi, ha speci­ficato Sacconi. Naturalmente il Pd, Di Pietro, la Cgil hanno spa­rato a zero su tutto, non ho ne­anche bisogno di dirglielo. Lo scudo dovrà essere approvato dalla Ue.

Previsioni?
Non entusiasmanti. Finora, se­condo i dati del ministero, sia­mo andati giù del 4,7%. A fine anno saremo scesi del 5,2. L’an­no prossimo staremo quasi fer­mi, si ipotizza un +0,5. Dal 2011 dovremmo ricominciare a crescere al ritmo del 2% l’anno. Poco. La nostra palla al piede, come saprà, è il debito pubbli­co, arrivato in maggio a 1.752,188 miliardi di euro con contemporaneo calo delle en­trate fiscali. Calo che purtrop­po, data la situazione, appare strutturale. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/7/2009]