La Gazzetta dello Sport, 23 agosto 2009
Sulla tragedia del Canale di Sicilia (73 morti denunciati, 9 cadaveri visti galleggiare in mare, 5 superstiti ricoverati a Lampedusa dopo una traversata di 23 giorni) indaga adesso la magistratura, nella persona del procuratore di Agrigento, Renato Di Natale

Sulla tragedia del Canale di Sicilia (73 morti denunciati, 9 cadaveri visti galleggiare in mare, 5 superstiti ricoverati a Lampedusa dopo una traversata di 23 giorni) indaga adesso la magistratura, nella persona del procuratore di Agrigento, Renato Di Natale. Il procuratore ha detto che si procede contro ignoti per omicidio colposo plurimo, mentre resta sullo sfondo il reato di omissione di soccorso per i 73 immigrati scomparsi. La notizia che ha però destato più sconcerto è questa: i cinque poveretti che giacciono mezzi morti nel Centro di Lampedusa ( nella foto Ansa, due dei cinque eritrei soccorsi ) saranno probabilmente incriminati per immigrazione clandestina. Al provvedimento seguiranno processo ed espulsione, così come vuole la legge in vigore dallo scorso 8 agosto. Dei nove cadaveri avvistati finora in mare, uno è stato scoperto ieri, nei pressi dell’isola di Linosa (a 50 chilometri da Lampedusa). Una motovedetta della Finanza lo ha caricato a bordo e trasferito a Porto Empedocle per gli accertamenti previsti: era in avanzato stato di decomposizione.
• E’ giusta l’incriminazione per immigrazione clandestina?
Così prevede la legge. A meno che i cinque non abbiano diritto allo status di rifugiati politici. Vengono dall’Eritrea, un Paese perennemente in guerra, e in via teorica quello status potrebbe essergli riconosciuto. I cinque si chiamano Titti, Solomon, Halengy, Marena, Hapton. Titti, l’unica donna, era quella in condizioni peggiori. Ma ieri ha sorriso.
• La Chiesa e i partiti dell’opposizione attaccano il governo a testa bassa. Hanno ragione?
Ci sono alcuni numeri da tener presenti, numeri che ieri ha pubblicato il più irriducibile nemico del governo, cioè il quotidiano la Repubblica. Dal 1˚ gennaio al 19 agosto sono arrivate sulle coste italiane 7567 persone. L’anno scorso erano state 17.585. Dal 1˚ gennaio al 19 agosto sono arrivati a Lampedusa sui famigerati barconi 2548 migranti. L’anno scorso erano stati 14.905. Bisogna rispondere a questa domanda: questi numeri, che testimoniano un drastico calo degli arrivi, sono un successo o un insuccesso del governo? Lasciamo stare il Pd e Di Pietro, che parlano per partito preso e non ammetterebbero un successo della Lega o di Berlusconi neanche sotto tortura. Ma la Chiesa? Ieri importanti esponenti della gerarchia cattolica hanno paragonato l’atteggiamento del governo sui migranti a quello dei nazisti nei confronti degli ebrei. I morti del Canale di Sicilia sarebbero le vittime di un’attuale Shoah. Bossi ieri ha qualificato queste prese di posizione come fornite di «poco senso» e ha aggiunto: «che le porte le apra il Vaticano, che dia lui il buon esempio ». Possiamo anche qui ragionare intorno ad alcune cifre, quelle ricordate da Gad Lerner in un editoriale durissimo contro il governo e apparso sempre su Repubblica . Scrive Lerner: «Gli affamati nel mondo sono 1 miliardo e 20 milioni di persone, 100 milioni in più del 2008 (stima Fao del 19 giugno). Di questi affamati, 265 milioni vivono nell’Africa subsahariana, 42 milioni nel Vicino Oriente e nell’Africa del Nord». L’intimazione della Chiesa («non negate l’accoglienza») significa che dobbiamo attrezzarci a ospitare sul nostro territorio 300 milioni di persone? Le dimensioni del problema non ci impongono proprio quella politica dello scoraggiamento che sta perseguendo Maroni?
• Non sta cambiando discorso? Nel caso in questione, gli italiani non avrebbero soccorso un gommone carico di disperati.
Questo lo insinuano tutti, ma esplicitamente non lo ha detto nessuno: né il Pd né Di Pietro né la Chiesa. Si accusa genericamente la politica del governo. In questa fattispecie, invece, quelli che si sono rifiutati di prestare soccorso sono una serie di pescherecci egiziani e ciprioti «che non prestano mai soccorso a nessuno» (testimonianza del comandante Antonino Genovese, raccolta sempre da Repubblica ) e poi la Marina maltese che sostiene, abbastanza incredibilmente, che i profughi eritrei stavano benissimo e che si sono rifiutati di salire a bordo della loro nave.
• Non è che gli italiani scaricano le loro responsabilità su una nazione molto più piccola come Malta?
Malta è molto piccola, ma pretende di avere sotto il suo controllo un tratto di mare grande come quello italiano. Ci sono trattative in corso per convincerli a cederci una parte delle loro acque territoriali, ma i maltesi non vogliono. quel pezzo di mare che gli consente di chiedere soldi alla Ue.
• E se Gheddafi avesse ricominciato a fare il furbo?
Potrebbe essere. Bossi dice di no, che questi eritrei devono semplicemente aver aggirato i controlli libici. In ogni caso, Berlusconi sarà a Tripoli il 30 agosto. A quel punto ne sapremo di più. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/8/2009]