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 2009  agosto 06 Giovedì calendario

Dopodomani, sabato 8 agosto, entrerà pienamente in vigore il disegno di legge sulla sicurezza. Nello stesso giorno, il ministro Maroni darà seguito alla parte di quella legge che riguarda l’istituzione delle cosiddette ron­de, promulgando il decreto at­tuativo

Dopodomani, sabato 8 agosto, entrerà pienamente in vigore il disegno di legge sulla sicurezza. Nello stesso giorno, il ministro Maroni darà seguito alla parte di quella legge che riguarda l’istituzione delle cosiddette ron­de, promulgando il decreto at­tuativo.

Quindi, da domenica, «ronde» in tutte le città?
Intanto la parola «ronde» en­trata ormai nel linguaggio co­mune non si trova mai nella legge, che parla di volontaria­to di cittadini. Poi le ronde non potranno partire domeni­ca perché c’è tutta una proce­dura da rispettare: bisognerà individuare le associazioni ti­tolate a organizzare il servi­zio, con queste associazioni il Comune dovrà stipulare una convenzione, quindi si dovran­no selezionare i volontari i cui nomi andranno scritti in un al­bo appeso in prefettura e che dovranno frequentare dei cor­si di formazione. Non sarà pos­sibile vedere in azione i rondi­sti (continuiamo a chiamarli così per semplicità) prima di Natale o forse addirittura di gennaio del 2010.

Che faranno poi queste ron­de? Mettiamo che mi fermino e che io sia nervoso e li mandi a quel paese.
Ma non direi che le ronde pos­sano fermarla, come farebbe­ro dei poliziotti, dei carabinie­ri o degli agenti della guardia di finanza. Come mai le ronde dovrebbero interessarsi a lei? Se lei sta facendo qualcosa di male, probabilmente vedendo­li arrivare scapperà. Ricono­scerli sarà facile: avranno l’ob­bligo di indossare una pettori­na gialla con la scritta «Osser­vatore volontario». Capendo che lei è un mascalzone, i ron­disti non si metteranno nean­che a inseguirla: chiameranno la polizia, i carabinieri o i vigili urbani attraverso un walkie-talkie d’ordinanza.

Armi?
No. Il governo non ha voluto che fosse possibile caratteriz­zare le ronde con i colori di un partito politico o di un sindaca­to o di una tifoseria calcistica. Niente divise, niente armi, niente auto. Ciascuna squadra non potrà essere composta da più di tre elementi. Inoltre le città potranno dotarsi di que­sto sistema di vigilanza volon­taria solo se il sindaco sarà d’accordo: basterà il «no» del primo cittadino per non farne niente. Per esempio il sindaco di Massa, dove una settimana fa ci sono stati incidenti tra ronde di destra e ronde di sini­stra, ha detto che lui le ronde non le vuole. E perciò a Massa le ronde non ci saranno. I can­didati a far parte delle squadre saranno sottoposti al giudizio preventivo del prefetto che po­trà protestarli. Il ministro Ro­berto Maroni, in un’intervista alla Padania dell’altro giorno, ha detto che il modello a cui si è ispirato per scrivere i dieci ar­ticoli del decreto attuativo è quello di Verona.

Sarebbe?
Tre associazioni con 240 ade­renti volontari civici distribui­ti su turni di 24 ore e coordina­ti da un alto funzionario di po­lizia, l’avvocato Luigi Altamu­ra, che s’è prestato a dare una mano. Il sindaco di Verona, Fulvio Tosi, spiega che i volon­tari «battono parchi, piste ci­clabili, ma hanno pure segna­lato un bordello che dava di­sturbo agli inquilini così come il luogo dove era necessario un lampione in più. Tra quelli che prestano il servizio – ha detto ancora – ci sono due ex­tracomunitari del Ghana: mat­tina al lavoro, pomeriggio con la pettorina, sera a scuola».

Quanto si guadagna a fare i «rondisti»?
Niente. La legge vieta nella maniera più assoluta qualsiasi forma di finanziamento a que­ste associazioni, che devono organizzare tutto su base vo­lontaria. una bella cosa, ma crea problemi. In tante città ci sono già dei servizi volontari in funzione. Per esempio a Mi­lano: «Abbiamo dovuto so­spendere i servizi di controllo di City Angels e Blue Berets (in alto, nella foto Ansa) e con ogni probabilità anche i con­trolli sul metro fatti dall’Asso­ciazione Poliziotti Italiani» ha spiegato il vicesindaco Riccar­do De Corato, a cui la Moratti ha delegato i problemi della si­curezza: «Abbiamo chiesto al­la Prefettura e conviene so­spendere in attesa del decreto attuativo». Che accadrà però alla ripresa? L’obbligo di lavo­rare gratis porrà qualche pro­blema? Il sindaco di Torino, Chiamparino (Pd), dice che di dar soldi ai rondisti non se ne parla: «A Torino abbiamo i Ci­ty Angels, partiti da San Salva­rio e poi al lavoro in due circo­scrizioni. Andranno dove ci so­no altre criticità, non sempre riconducibili all’idea di reato. Stiamo parlando di volontaria­to, dai compiti ben precisi e li­mitati, non diverso da quello dell’assistenza a chi ha biso­gno. I termini stabiliti dalla legge sono questi».[Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 6/8/2009]