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 2009  ottobre 09 Venerdì calendario

Siamo in piena crisi istituziona­le. Berlusconi ha ribadito le sue accuse ieri mattina al Gr1: la Cor­te costituzionale è composta da giudici di sinistra, il presidente della Repubblica è di sinistra, il 70% della stampa è di sinistra, «meno male che Silvio c’è altri­menti il Paese sarebbe in mano alla sinistra»

Siamo in piena crisi istituziona­le. Berlusconi ha ribadito le sue accuse ieri mattina al Gr1: la Cor­te costituzionale è composta da giudici di sinistra, il presidente della Repubblica è di sinistra, il 70% della stampa è di sinistra, «meno male che Silvio c’è altri­menti il Paese sarebbe in mano alla sinistra». La bocciatura del Lodo Alfano, a parere del pre­mier, non ha fondamento giuri­dico, ma solo motivazione politi­ca. Il sistema – a sentir lui – lo perseguita. Il presidente del con­siglio ha continuato la sua gior­nata di dichiarazioni afferman­do davanti all’ufficio politico del Pdl: «Il presidente del Consiglio è eletto dal popolo e quindi deve essere rispettato». Sono molto gravi anche le dichiarazioni di Maurizio Gasparri, che è il capo dei senatori del Pdl: «A questo punto la Corte costituzionale non è più un organo di garanzia, ma una sezione di partito di sini­stra ». Ci si chiede: se questo è ve­ro, come mai i 5 o 6 giudici costi­tuzionali contrari alla bocciatu­ra (giudici di destra?) hanno as­sistito inermi a questo scempio delle garanzie e non si sono di­messi? Ma, sull’altro lato, è pure grave il tono degli attacchi di Di Pietro, che vuole organizzare una manifestazione, che preten­de le dimissioni del governo e che continua ad attaccare Napolita­no perché ha firmato l’anno scor­so il Lodo. Il clima è reso bene dall’editoriale dell’ Avvenire , il giornale dei vescovi: «Che tutti si rendano conto del rischio di avvi­tamento istituzionale che si sta correndo. E che in un soprassal­to di saggezza si arrestino sull’or­lo del precipizio che si affaccia davanti ai loro piedi».

Come stanno le cose?
Bisogna intanto sgombrare il campo da alcuni equivoci. Pri­mo, non è vero che il presiden­te del Consiglio è eletto dal po­polo. La legge elettorale preve­de che si depositi il nome e il cognome «del capo della forza politica» o dell’«unico capo del­la coalizione». Ma in nessun luogo è scritto che questa perso­na debba poi essere per forza il presidente del Consiglio. Se ciò fosse vero, ne verrebbe che la legge elettorale è incostituzio­nale perché modifica il profilo istituzionale del capo del gover­no, il quale è, e non può che es­sere, «primus inter pares» e mai «primus super pares» come avrebbe voluto imprudente­mente l’avvocato Pecorella. Il ri­spetto che Berlusconi reclama non riguarda poi la Corte costi­tuzionale, che giudica incostitu­zionali molte leggi che al Parla­mento e al capo dello Stato era­no parse in regola, senza per questo mancar di rispetto a nes­suno. Napolitano ha quindi tor­to di sentirsi a sua volta ingan­nato dalla Corte, che nel 2004 bocciò il Lodo Schifani senza specificare che quel tipo di leg­gi deve essere costituzionale. Quei giudici – in gran parte di­versi da questi – aggiunsero al­la loro sentenza questa frase: «Resta assorbito ogni altro pro­filo di illegittimità costituziona­le », il che significava che lo Schi­fani poteva anche avere altre brutture, ma queste non veniva­no neanche cercate perché le due trovate all’inizio erano suf­ficienti per respingere.

E Di Pietro?
Torto marcio. Che c’entrano le dimissioni? Berlusconi ha una maggioranza forte e legittima in Parlamento. La sentenza del­la Corte mica lo condanna. Del resto lo hanno detto anche quel­li del Pd, D’Alema in testa: il go­verno governi. Giuliano Ferra­ra ha aggiunto: e faccia le rifor­me.

La Lega sembra decisa a dare battaglia.
La Lega e la Procura di Milano sono l’ago della bilancia. Bossi ha detto che non vuole le elezio­ni anticipate e che considera le Regionali del prossimo marzo un referendum. Sembra che vo­glia chiamare il popolo a smen­tire la magistratura, in realtà vuol dire che, se Berlusconi non otterrà tutto il consenso previsto, la Lega, in nome del federalismo, è pronta a mollar­lo. Questo si vedrà a marzo. Na­politano ha poi convocato Fini e Schifani per ottenere la solida­rietà delle altre due massime ca­riche dello Stato. L’ha ottenuta con una dichiarazione esplicita sottoscritta da entrambi. Fini aveva già risposto alle dichiara­zioni- ultrà di Berlusconi: «L’in­contestabile diritto politico di Silvio Berlusconi di governare, conferitogli dagli elettori, e di riformare il Paese, non può far venir meno il suo preciso dove­re costituzionale di rispettare la Corte costituzionale e il Capo dello Stato».

E i giudici?
Il pericolo maggiore verrebbe dalla misteriosa inchiesta della Boccassini, che, basandosi sul­le rivelazioni del pentito Spa­tuzza, sta indagando sui rappor­ti mafia-politica in connessione con le stragi mafiose del 1993. Gli altri processi andranno in prescrizione.

Se Berlusconi dovesse cade­re?
Lo pensa tutta la stampa inter­nazionale, che sembra quasi in festa. Io dico che, nel caso, il so­stituto più probabile, specie se si vuole avere dalla propria la Lega, è Tremonti. Nonostante l’antipatia delle banche. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/10/2009]