La Gazzetta dello Sport, 3 gennaio 2010
Ieri Obama ha fatto un discorso preoccupante, accusando per la prima volta al Qaeda di aver armato la mano del giovane nigeriano della settimana scorsa, quello che voleva farsi esplodere sul volo Amsterdam-Detroit

Ieri Obama ha fatto un discorso preoccupante, accusando per la prima volta al Qaeda di aver armato la mano del giovane nigeriano della settimana scorsa, quello che voleva farsi esplodere sul volo Amsterdam-Detroit. Il presidente Usa ha anche detto che sta collaborando con il governo yemenita per far qualcosa contro le cellule locali dell’organizzazione terroristica. Ed è proprio questo il punto preoccupante: parole come queste sembrano preparare un blitz nello Yemen. In base a quello che ha detto, le risorse oggi impiegate in Iraq («un paese che nulla ha a che vedere con gli attacchi dell’11 settembre») verranno stornate sul Pakistan settentrionale e sullo Yemen, i due posti cioè dove sono arroccati i fondamentalisti islamici (a dir la verità, i fondamentalisti stanno anche tentando l’espansione in Africa e trovano un ostacolo, in definitiva, solo nella presenza cinese). Si sa anche che i vertici della sicurezza americana corrono il rischio di esser licenziati. Obama se ne è lamentato e ha dato segni di forte fastidio per la prima dichiarazione di Janet Napolitano, il suo ministro dell’Interno, che subito dopo l’arresto di Mutallab aveva detto: «Tutto ha funzionato perfettamente». Sono previsti una serie di incontri con i leader di tutto il mondo, perché il problema non può evidentemente riguardare solo gli Stati Uniti. L’Unione Europea ha fissato una riunione d’emergenza per il 7 gennaio: gli esperti-sicurezza dell’area discuteranno sui bodyscanner, gli apparecchi capaci di mostrare il corpo nudo ai sorveglianti dei check in. Legittimarli in tutti e 27 i paesi della Ue? E la privacy? E i costi? Anche Gordon Brown vuole organizzare un vertice sul terrorismo il prossimo 28 gennaio. Per quel giorno era già programmata a Londra una riunione sull’Afghanistan.
• Questi scanner mostrano davvero il corpo nudo?
Sì. La cosa sta eccitando parecchio certi giornalisti. Ieri ho letto un lunghissimo servizio dell’Associated Press imperniato sulla pat-down research, cioè la perquisizione. Abbastanza demenziale. Il cronista si interrogava sui palpeggiamenti in mezzo ai seni delle donne, ho letto frasi come: «tutti sanno dove si nasconderebbero polveri e liquidi esplosivi, ma chi avrà il coraggio di andare a frugare proprio lì?». A questo punto – dico io – costerebbe meno far spogliare completamente nudi i passeggeri in una sala riservata, uomini di là, donne di qua, agenti-maschi di là, agenti-femmine di qua. Frugando per bene ovviamente anche nei panni. Adesso bisogna arrivare in aeroporto tre ore prima. Beh, se si va in America ci si può presentare anche cinque ore prima, no?
• Quanto costano questi scanner?
C’è già un balletto di numeri. Un servizio della France Press dell’altro giorno parlava di un milione di dollari. I siti ieri, riferendo su dati forniti dall’aeroporto di Schipol dove sono già in funzione questi scanner, parlano di 150 mila euro a macchina. Però a Schipol Mutallab è passato e nessuno s’è accorto di niente. Forse ci vuole lo scanner da un milione. Maroni ha detto che lui è pronto a comprarne per Fiumicino e Malpensa. Potrebbe trattarsi di un paio di milioni di euro. E le macchine della polizia senza benzina? Perché poi la sicurezza assoluta è irraggiungbile. Allora non sarebbe meglio il silenzio-stampa?
• Sarebbe?
Se giornali e televisioni s’imponessero di tacere, i terroristi non avrebbero più scopo a far saltare gli aerei. Se lo metta in testa: il terrorismo è tutta comunicazione. Allora, Obama convoca Sarkozy, Merkel, Brown, Berlusconi e gli altri leader dell’Occidente. Si mettono d’accordo su un decreto, uguale per tutti, che impedisca ai giornali di dar notizia degli atti di terrorismo ovunque compiuti. Il movente principale dell’attentato s’affloscia. Noi italiani lo abbiamo fatto, anche se malamente, ai tempi delle Brigate rosse. Persino quel poco (alcuni giornali decisero autonomamente di non pubblicare i comunicati delle Br) servì. Certo c’è un costo politico. Però si deve anche tener conto, nel costruire difese-monstre, che comunque al Qaeda è in difficoltà. Questo è innegabile.
• Come fa a dirlo?
Ma scusi, imbarcano su un volo come quello un tizio che poi pasticcia con liquidi, polveri e siringhe? Dov’è finita la terribile efficienza dell’11 settembre? Misuriamo il distacco tra quell’impresa e questa, e valutiamo il declino disperato della pratica degli shahid.
• Facciamo gli scongiuri.
Facciamo gli scongiuri. Però anche i massacri in Pakistan o in Iraq hanno un impatto sempre più fiacco sui grandi media, dovuto alla loro ripetitività. I qaedisti cercano sempre l’evento capace di riempire di terrore, o d’entusiasmo, le masse. Quella la bomba vera da disinnescare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 3/1/2010]