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 2009  luglio 20 Lunedì calendario

Il 20 luglio del 1969 due esseri umani toccavano per la prima vol­ta il suolo lunare, saltando giù dal­la scaletta del modulo Eagle

Il 20 luglio del 1969 due esseri umani toccavano per la prima vol­ta il suolo lunare, saltando giù dal­la scaletta del modulo Eagle. Era­no gli americani Neil Armstrong e Edwin Buzz Aldrin. C’era un terzo uomo dell’equipaggio, Michael Collins, che attendeva in orbita. Scese prima Armstrong, cosa che contribuì a mandare in crisi il suo compagno, sicuro di un qualche di­ritto a quel primato. Solo dopo an­ni si seppe che la Nasa aveva scelto soprattutto in base all’aspetto fisi­co: Armstrong sembrava più adat­to, per la faccia che aveva e per il modo in cui parlava, a rappresen­tare l’America e l’umanità.

Perché sulla Luna non ci sia­mo andati più?
Veramente, dopo Apollo 11, gli americani sono andati sulla Lu­na altre 5 volte, facendo scende­re sul satellite 12 persone in tut­to. L’ultimo, Eugene Cernan, co­mandante di Apollo 17, nel 1972. Da allora alla Nasa si sono con­centrati soprattutto su Marte. Se­nonché nel 2004 Bush se ne è uscito con un annuncio: presto noi americani torneremo sulla Luna… Prese in contropiede un po’ tutti, compresa la Nasa molto impegnata nella realizzazione della prima Stazione Spaziale In­ternazionale, una struttura che orbita a 350 chilometri d’altezza, ospita sempre due o tre astronau­ti dal 2 novembre del 2000, è sta­ta realizzata in collaborazione con canadesi, europei, giappone­si e russi, e sarà costata alla fine del 2016 almeno 100 miliardi di dollari. ancora in costruzione: partono periodicamente, shuttle o soyuz o altri vettori europei o giapponesi. La Luna, per dir così, non era nei programmi.

Quindi?
Quindi è in corso adesso una di­scussione gigantesca tra quelli che se ne intendono: andare sul­la Luna o puntare su Marte? Se si decidesse di puntare sulla Lu­na, gli investimenti in tempo e denaro sarebbero tali che il pri­mo uomo metterebbe poi piede su Marte non prima del 2070. In caso contrario, un equipaggio potrebbe atterrare su Marte al­l’inizio degli Anni 30 di questo secolo.

Sembrerebbe più logico colo­nizzare prima la Luna, no?
Quelli che vogliono andare sulla Luna, promettono un forte rifor­nimento di silicio, il materiale di cui è fatto il 20% del nostro satel­lite, essenziale per la costruzio­ne di cellule fotovoltaiche, e di elio 3, raro sulla Terra, abbon­dante lassù, col quale si potreb­bero creare reattori a fusione nu­cleare e garantire energia pulita a parecchie generazioni di terre­stri. Altro elemento a favore: la Luna si raggiunge in 3 giorni, Marte in 6 mesi. Le estrazioni di minerali sulla Luna, inoltre, non alterano alcun ambiente ecolo­gicamente sensibile.

Che cosa dicono i nemici della Luna?
Dicono che intanto questo viag­gio è intellettualmente poco sti­molante: si adopererebbero più o meno le stesse idee tecnologi­che del 1969, e sia pure aggiorna­te. I costi per il trasporto di qua­lunque materiale dalla Luna alla Terra sarebbero immensi. Inol­tre non abbiamo ancora svilup­pato la tecnologia per lo sfrutta­mento dell’elio 3.

Invece su Marte…
Buzz Aldrin, che ha scritto ades­so un libro intitolato Magnifi­cent Desolation (Magnifica de­solazione), immagina di piaz­zare un modulo nel punto di li­brazione tra la Terra e la Luna, il punto cioè dove le due gravi­tà si annullano e si resta sospe­si nello spazio senza bisogno di energia. Da lì, gli astronauti po­trebbero studiare la cometa che ci sfiorerà nel 2018 e i due asteroidi attesi per il 2020 e il 2021. Sarebbe una sorta di alle­namento, in preparazione del­l’atterraggio su Phobos, uno dei satelliti di Marte, da realiz­zare nel 2022: quell’anno infat­ti dovremmo essere in grado di percorrere distanze misurabili in minuti-luce invece che in se­condi- luce. La Luna dista un se­condo- luce, Marte 8 minuti-lu­ce. Lei ha chiaro che cos’è un minuto-luce o un secondo-lu­ce, sì? Lo spazio percorso dalla luce in un minuto o in un secon­do. La luce viaggia a 300 mila chilometri al secondo. Scott Hubbard, super-esperto di mis­sioni spaziali, spiega così la pre­ferenza per Marte: «E’ più simi­le alla Terra: dotato di una sot­tile atmosfera e la temperatura all’equatore è paragonabile a quella terrestre. In teoria si po­trebbe pensare di farci crescere qualcosa. La Luna non ha atmo­sfera: è fredda e secca come un osso! La sua superficie è cotta dalle radiazioni che la rendono inospitale per qualsiasi insedia­mento». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/7/2009]