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 2009  novembre 26 Giovedì calendario

Il caso Polanski ha una svolta inattesa: il tribunale di Zurigo è pronto a lasciarlo andare in cambio di una cauzione di quat­tro milioni e mezzo di franchi svizzeri (poco meno di tre milio­ni di euro)

Il caso Polanski ha una svolta inattesa: il tribunale di Zurigo è pronto a lasciarlo andare in cambio di una cauzione di quat­tro milioni e mezzo di franchi svizzeri (poco meno di tre milio­ni di euro). Il ministero della Giustizia elvetico ha intenzione di appellarsi contro la scarcera­zione. Questo significa che il grande regista non è ancora uscito, e non uscirà ancora per una decina di giorni, cioè fino al giudizio d’appello. Ma se il giudizio dovesse confermare la scappatoia della cauzione...

Non è quello a cui ammazzaro­no la moglie? Dei seguaci di Sa­tana gli entrarono in casa e fe­cero una strage, mi pare.
Sì, proprio lui. La moglie si chiamava Sharon Tate, era una giovane attrice che stava facendo carriera ed era diven­tata subito celebre quando Po­lanski l’aveva sposata. Una se­ra Charles Manson e i suoi se­guaci erano penetrati nella sua villa di Hollywood e aveva­no ucciso a pugnalate lei, che era incinta di otto mesi, e i suoi quattro amici. Polanski non c’era. Il delitto fece un’enorme impressione. Un fi­glio di Manson è saltato fuori proprio l’altro giorno, un uo­mo di 41 anni, di nome Mat­thew Roberts, adottato da bambino e che adesso cercava di sapere chi fosse suo padre. La madre a un certo punto gli ha confessato che era Manson e che la sua nascita era frutto di uno stupro. Una storia im­pressionante per questo: Ro­berts ha una barba più o meno della foggia di quella che esibi­va il padre, e questo senza averlo mai conosciuto. Per una ragione o per l’altra, Sha­ron Tate e Polanski tengono sempre la cronaca, proprio ie­ri le agenzie hanno diramato la notizia che il regista e la sua bella moglie si fecero fotogra­fare nudi da David Bailey e questa foto verrà messa al­l’asta da Christie’s il prossimo 7 dicembre per diecimila dolla­ri minimo. Ma tutto questo non c’entra col fatto che ades­so Polanski è rinchiuso in una prigione svizzera e che è pron­to a tirar fuori un sacco di soldi per uscire. Polanski sta dentro per uno stupro e se gli svizzeri lo riconsegnano agli america­ni rischia di farsi mezzo secolo di prigione.

Ma quanti anni ha?
76. Lo stupro avvenne nel 1977, vittima una ragazzina di tredici anni. La ragazzina si chiamava Samantha Geimer, Polanski l’aveva invitata nella villa di Jack Nicholson, sulle colline di Hollywood, per farle un servizio fotografico da pub­blicare su Vogue. Sharon Tate era morta da otto anni, il regi­sta, con Chinatown e Rose­mary’s baby , era al culmine del­la popolarità. In piscina si mi­se a toccare Samantha e alla fine la costrinse a un rapporto sessuale non proprio naturale. Samantha uscì dalla villa pian­gendo, e quando Polanski si trovò di fronte al giudice am­mise tutto. S’arrivò a un pat­teggiamento, la famiglia della bambina venne risarcita, le ac­cuse furono ritirate, il giudice acconsentì a una pena ridotta di appena 42 giorni di carcere. Il regista però – superficiale oppure pauroso – non volle scontare nemmeno quei 42 giorni. Prese un aereo e scap­pò a Parigi. Questo fece deca­dere il patto e restituì Polanski alla sua condizione di stupra­tore reo confesso, da giudica­re e condannare. Sono passati più di trent’anni, ma siamo an­cora lì.

Come mai l’hanno preso?
Per la più banale delle ragioni: è andato a Zurigo a ritirare un premio e qui la polizia lo ha ar­restato. Uno dei misteri di que­sta storia è perché lo abbiano arrestato proprio adesso e pro­prio gli svizzeri. Stando atten­to a non mettere mai più piede in America, Polanski ha conti­nuato a girare il mondo senza che nessuno gli torcesse un ca­pello. Pareva che di quella sto­ria di tanti anni fa fosse stata dimenticata. Invece...

M’immagino che se lo fanno uscire con la cauzione, scap­perà di nuovo.
E’ praticamente certo. Saman­tha Geimer, che adesso è una signora di 50 anni, sposata e con figli, l’ha perdonato e ha detto che non vorrebbe veder­lo in galera. Ha anche insinua­to che il giudice di Polanski sia solo in cerca di pubblicità. Mol­ti hanno solidarizzato col regi­sta, sostenendo che dopo tanti anni non si può continuare a perseguitare un uomo. Molti però sono insorti, mettendo in evidenza che Polanski ha com­messo un reato gravissimo, per il quale rischia di non paga­re solo per il fatto che appartie­ne a una categoria di privile­giati. Polemiche che la cauzio­ne potrebbe far riesplodere. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/11/2009]