La Gazzetta dello Sport, 5 settembre 2009
Sono cominciati i test di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso e la polizia ha subito beccato lo studente troppo furbo che faceva gli esami al posto di un altro

Sono cominciati i test di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso e la polizia ha subito beccato lo studente troppo furbo che faceva gli esami al posto di un altro. Il test si svolge contemporaneamente in tutta Italia: è per questo che certi studenti si offrono di cambiare identità e di fare la prova col nome di qualcun altro, in modo che questo «qualcun altro» possa tentare la fortuna in almeno due posti contemporaneamente. M.N., siciliano, smascherato giovedì nell’aula A di Clinica Dermatologica alla Sapienza di Roma, si faceva pagare per il servizio tremila euro, a meno che l’esame non andasse male. Deve quindi essere un tipo preparato. Però distratto: ha firmato il verbale della commissione col suo nome invece che con quello di V.G., certificato dalla carta d’identità. Ha poi ammesso di aver fatto il giochetto parecchie volte. Il vero V.G., rintracciato, ha confessato pure lui. Sono stati denunciati tutti e due per sostituzione di persona.
• Io non sapevo neanche che in Italia ci fosse il numero chiuso.
C’è da un sacco di tempo ed è obbligatorio per tutti gli studi che hanno a che fare con la sanità (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria eccetera), per Architettura, per Scienze della formazione, che si svolgeranno la prossima settimana. interessante notare che il numero chiuso, da quando c’è, non ha mai scoraggiato nessuno: gli studenti ci provano alla grande e ci sono test, come quelli di Odontoiatria (che si sono svolti ieri), in cui il rapporto tra domanda e offerta è di 1 a 50. I numeri cambiano anche a seconda della sede. I candidati, che hanno a disposizione un solo colpo, preferiscono andare a giocarsi la partita nelle sedi più prestigiose, dove l’ammissione è anche più difficile. Per esempio al San Raffaele di Milano, richiestissimo, ci sono 32 concorrenti per ogni posto, alla Cattolica di Roma 20, a Tor Vergata (sempre Roma) 30. A Pisa per 7 posti disponibili si sono presentati in 347.
• In che cosa consiste il test?
Qualche domanda specifica (per esempio, quest’anno, i quiz di Medicina hanno riguardato gli omega 3, la sintesi proteica, la calcitonina, gli eucarioti, le cellule aploidi della meiosi, eccetera) e qualche altra di cultura generale, su cui di solito ci sono polemiche. Luigi Frati, rettore della Sapienza e preside di Medicina da 19 anni, se n’è molto lamentato: «I test di cultura generale proposti negli anni scorsi urlano vendetta. Non puoi chiedere a uno studente se è più vicina Casablanca al Cairo di quanto lo sia Stoccolma da Istanbul. I quiz di cultura generale devono essere impostati sulla logica deduttiva perché è il modo di ragionare del medico che da quattro sintomi deve elaborare una possibile diagnosi, salvo poi effettuare altri esami per confermarla o smentirla». Ho dato una scorsa veloce ai quiz di quest’anno, mi pare che la logica continui a scarseggiare mentre abbondano le domande artistico-letterarie, in obbedienza a un vizio che non ci vogliamo togliere. vero che ci sono problemini di matematica facile, tipo: il primo anno ho guadagnato il 10%, il secondo anno ho perso il 10%, quant’è la variazione rispetto al valore iniziale? Solo che quiz di questo genere hanno poco a che fare con la logica deduttiva. anche vero tuttavia che l’analisi delle risposte ai test e anche quella dei compiti scritti fatti in seguito durante la carriera universitaria mostrano forti carenze nel pensiero astratto in genere: una ricerca a Padova sostiene che nove studenti universitari su dieci hanno problemi molto seri.
• I test sono uguali per tutti in tutte le facoltà?
Sì, li studiano al Ministero.
• E allora perché non si fa un concorso nazionale?
Per via dei ricorsi al Tar, che ormai sono di prammatica. Se il concorso fosse con graduatoria nazionale, un ricorso azzeccato potrebbe far saltare tutto. In questo modo, in caso di sentenza favorevole al ricorrente, si mette a rischio solo la graduatoria locale. vero però che molti candidati bocciati nella sede A, con lo stesso risultato sarebbero stati ammessi nella sede B. Forse bisogna trovare il modo di rendere impossibile il ricorso al tribunale amministrativo.
• Non c’è qualcosa di odioso nel numero chiuso?
Forse. Ma un’università generica che non apre l’ingresso nel mondo del lavoro o della ricerca è solo una perdita di tempo. Il numero chiuso andrebbe esteso a tutti e le facoltà inutili chiuse. Quest’anno sono in palio 8025 posti per i medici, 1050 per i veterinari, 9885 per gli architetti. Chi ce la fa ha il futuro assicurato nel settore che ama. Gli altri sono comunque giovani e faranno in tempo a cambiare strada. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/9/2009]