La Gazzetta dello Sport, 14 agosto 2009
Tra gli effetti della crisi c’è anche questo: che gli Stati danno la caccia con maggior vigore agli evasori fiscali

Tra gli effetti della crisi c’è anche questo: che gli Stati danno la caccia con maggior vigore agli evasori fiscali. Gli svizzeri di Ubs (Unione delle Banche Svizzere) dovranno consegnare agli uomini di Obama una lista con 8-10 mila nomi di clienti americani che hanno portato i loro soldi all’estero sperando che il fisco non se ne accorgesse. Gli inglesi hanno stretto un accordo con il Liechtenstein per ottenere informazioni sui titolari britannici di conti presso le banche del Principato. E gli italiani, oltre al varo dello scudo fiscale (premessa a una stretta su chi evade portando capitali all’estero), stanno indagando su 170 mila connazionali che hanno aggirato il fisco trasferendo i soldi oltre frontiera, soprattutto (appunto) in Svizzera e Liechtenstein. Quest’ultima notizia è stata data ufficialmente al Tg1 dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, inseguito dai giornalisti perché il primo sospettato di questi 170 mila furbi sarebbe addirittura l’avvocato Agnelli, il quale in vita avrebbe nascosto all’estero un patrimonio di quasi due miliardi di euro.
• E questa notizia come salta fuori?
Per via della causa che la figlia Margherita ha fatto alla madre e ai gestori del patrimonio dell’Avvocato, signori Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron. Margherita sostiene che una parte dell’eredità le è stata scientemente nascosta. Aggiunge che questi beni personali del padre (pacchetti azionari di società non quotate, appartamenti, quadri eccetera) si trovano all’estero. La causa è in corso, non si sa quando finirà, ma intanto l’Agenzia delle Entrate ha aperto fin dallo scorso giugno una procedura per rientrare di quanto eventualmente le spetta. Nel caso avesse ragione Margherita e questo patrimonio esistesse sul serio, le due Agnelli eredi rischierebbero di dover pagare al fisco una somma superiore ai due miliardi del patrimonio conteso. Sembra il film Il tesoro della Sierra madre , con Humphrey Bogart. Nel caso, aspettiamoci un contenzioso colossale, le due hanno la residenza in Svizzera, si proclamerebbero straniere eccetera.
• La Svizzera non è diventata più morbida?
Ieri Federico Rampini, commentando la vicenda di questa guerra tra Ubs e Stati Uniti, vinta per il momento da Obama, ha citato un titolo del New York Times : «Il Congresso sancisce la fine dei paradisi fiscali». Data: 4 febbraio 1962. Questo per dire che le vittorie di questo o di quello in questa o quella circostanza sono successi di una battaglia, mentre la vittoria nella guerra al segreto bancario svizzero è ancora di là da venire.
• Obama non ha vinto?
L’accordo tra Ubs e Amministrazione Usa prevede che il governo svizzero (non Ubs) consegni al governo americano i nomi di 8-10 mila correntisti Ubs di nazionalità statunitense sospetti di frode e di altri reati. I correntisti in totale sono 52 mila, per un’attività pari a quasi 15 miliardi di dollari: e dunque, prima di tutto, almeno 42 mila di questi sono salvi. La legge svizzera, che non viene intaccata dalla procedura prescelta, prevede che una banca possa rivelare il nome di un correntista solo se la richiesta è nominativa ed è giustificata da un reato riconosciuto dalla legge elvetica, e tra i reati riconosciuti dalla legge elvetica non c’è l’evasione fiscale compiuta in un altro Paese. Ubs aveva già pagato, lo scorso febbraio, 780 milioni di dollari di multa e aveva consegnato, sperando che bastasse, 250 nomi.
• Come hanno fatto a convincerli gli americani?
C’era un processo in America e la sentenza era prevista per lunedì prossimo. Ubs è molto presente con le sue filiali sul territorio Usa e Obama aveva detto chiaro e tondo che un no sulla faccenda dei correntisti Ubs avrebbe comportato il ritiro della licenza e l’uscita di Ubs dal mercato americano. Ubs stava quasi per cedere, quando è intervenuto il governo di Berna: la legge sul segreto non poteva essere smantellata. Ci metta anche una pressione politica: la Federal Reserve ha aiutato la Banca centrale svizzera ha ricomprare 60 miliardi di titoli tossici – tipo subprime – che stavano soffocando Ubs.
• Ma il segreto bancario per quel Paese è così conveniente?
Scherza? Con le leggi sulla protezione dei patrimoni che vengono loro affidati, la Confederazione custodisce da sola un terzo della ricchezza clandestina delle famiglie più facoltose del pianeta. Qualcosa come 11 mila miliardi di dollari, quasi sei volte il Pil italiano. Secondo l’Ocse il valore dei fondi off-shore della sola Ubs starebbero tra i 5 e i 7 mila miliardi di dollari. Faccia caso a questo piccolo dettaglio: appena s’è saputo dell’accordo con gli Stati Uniti, il titolo Ubs alla Borsa di Zurigo ha guadagnato più del 3 per cento. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/8/2009]