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 2009  settembre 20 Domenica calendario

Ieri, come da regola, il sangue di San Gennaro s’è sciolto, Bas­solino ha baciato la teca facen­do un gran schiocco, i toccamen­ti si sono sprecati e i virus dell’in­fluenza avranno festeggiato

Ieri, come da regola, il sangue di San Gennaro s’è sciolto, Bas­solino ha baciato la teca facen­do un gran schiocco, i toccamen­ti si sono sprecati e i virus dell’in­fluenza avranno festeggiato. Ma la fede napoletana ha garan­tito a tutti che San Gennaro di danni non ne può fare.

Il 19 settembre non si muore?
Si muore, si muore. Ma la mor­te è un fatto normale e anzi, per un credente, si tratta della liberazione dai limiti della car­ne e del ricongiungimento con Dio. La vera domanda è: che succede quando il sangue di San Gennaro non si scioglie?

Che succede?
Nel 1924 Giovanni Battista Al­fano e Antonio Amitrano pub­blicarono uno studio statistico secondo il quale, quando il san­gue di San Gennaro non si è sciolto, ci sono state 22 epide­mie, 11 rivoluzioni, 3 siccità, un’invasione dei turchi, 13 mor­ti di arcivescovi, 3 persecuzio­ni religiose, 7 piogge disastro­se, 9 morti di pontefici, 11 eru­zioni del Vesuvio, 19 terremo­ti, 3 carestie, 4 guerre. Quando si è sciolto non ci sono state epi­demie, rivoluzioni, siccità, ci sono state una guerra, una ca­restia, la morte di un arcivesco­vo, 2 piogge disastrose, 5 perse­cuzioni religiose, 5 eruzioni del Vesuvio, 11 morti di pontefi­ci, 11 terremoti. Posso aggiun­gere che l’anno scorso, alla vigi­lia di San Gennaro, la camorra uccise a Castelvolturno sei ex­tracomunitari e un italiano. Massacro che viene definito «strage di San Gennaro». Ma era la vigilia e forse San Genna­ro non c’entra.

Ma lei ci crede o no?
No. La Chiesa non ha mai per­messo che si esaminasse il con­tenuto dell’ampolla e questo le consente di dire che «si tratta di un prodigio anche per la scienza». Quelli del Cicap, che combattono le superstizioni, hanno costruito un sangue di San Gennaro fatto di guscio d’uovo, sale da cucina e carbo­nato di ferro, materiali disponi­bili anche nel Medioevo. Il pre­parato ha una consistenza den­sa, ma se agitato si scioglie, se­condo un fenomeno che viene detto ”tissotropia”. tissotropi­co il ketchup, sono tissotropi­che certe vernici che colano mentre si stendono e che si rap­prendono appena si smette di spennellare. Il sangue del Ci­cap si comportava come quello dell’ampolla, certe volte si scio­glieva subito, altre molto lenta­mente, altre volte, infine, man­teneva la sua forma di gel e non c’era modo di liquefarlo. La mia opinione è che la festa di San Gennaro sia superstizio­ne pura, una manifestazione buona per i turisti e per i mer­canti. Le feste religiose in Ita­lia muovono tre miliardi di eu­ro l’anno. Ieri poi ha anche par­lato il cardinale Sepe, conti­nuando a fare quello che stan­no facendo tanti sacerdoti in questo momento, cioè dei co­mizi.

Che ha detto?
Ha annunciato un’iniziativa molto lodevole: la creazione di una Banca dei poveri, che pre­sterà soldi a chi vuole avviare un’impresa fino a un importo massimo di 20 mila euro, da re­stituire in qualche anno senza interesse. Poi ha voluto fare, anche lui, un discorso politico: «I problemi del sud sono scom­parsi, per lungo tempo, da un’agenda politica troppo im­pegnata a turare le altre falle che via via si aprivano (...) La mancanza di lavoro è forse il primo dei problemi che tengo­no in ostaggio Napoli. Lavoro significa un guadagno onesto, lavoro significa la possibilità di rendersi utile e di esprimere le proprie competenze. In una parola, lavoro è dignità, ciò a cui tutti gli uomini hanno dirit­to». Un approccio un po’ dema­gogico ai problemi del Sud, che esistono e sono gravi, ma che non possono essere risolti se il Sud stesso non se ne fa ca­rico. Il cardinale deve esserse­ne reso conto perché a un cer­to punto ha aggiunto: «Non possiamo restare immobili di fronte all’inevitabile, non pos­siamo restare vittime della no­stra commiserazione, speran­do di commuovere qualcuno e spronarlo a porre attenzione alla nostra storia futura».

Ma chi era San Gennaro?
Figura storicamente dubbia, tanto è vero che il Concilio Vati­cano II lo aveva depennato dal calendario salvo poi rintrodur­lo in ossequio alla devozione di cui è circondato, riducendo­lo però al rango di santo loca­le. Un Gennaro vescovo di Be­nevento sarebbe rimasto vitti­ma della persecuzione di Dio­cleziano, intorno al 305 dopo Cristo. La leggenda vuole che condannato ”ad bestias” (gli orsi), venisse invece decapita­to perché un giudice non arri­vava e il popolo era impazien­te. L’anfiteatro era quello di Pozzuoli e a Pozzuoli esiste una pietra che si arrosserebbe ogni 19 settembre, quella su cui il povero santo avrebbe poggiato la testa. La stessa Chiesa ha però affermato che si tratta di un altare di due se­coli dopo. Del resto le prime te­stimonianze sullo scioglimen­to del sangue risalgono solo al 1329. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/10/2009]