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 2009  settembre 15 Martedì calendario

Arriva il nuovo libro di Dan Brown, The Lost Symbol , cioè Il simbolo perduto. Per ora esce solo nel mondo anglosasso­ne

Arriva il nuovo libro di Dan Brown, The Lost Symbol , cioè Il simbolo perduto. Per ora esce solo nel mondo anglosasso­ne. In Italia arriverà entro la fi­ne dell’anno.

Dunque, nel «Codice da Vinci» se l’era presa con l’Opus Dei. In «Angeli e demoni» era addi­rittura una questione di Papi. Adesso quale parte della Chie­sa fa da sfondo al romanzo?
Al contrario, pare che il libro sia tutto incentrato sulla mas­soneria. L’altro giorno il Mail on Sunday ha anticipato due capitoli realizzando un inserto speciale di 8 pagine e rega­lando ai lettori un buono-scon­to di 7 sterline. Bisogna ricor­dare che Il Codice ha venduto 82 milioni di copie ed è stato tradotto in 51 lingue. In ogni caso: grazie a questa anticipa­zione abbiamo letto il prologo e l’antefatto del prologo: «Nel 1991, un documento venne chiuso nella cassaforte del di­rettore della Cia. Il documen­to oggi è ancora lì. Il testo in­clude riferimenti a un antico portale e a un luogo sconosciu­to sotto terra. Il documento in­clude la frase “E’ sepolto da qualche parte lì fuori”». Poco dopo entra in scena la masso­neria. Un tale Mal’akh, che sta cercando qualcosa (il docu­mento dell’antefatto?) sta per farsi ammettere a una loggia americana. Siamo nel Tempio del Consiglio supremo del 33˚ grado del rito scozzese, non lontano dalla Casa Bianca. Un adepto deve salire di rango e beve da un teschio umano un liquido rosso sangue…

Perché non mi impressiono per niente?
Non mi impressiono neanche io. Ma potrebbe essere diver­tente. letteratura popolare. Il Codice era divertente. Ange­li e demoni pure. Li si legge per ammazzare il tempo e non è il caso di farsi venire troppi dub­bi. Tutta l’iradiddio che è stata fatta sul Codice e le sue inesat­tezze storiche e la faccenda di Maddalena sposa di Cristo… Non ne valeva la pena. Sa la storia dell’Opus Dei?

No, qual è?
Ricorderà che la parte del catti­vo, nel Codice , spettava al­l’Opus Dei. Quelli dell’Opus se ne allarmarono moltissimo e all’inizio volevano intrapren­dere non so quale crociata con­tro il libro. Risultò invece che l’enorme interesse suscitato dal romanzo convogliò verso l’Opus qualche migliaio di ade­sioni inattese. L’Organizzazio­ne decise di non intraprende­re azioni di nessun tipo, a par­te la richiesta alla Sony di ag­giungere nel film una frase che avvertisse che si trattava di un’opera di finzione.

Quindi «Il Simbolo perduto» potrebbe portare a nuovi adepti della massoneria.
In America la massoneria è già adesso un’organizzazione di successo, con duemila logge spesso visitabili. Comunque sì, è possibile che i framassoni del mondo si offendano e fac­ciano cagnara. Dan Brown si fregherà le mani.

Tutte copie in più?
Pensi che un anno prima del­l’uscita del film, il marketing della Sony, senza dar conto delle sue intenzioni, contattò Darrell Bock, teologo cattolico e docente di studi neotesta­mentari, Francis J. Maniscal­co, responsabile della comuni­cazione per la Conferenza epi­scopale americana, John L. Al­len, il più autorevole vaticani­sta Usa, e altre decine di stu­diosi serissimi di Vecchio e Nuovo Testamento e chiese lo­ro di scriver qualcosa sul Codi­ce e nessun problema se si fos­se trattato di articoli «contro» il Codice , poiché la loro volon­tà era che il dibattito fosse aperto, le idee circolassero ec­cetera eccetera. Il tutto sareb­be stato pubblicato su un appo­sito sito internet e sarebbe sta­to fatto arrivare alle redazioni di tv e giornali. Un’operazione per la quale Sony e Grace Hill Media avevano stanziato 200 milioni di dollari. Ma mica era beneficenza. Gli studiosi scris­sero, fecero a pezzi il libro, su­scitarono il più ampio dibatti­to sui media e contribuirono così a garantire il massimo suc­cesso anche del film. Ecco il ri­svolto oscuro della democra­zia, cioè della libertà di pensie­ro non solo garantita ma addi­rittura sollecitata. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/9/2009]