La Gazzetta dello Sport, 15 novembre 2009
La faccenda del ghiaccio sulla Luna sta facendo sognare un sacco di gente. Ieri Margherita Hack ha confermato l’importanza di questa scoperta: «L’acqua è fondamentale per gli astronauti e potrebbe permettere permanenze di lungo periodo»

La faccenda del ghiaccio sulla Luna sta facendo sognare un sacco di gente. Ieri Margherita Hack ha confermato l’importanza di questa scoperta: «L’acqua è fondamentale per gli astronauti e potrebbe permettere permanenze di lungo periodo». La scienziata ha spiegato che l’unica possibilità era di trovare acqua allo stato solido perché la Luna ha una massa troppo piccola, e dunque una bassa gravità, che non riesce a trattenere sulla superficie nessun elemento gassoso. Era anche scontato che, se il ghiaccio c’era, non poteva che trovarsi nella parte meridionale della Luna, quella dove i raggi del Sole non arrivano mai. Nella zona illuminata, la temperatura durante il giorno arriva anche a 100 gradi, il ghiaccio si sarebbe sciolto, poi sarebbe evaporato e il vapore di gas si sarebbe poi perso nello spazio.
• Come hanno fatto a trovare il ghiaccio?
Hanno sparato addosso al cratere Cabeus A un razzo pesante più di due tonnellate alla velocità di 9000 km/h. S’è alzata una nube di detriti alta 50 chilometri. Per 4 minuti, dentro questo caos lunare, un altro razzo – una sonda L-Cross – ha raccolto tutte le informazioni possibili, le ha spedite a una dozzina di osservatori terrestri e poi si è schiantato a sua volta. La spedizione è partita in giugno, il bombardamento risale allo scorso 9 ottobre, i risultati sono stati comunicati l’altro giorno. In quel solo punto i litri d’acqua scoperti sono un centinaio. Parliamo sempre di acqua ghiacciata, naturalmente.
• La presenza di ghiaccio non potrebbe significare che in passato c’è stata vita? Non è l’acqua l’elemento essenziale per la vita?
Sì, l’acqua liquida o il vapore acqueo. Il ghiaccio, no. Il ghiaccio lunare può venire da reazioni chimiche provocate dai venti solari oppure dall’impatto di comete e meteoriti contro la superficie lunari. Niente da fare per quello che riguarda gli extraterrestri. Giovanna Tinetti, che ha trovato vapor acqueo su un esopianeta (cioè su un pianeta che sta al di fuori del sistema solare), descrive così il momento in cui si troverà l’acqua liquida da qualche parte, cosa che finora non è mai successa: «la riflessione della radiazione ottica su una superficie acquosa estesa». Me l’immagino come una specie di lampo che farà venire un colpo allo scienziato o alla scienziata che lo vedrà. Rispetto a questo ipotetico ritrovamento, che non avverrà comunque prima del 2020, il ghiaccio lunare sembra quasi banale.
• Che ce ne facciamo di questo ghiaccio lunare se non ci introduce agli extraterrestri?
No, è molto importante, invece, perché senza acqua non sarebbe stata nemmeno ipotizzabile la costruzione di una base sulla Luna. Anche se è dalla metà degli anni ’90 che arrivano dal nostro satellite importanti segnali sulla presenza di ghiaccio, è stato solo il bombardamento di un mese fa che ci ha reso assolutamente sicuri. Bush, nel 2004, aveva detto che gli americani sarebbero tornati sulla Luna prima del 2020, un’idea che era stata parecchio criticata, per esempio da Buzz Aldrin: se si va sulla Luna, infatti, bisognerà rinviare lo sbarco su Marte al 2070. Obama, prima di far sua la linea di Bush, voleva notizie proprio intorno al ghiaccio perché la presenza di ossigeno e idrogeno sul posto renderebbe molto meno costoso un eventuale insediamento.
• Non è già in costruzione una stazione spaziale in orbita? Che cosa ce ne importa di metterne in piedi un’altra?
Bisogna capirsi sul significato dell’espressione «conquista dello spazio». Non è più una questione di prestigio e nemmeno una semplice curiosità scientifica. Lo spazio potrebbe fornirci energia e materie prime, salvaguardando nello stesso tempo il patrimonio limitato della Terra e il nostro tenore di vita. Nessuna ipotesi di sfruttamento delle risorse spaziali sta in piedi se non si trova il modo di lavorare nello spazio, cioè estrarre quello che ci serve e raccogliere energia dal Sole mediante centrali fotovoltaiche, energia da trasferire poi sulla Terra. L’idea di portare lassù quel che ci serve è folle: mandare un chilo di materiale in orbita – cioè a 36.000 km d’altezza – costa 10 mila dollari. Ma la Luna dista dalla Terra 360.000 chilometri, dunque per mandare un chilo di materiale sulla Luna bisogna spendere qualcosa come 100 mila dollari. È chiaro che o si prende il materiale che si trova sul posto o non è neanche il caso di pensarci.
• Per estrarre minerali dalla Luna, però, bisognerebbe possederla, la Luna.
Bella domanda, che ci introduce nel cosiddetto «diritto spaziale ». una materia su cui esiste solo una convenzione del 1967, del tutto insufficiente. Bisognerà che i Paesi si mettano d’accordo al più presto o la prima guerra spaziale si combatterà, ancora una volta, sul nostro povero pianeta. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/11/2009]