Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 30 Mercoledì calendario

In fondo la differenza tra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani è questa: che ieri hanno compiu­to gli anni tutti e due, ma i me­dia si sono occupati solo dei 73 anni del Cavaliere

In fondo la differenza tra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani è questa: che ieri hanno compiu­to gli anni tutti e due, ma i me­dia si sono occupati solo dei 73 anni del Cavaliere.

Sono nati tutti e due il 29 set­tembre?
Sì. Berlusconi nel ”36, Bersani nel ”51. Ieri sera sono andato su Google e ho cercato «Bersa­ni compleanno». Ho ottenuto 49 mila risultati, però mischia­ti col compleanno del cantan­te Samuele Bersani (che è na­to il 1˚ ottobre) e almeno sei volte su dieci accoppiati alla fe­sta del Cavaliere.

Che cosa succede invece se si cerca Berlusconi comple­anno?
Le occorrenze sono 486 mila. Se ne potrebbe dedurre che, mediaticamente parlando, il premier vale dieci volte il suo avversario. Dato il numero di volte in cui il compleanno di Bersani è ricordato solo per la stranezza di coincidere con quello di Berlusconi, si potreb­be poi astrologare sul fatto che politicamente il capo del Pd esiste quasi solo in funzio­ne del suo avversario e che, ca­duto a un certo punto quest’ul­timo, i democratici dovrebbe­ro andare in cerca di una nuo­va ragion d’essere. Che al mo­mento risulta imperscrutabi­le.

Che ha fatto il capo del gover­no per festeggiare?
Ha telefonato a Unomattina , il contenitore che gli garantiva più ascoltatori. Ha detto che l’Italia ha reagito meglio degli altri Paesi alla crisi, ha fatto il punto sulla crisi economica di­fendendo le scelte del gover­no, ha promesso che «nessun cittadino sarà lasciato solo nel­le difficoltà», ha ripetuto che, nell’ambito del G20, è impe­gnato a far cambiare le regole della finanza, in modo che sia­no impedite speculazioni simi­li a quelle che hanno messo in ginocchio il mondo negli ulti­mi due anni. I fuochi d’artifi­cio sono arrivati alla fine: il premier ha esortato i due con­duttori – Susanna Petruni e Ste­fano Ziantoni – a chiamarlo più spesso, «così mi sento me­no solo». Ziantoni ha risposto: «Siamo qui ogni mattina, que­sta è casa sua». La risposta è stata giudicata duramente dal­l’opposizione. Per esempio, Vincenzo Vita, senatore demo­cratico: «Siamo all’ennesima e incredibile performance del Tg1 nei confronti del presiden­te del Consiglio. Oggi, ancora una volta, i giornalisti del Tg1 si sono caratterizzati per una serie di servili convenevoli». Oppure Peluffo, altro senato­re Pd: «Alla redazione di Uno­mattina vorremmo ricordare che tra gli scopi del servizio pubblico non è previsto il so­stegno psicologico ai premier in crisi».

Berlusconi è in crisi?
Ieri è tornato in Abruzzo e ha consegnato sette palazzine a cinquecento famiglie di Bazza­no. C’erano trecento persone a manifestargli contro e tra que­ste Sabina Guzzanti, travesti­ta da Berlusconi, che ha parla­to con la voce di Berlusconi: «Sono contento di essere qui perché in Parlamento mi tira­no le pietre, a casa mi tirano le pietre, ma qui all’Aquila ho il mio bel caschetto bianco». In­tanto il vero Berlusconi stava dicendo ai bazzanesi che la ra­pidità con cui si procede a da­re un tetto ai terremotati ha dell’incredibile, ha ribadito che entro la fine dell’anno sa­ranno sistemati tutti e che poi ci vorranno cinque-sette anni a ricostruire il centro storico esattamente come era prima. Berlusconi non è in crisi, ma è in difficoltà. I giornali stranie­ri continuano ad attaccarlo senza sosta. Ieri il Times gli ha dato addosso per la battuta su Michelle (il premier aveva ri­badito che la moglie di Obama ha una bella abbronzatura), la principale rete televisiva au­straliana, cioè la Australian Broadcasting Corporation, è andata a intervistare Patrizia D´Addario, persino il settima­nale russo Ogoniok ha fatto la copertina sulla storia delle escort, intervistando il diretto­re di Repubblica Ezio Mauro. Il nostro ambasciatore a Parigi ha protestato con Liberation per gli ’insulti’ e le ’calunnie’ che il quotidiano ha riservato al premier. L’altro giorno, una delle più autorevoli commen­tatrici di moda, Suzy Menkes, ha incolpato Berlusconi dello stile velinaro visto alle ultime sfilate. Questo coro incessante prepara quello che potrebbe succedere la prossima settima­na.

Sarebbe?
La Consulta potrebbe dichiara­re incostituzionale il lodo Alfa­no, quello che impedisce qua­lunque iniziativa giudiziaria contro le prime quattro cari­che dello Stato. In teoria il pre­mier si troverebbe alla mercé dei giudici e... Ma è troppo pre­sto per parlare di questi scena­ri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/9/2009]