La Gazzetta dello Sport, 17 agosto 2009
Oggi è il primo giorno dell’anno.• Il troppo sole le ha dato alla testa. Oggi è il 17 agosto

Oggi è il primo giorno dell’anno.
• Il troppo sole le ha dato alla testa. Oggi è il 17 agosto.
Oggi è il primo giorno dell’anno nel senso che l’anno reale comincia adesso: tra pochi giorni parte il campionato di calcio, poi aprirà il Parlamento, quindi cominceranno le scuole, ecco subito dopo il Congresso del Partito democratico e la Finanziaria (che continuiamo a chiamare così anche se ha cambiato nome). Nel frattempo avranno votato in Afghanistan e in Germania. E la cosiddetta grande crisi economica affronterà le sue verifiche, che tutti aspettiamo con ansia: la disoccupazione, le aziende che resteranno in piedi o chiuderanno, il prezzo del petrolio, quello dei generi alimentari, quello delle materie prime, quello delle case. Tutti esami previsti per il quadrimestre settembre-dicembre. Nel corso del quale potrebbero cominciare il loro iter un paio di leggi capitali: la riforma della giustizia, un nuovo sforzo sulla sicurezza – secondo quello che Berlusconi ha detto proprio l’altro giorno, l’evoluzione del quadro politico in vista di quello che sarà l’appuntamento chiave della prima metà del 2010: le elezioni regionali.
• Accidenti. Forse ha ragione lei. Forse è il primo dell’anno. Volendo capir meglio quest’agenda, da dove cominciamo?
Cominciamo magari proprio dalle Regionali. Le questioni in ballo sono tre: i candidati del centro-destra per Lombardia e Veneto; la posizione dell’Udc; l’ultima verifica per il Partito democratico. Sul primo punto: le grida attuali di Bossi sui dialetti da insegnare nelle scuole, sull’inno nazionale da cambiare, sul tricolore da mandare a casa eccetera sono l’inizio di una lunga volata al termine della quale la Lega vuole avere almeno i governatori di Lombardia e Veneto. Oppure delle contropartite politiche molto sostanziose, in termini di potere di governo. Le ho già detto l’altro giorno che la Lega progetta di presentarsi anche nel Lazio e che dunque tende a trasformarsi in partito nazionale. Questo mentre Nord e Sud sono destinati a un confronto sempre più aspro e sempre più difficile da mediare, un confronto le cui conseguenze finali non oso nemmeno immaginare. La questione dell’Udc è stata spiegata molto bene da uno dei tre coordinatori del Pdl, Denis Verdini: alleandosi con Casini, il centro- destra rischia di vincere non solo nelle sette Regioni che già governa, ma anche in Piemonte, Liguria, Lazio, Campania, Puglia e Calabria. La sinistra potrebbe trovarsi in difficoltà persino in Umbria e nelle Marche.
• Problema: quanto potere acquisterebbe, in questo caso, Casini nel centro-destra?
L’Udc è un’altra delle ragioni per cui la Lega strilla: Casini viene a rompergli le uova in casa. un quadro che spiega anche perché D’Alema – la sinistra del Pd – vorrebbe tanto fare asse con l’Udc. Bersani vincerà probabilmente il congresso e forse anche le primarie. Il suo vero esame sarà però alle Regionali. Un brutto risultato anche in quella consultazione e il Pd andrà in frantumi. Lei dà per scontato che Berlusconi, con tutti i guai procuratigli dalle ragazze, passerà indenne anche i prossimi mesi. A parte tutto, per i cavalli di razza del centro- destra – Tremonti, Fini, Bossi – non c’è niente di meglio che un Berlusconi sempre capace di prender voti, ma politicamente indebolito. Le Regionali serviranno comunque anche per verificare il residuo appeal del Cavaliere.
• La crisi non potrebbe modificare completamente il quadro?
La crisi può essere la variabile che cambia lo scenario. L’altro giorno tutti hanno detto che ormai ne siamo fuori, ancora ieri Emma Marcegaglia, pur ammettendo che «potremmo perdere molte aziende», ha annunciato che abbiamo toccato il fondo e ormai non si tratta che di risalire. Il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita sostiene che l’Italia è appesa a un milione di imprenditori disposti ad arrancare per recuperare le posizioni perdute. C’è però anche un quadro internazionale da considerare. L’idea che nei prossimi mesi i cinesi possano comprare dal resto del mondo quello che prima compravano gli americani è illusoria: l’economia americana è ancora oggi tre volte quella cinese e sei volte quella indiana. Per avere in Oriente sbocchi di mercato delle stesse dimensioni di quelli che una volta ci garantivano gli Stati Uniti ci vorrà molto tempo. Del resto anche la Marcegaglia prevede che prima di tornare a una condizione economica pari a quella di prima ci vorranno anni.
• Chi vince in Germania?
La Merkel. E incrociamo le dita per il sistema bancario di quel Paese. Ma il voto più importante è forse quello di giovedì prossimo in Afghanistan. Non è un caso che i talebani abbiano intensificato attacchi e bombardamenti su Kabul. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/8/2009]