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 2009  ottobre 11 Domenica calendario

Ieri sono stati sepolti i morti di Messina. Quattro preti a cele­brar messa, compreso uno orto­dosso perché tra le 21 bare alline­ate ce n’era una di una donna romena che credeva in quel rito, Duomo gremito e migliaia di persone anche sulla piazza per partecipare alla cerimonia

Ieri sono stati sepolti i morti di Messina. Quattro preti a cele­brar messa, compreso uno orto­dosso perché tra le 21 bare alline­ate ce n’era una di una donna romena che credeva in quel rito, Duomo gremito e migliaia di persone anche sulla piazza per partecipare alla cerimonia. Omelia di monsignor Calogero La Piana, arcivescovo della cit­tà, che ha nello stesso tempo ese­crato quelli che vogliono «in cir­costanze simili polemizzare, giu­dicare e condannare con suffi­cienza e presunzione» e la «ca­rente gestione di un patrimonio unico e prezioso, questo nostro territorio bello e affascinante, ricco di colori, vegetazione ed ar­te, troppo spesso sfregiato e de­turpato, violentato dal peccato dell’uomo, dalla negligenza, da interessi privati ed egoistici, da logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado». arri­vato anche un messaggio del Pa­pa. Presenti il presidente del Se­nato, Schifani, i ministri Alfano e Prestigiacomo, il capo della protezione civile Bertolaso, il presidente della Regione Raffae­le Lombardo, la senatrice Finoc­chiaro. Napolitano ha manda­to una corona di fiori e la sua assenza ha indotto Il Giornale ad accusarlo di non voler incon­trare Berlusconi.

Berlusconi invece c’era?
Sì. Al termine dell’omelia di monsignor La Piana qualcuno ha gridato dal fondo della Chie­sa: «Forza Silvio, rimetti a po­sto l’Italia, sei l’unico che può farlo». stato subito allontana­to. All’uscita, un gruppetto di contestatori ha invece ricoper­to il presidente del Consiglio di insulti: «Vergogna», «Buffo­ne », «Sparisci, vai via» e anche «Assassini» indirizzato un po’ a tutti. Fatti cento metri però (il capo del governo doveva rag­giungere la macchina) è comin­ciato un coro di apprezzamen­ti. Finita la cerimonia, archivia­to il caso. Dell’alluvione non si parlerà più per un pezzo, alme­no fino al prossimo disastro.

Quanti morti sono, a questo punto?
Ventotto. Ma ci sono anche ot­to dispersi. Non è che sui di­spersi siamo autorizzati ad ave­re speranze. Gli ultimi cadave­ri sono stati ritrovati tre giorni fa, sotto le macerie delle loro abitazioni. Due donne di 82 e 84 anni.

L’alluvione è arrivata tra le 17 e le 22 del primo ottobre. Sono passati dieci giorni. S’è capito qualcosa, nel frattempo, su re­sponsabilità e rimedi?
Sì, la situazione è molto chia­ra. La responsabilità è prima di tutto dei messinesi, che hanno chiesto e preteso di costruire, o di sopraelevare o di ristruttu­rare guadagnando spazio, là dove costruire o sopraelevare o ristrutturare era demenzia­le. Poi c’è la responsabilità de­gli amministratori locali. I sin­daci, tutti del Popolo della Li­bertà, che hanno concesso cen­tinaia di deroghe al piano rego­latore, di modo che, dopo la ca­tastrofe, ci siamo pure sentiti spiegare che lo scempio aveva le carte in regola. Hanno re­sponsabilità gravissime anche quelli che stanno sopra i sinda­ci, cioè i vari presidenti della Provincia e della Regione, di adesso e soprattutto di prima, per la parte di tutela del territo­rio che compete loro. Le Regio­ni non si sono ribellate quando Berlusconi ha presentato il fa­moso piano casa, gridando «Questa è competenza no­stra! »? Se è competenza loro, rispondano adesso fino in fon­do di quello che hanno fatto o non fatto.

• L’argomento che tutti gli ammi­nistratori hanno messo in cam­po è la mancanza di soldi.
Nel 2013 l’Unione europea avrà messo a disposizione del­la Sicilia, proprio per gli inter­venti di prevenzione dei rischi geologici (una materia a cui l’Europa è sensibilissima), la somma di 310 milioni di euro. Sono già stati assegnati a quel territorio 175 milioni per il peri­odo 2000-2006, la gran parte dei quali in risposta a una ri­chiesta fatta dalla Regione per la «protezione e il consolida­mento di versanti, centri urba­ni e infrastrutture». Questi sol­di sono stati concessi grazie al­la lettura dei cosiddetti Pai, i Piani di riassetto idrogeologi­co, preparati dalle stesse auto­rità siciliane. In quei piani si legge che il 70% dell’isola è a componente argillosa, cioè ad alto rischio. Diciamo che la consapevolezza di quello che poteva accadere, e che poi è ac­caduto, non mancava. Infatti il vecchio sindaco di Scaletta Zanclea (dove la poltrona di primo cittadino si tramanda di padre in figlio) ha esclamato, riferendosi al sindaco di Messi­na, Giuseppe Buzzanca, che tuonava contro i mancati con­trolli: «E che scinnìo (è sceso, nda ) dalla luna ora ora? Non le vedeva le case?».

Lei pensa che non faranno niente per non essere travolti anche dalla prossima pioggia?
Penso che non faranno niente. Berlusconi ha promesso le ca­se tipo L’Aquila, e a Messina gliele manderà di sicuro. Ma, a parte questo, credo che cam­bierà poco. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 11/10/2009]