La Gazzetta dello Sport, 28 dicembre 2009
Ma perché muore tutta questa gente in montagna?• Nel fine settimana le valanghe hanno ucciso sette persone

Ma perché muore tutta questa gente in montagna?
• Nel fine settimana le valanghe hanno ucciso sette persone. Uno, un ragazzino tedesco di 12 anni, è stato travolto a Solda, in Alto Adige. Stava sciando fuori pista con un gruppo di adulti. Sei sono morti in Trentino, in Val Lasties. Una sequenza che fa rabbia. Sabato mattina due friulani, Fabio Baron di 30 anni, udinese, e Diego Andreatta, di 31, di Palmanova (Ud), sono andati a scalare cascate di ghiaccio in Val Lasties. Alle 18 non erano ancora rientrati in albergo. È partita per cercarli una squadra di sette guide del soccorso alpino di Canazei (Alta Val di Fassa) che è scesa in Val Lasties dal rifugio Forcella, facendosi luce con le lampade frontali. Un costone di neve, staccatosi all’improvviso, ha travolto anche loro. Altri quattro morti: Ervin Riz, di 32 anni, padre da poco, Diego Peratoner, di 42, Luca Prinot, di 43, Alessandro Dantone, 39 anni e due figli. Due dei sette soccorritori sono stati colpiti di striscio e sono feriti. Il settimo, illeso, è quello che ha dato l’allarme.
Ogni anno stiamo qui a fare sempre gli stessi discorsi. Ieri il capo della protezione civile ha pronunciato parole assai severe: «Sono stufo che i nostri soccorritori perdano la vita perché le persone vanno a fare escursioni in modo sprovveduto e senza tenere conto degli allarmi. Oltre alle emergenze legate alle alluvioni c’è anche il dolore per i nostri ragazzi morti in Trentino nel tentativo di salvare la vita ad altri. Basta morire per gli errori altrui».
• Ha ragione?
Ha ragione. I due friulani erano usciti senza l’Arva, lo strumento di radiotrasmissione che consente la localizzazione sotto la neve. Non devono neanche essersi informati, prima di mettersi in viaggio: il rischio che cada una valanga è calcolabile e in questo periodo ci sono escursioni termiche piuttosto accentuate che rendono instabili le masse nevose. certo che se Andreatta e Baron avessero chiesto, gli avrebbero sconsigliato l’escursione. Vale anche per i tedeschi che si sono messi a sciare fuori pista a Solda. Qui è persino possibile che a far venire giù la massa di neve siano stati proprio i turisti. Come abbiamo raccontato all’inizio, a Solda è morto un bambino di 12 anni. Quanto ai sette soccorritori andati alla ricerca dei due friulani in Val Lasties, procedevano distanziati, come da norma, in modo da non esser tutti travolti in caso di valanga. Forse però non s’erano dati intervalli sufficienti o forse il fronte che è venuto giù era troppo ampio. Ne sappiamo ancora poco.
• Quanta gente muore così ogni anno?
Una trentina in Italia e altrettanti in Francia e Svizzera. Bisognerebbe dotarsi della sensibilità degli stambecchi che vengono travolti molto raramente, studi svizzeri hanno appurato che si tengono sempre a una cinquantina di metri dalla neve fresca e aspettano che lo strato nuovo si compatti con quello sottostante. Tecnicamente, la valanga si forma quando si rompe una condizione di equilibrio all’interno del manto nevoso. Cosa evidentemente possibile solo se gli strati nevosi hanno consistenze diverse. Ma che capita sul serio solo se qualcosa o qualcuno spinge – per dir così – lo strato instabile: uno spostamento d’aria (rumore) o un qualche impercettibile tremito della terra, o magari il vento. Succede anche che venga giù tutto lo strato nevoso. Le valanghe possono raggiungere i trecento all’ora. Il pericolo è valutato su una scala a cinque livelli, contrassegnati da cinque colori. Se il colore è rosso siamo al quarto livello. Se è rosso/nero siamo al quinto, cioè al massimo.
• Questa è epoca da pericolo alto?
Sì, da quarto livello almeno. «Il quarto livello è quello in cui Il manto nevoso è debolmente consolidato sulla maggior parte dei pendii ripidi. Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico. C’è da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe». Ieri le autorità hanno avvertito che il rischio valanghe è ancora forte. I tecnici dell’Ufficio idrografico di Bolzano avvertono che «i distacchi di neve bagnata interessano tutto il manto e possono assumere grandi dimensioni. Sopra i 2300 metri di quota i nuovi grossi accumuli eolici poggiano su strati freddi di cristalli angolari e si possono distaccare spontaneamente o con un debole sovraccarico».
• Che bisogna fare se si finisce sotto una valanga?
Far finta di trovarsi in acqua e nuotare. un modo per resistere una quindicina di minuti, dopo in genere arriva l’assideramento. Se ci si è dimenticati a casa la ricetrasmittente, soltanto guai. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/12/2009]