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 2009  luglio 27 Lunedì calendario

C’è un altro capitolo della que­stione meridionale di cui ci stia­mo occupando da qualche gior­no: il governo ha commissariato la sanità di Campania e Molise, due regioni del Sud, e si appre­sta a commissariare, tra qual­che settimana, anche la sanità della Regione Calabria

C’è un altro capitolo della que­stione meridionale di cui ci stia­mo occupando da qualche gior­no: il governo ha commissariato la sanità di Campania e Molise, due regioni del Sud, e si appre­sta a commissariare, tra qual­che settimana, anche la sanità della Regione Calabria. Le sani­tà di Lazio e Abruzzo erano già state commissariate in preceden­za. Il professor Massimo Bordi­gnon, professore di Scienza delle Finanze alla Cattolica di Mila­no, elogiando il pugno duro di Tremonti, s’è chiesto perché non sia stata commissariata anche la sanità siciliana. possibile che il ministro abbia apprezzato gli sforzi compiuti da quella Re­gione per raddrizzare il deficit. altrettanto possibile che la ri­volta in atto, nel governo e nella maggioranza, da parte di mini­stri e di importanti esponenti meridionali, abbia consigliato prudenza.

Che cosa significa «commissa­riare» ?
Nominare il cosiddetto commis­sario ad acta . Il commissario ad acta è un funzionario, qualche volta scelto da un giudice qual­che altra da un’amministrazio­ne gerarchicamente superiore, che, per dir così, «deve fare ciò che non è stato fatto»: può dun­que prendere il posto di un’am­ministrazione comunale o re­gionale per riparare a delle ina­dempienze. Nel nostro caso: gli assessorati alla Sanità delle Regioni Campania e Molise pre­sentavano buchi di bilancio co­sì gravi da meritare un inter­vento. Il ministro aveva chiesto alle rispettive amministrazioni di presentare un piano di rien­tro, ma quando questo è arriva­to è stato giudicato insufficien­te o addirittura non credibile. Il colpo è ammorbidito dal fat­to che commissari ad acta sono stati nominati i due presidenti della Regione, Iorio e Bassoli­no. Per Iorio, che s’è insediato da pochi mesi, la cosa può ave­re senso, anche se ha una sfilza di altri incarichi davvero im­pressionante. Per Bassolino un certo stupore è giustificato, e qualcuno lo ha espresso: a logi­ca, il commissario ad acta do­vrebbe essere una figura terza rispetto all’amministrazione inadempiente. Come potrà il governatore stesso – che non può essere del tutto innocente del dissesto – farsi riformato­re dei conti che ha contribuito a disastrare? Bassolino infatti tuona che il governo ha capito male, che i numeri non sono per niente quelli che dice Tre­monti eccetera. Tremonti in­tende mandargli un sub-com­missario, Bassolino vuole sub-commissari di suo gradi­mento altrimenti – dice – ri­fiuterà l’incarico.

Bisogna spaventarsi?
Beh, è un problema politico. La tensione generale sul Mezzo­giorno deve salire o scendere? Ieri, Gianfranco Micciché, sot­tosegretario alla presidenza del Consiglio (dunque un uo­mo del governo), ha dato un’in­tervista tremenda al Sole 24 Ore . Tremonti – dice – è un leghista travestito e questo è perciò un governo leghista per­ché il ministero dell’Economia vale per cinque (Tesoro, Finan­ze, Partecipazioni statali, Bilan­cio, Mezzogiorno). Poi la Lega ha in mano dicasteri decisivi co­me Interni, Agricoltura e Rifor­me. E infine Calderoli, con la scusa del ministero della Sem­plificazione, si infila dappertut­to. Dice Micciché, che nel 2001 fece vincere Berlusconi 61 a 0 in Sicilia: o vedo qualcosa di concreto in favore del Mezzo­giorno e della Sicilia o esco dal governo. Uscire dal governo! E venerdì scorso, al momento di votare la fiducia, né lui né Lom­bardo, governatore della Sici­lia, si sono presentati in Aula. Intanto Fitto, in Consiglio dei ministri, s’è scagliato contro Tremonti e Gasparri, e ha spa­rato a zero contro i suoi colle­ghi meridionali, accusandoli di andare a caccia di poltrone. In effetti Micciché potrebbe diven­tare ministro per il Sud. un’ipotesi.

Il Partito democratico gongole­rà?
No, il Pd non sa che pesci pren­dere. E oltre tutto ha Bassolino scatenato. Bassolino vede in questa battaglia meridionali­sta l’occasione per riciclarsi al­le prossime elezioni regionali.

E Berlusconi?
Tutti si rivolgono a Berlusconi, chiedendo di operare la sintesi tra le diverse spinte. Berlusco­ni, a dire la verità, all’inizio l’aveva presa un po’ alla legge­ra. Ieri ha fatto sapere che sta pensando di mettere insieme 17-18 miliardi da destinare al Sud, sbloccando i Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas). Per­ché il problema sono i soldi e solo i soldi: la crisi e la volontà di Tremonti di imporre un di­verso criterio nella ripartizione dei fondi hanno provocato que­sta situazione di rivolta. E con il federalismo, quando saran­no emanati i decreti attuativi, per il Sud sarà ancora peggio.

C’è il pericolo che il Paese si spacchi in due?
Una volta lo tenevano unito la Democrazia cristiana e la Chie­sa. La Dc è sparita. E la predica­zione della Chiesa non ha più la forza di un tempo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/7/2009]