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 2009  ottobre 22 Giovedì calendario

Mastella e sua moglie sono di nuovo nei guai, soprattutto la moglie, Sandra Lo­nardo, a cui ieri il procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco (già Mani pulite a Mila­no), ha proibito di metter piede in Campania e nelle sei province confinanti di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza

Mastella e sua moglie sono di nuovo nei guai, soprattutto la moglie, Sandra Lo­nardo, a cui ieri il procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco (già Mani pulite a Mila­no), ha proibito di metter piede in Campania e nelle sei province confinanti di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza. La signora, che è presi­dente del consiglio regionale campano, è già a Roma, dove l’ha raggiunta in tutta fretta il marito deputato europeo del cen­tro- destra, volando da Strasbur­go fino alla Capitale via Parigi. Prima di partire ha scritto una lettera accorata agli abitanti di Benevento e provincia, e della Campania tutta: «Questa matti­na alle ore 7, mentre pensavo a che cosa potevo fare per contribu­ire a far approvare, nella concor­dia, la legge regionale sul Piano casa, un provvedimento atteso da tantissimi cittadini campani, è arrivata una citofonata... ’Sia­mo i carabinieri, aprite! ’. Sono quasi svenuta. Mi è crollato il mondo addosso. Mi chiedono di dimorare fuori dalla Campania. Ancora non riesco a crederci. Non sono nemmeno riuscita a capire di che cosa mi accusano. Mi hanno consegnato pagine e pagi­ne... Stavolta con mio marito sa­rei a capo di una cupola affaristi­ca... Senza spiegarci quali affari avremmo fatto... Prima di lascia­re la mia cara Benevento e Cep­paloni e la Campania, sento il bisogno di dirvi che sono una persona perbene. Combatterò come una leonessa ancora una volta » .

Il marito che dice?
Per ora non ha detto niente. A lui hanno comunicato la conclu­sione delle indagini che lo ri­guardano. La causa per il rinvio a giudizio, relativa ai fatti del­l’altra volta (quelli che portaro­no alle sue dimissioni da mini­stro della Giustizia, alla caduta di Prodi e alle elezioni anticipa­te), non è ancora conclusa.

Ma insomma che avrebbero fat­to?
E’ la prosecuzione dell’inchiesta partita l’anno scorso da Santa Maria Capua Vetere e trasferita poi a Napoli per competenza. In poche parole, il procuratore pensa che il vertice dell’Udeur si sia comportato come una cu­pola: raccomandazioni per piazzare gli amici qua e là, gran­de attenzione alle protezioni politiche di ciascuno (è stato trovato un file con 650 nomi e relativo referente politico), pi­lotaggio degli appalti perché andassero a chi dovevano anda­re e mettendo in piedi per que­sto finti concorsi, una parcella da un milione e 300 mila euro in danno del consorzio di bonifi­ca Aurunco di Sessa Aurunca, secondo il magistrato frutto di una truffa, un’altra parcella giu­stificata da una motivazione in­comprensibile emessa dalla Asl di Benevento. Il centro dell’atti­vità truffaldina sarebbe stata l’Agenzia regionale per l’am­biente (Arpac). Giri, controgiri, mazzette… In un certo senso, potremmo dire, la solita sbob­ba di cui abbiamo sentito l’odo­re l’altra volta con le intercetta­zioni pubblicate dai giornali. L’altra volta, però, non sembra­vano tanto truffe, quanto mal­costume politico e una lingua da far cascare le braccia. Qui Francesco Greco dice di aver in­dividuato delle fattispecie cri­minali gravi: associazione per delinquere, truffa ai danni del­lo stato, turbativa d’asta, falso in atto pubblico continuato, concussione.

Quanta gente coinvolta?
25 persone: uno agli arresti do­miciliari, 18 spediti in esilio fuo­ri dalla Campania, 6 interdetti dall’esercizio dell’attività im­prenditoriale e professionale. Nella sua relazione Greco preci­sa da aver fatto largo uso delle intercettazioni e di aver raccol­to un mucchio di testimonian­ze. Fa capire tra le righe che i testimoni avrebbero parlato vo­lentieri, quasi liberandosi di un fardello. Dal documento si in­travedono prepotenze, prevari­cazioni, ingiustizie, meriti cal­pestati, favoritismi e clienteli­smi. Si cita il caso della Porsche Cayenna di Pellegrino Mastel­la, il figlio, uscita dall’autosalo­ne di un tizio finito al 41 bis. una storia vecchia, e il magistra­to insinua, nel suo rapporto, che sarebbe stato un regalo. Ma chiariamo bene: è tutto da pro­vare in un regolare processo e fino a prova contraria Sandra Lonardo e gli altri 24 sono asso­lutamente innocenti.

Alla fine si capirà magari che l’indignazione dei giudici dipen­de dalla solita pratica delle rac­comandazioni.
Greco si sofferma apposta su questo punto: «Ciò che è stato contestato agli indagati non è la raccomandazione in sé, ma il fatto che» per favorire gli amici e gli amici degli amici «veniva­no sistematicamente violate le procedure amministrative, i re­golamenti interni e le leggi, ve­nivano fraudolentemente posti in evidenza requisiti o circo­stanze di fatto inesistenti».

Quindi, anche per via dello scan­dalo di Milano dell’altro giorno, siamo costretti a pensare che le tangenti sono tornate?
Perché, se ne erano mai andate via? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/10/2009]