La Gazzetta dello Sport, 7 gennaio 2010
Il termine “malasanità” è abusato e probabilmente alle orecchie del pubblico non significa più niente

Il termine “malasanità” è abusato e probabilmente alle orecchie del pubblico non significa più niente. Pure…
• Ieri è morto in ospedale qualcuno che non doveva morire?
Sono uscite fuori, nello stesso momento, un sacco di storie strane. La più grottesca: un vecchio di ottant’anni che, a Bari, cade dall’ambulanza e si rompe la testa morendo. L’accusa dice che il personale si è dimenticato il portellone aperto oppure che il portellone s’è spalancato all’improvviso e la sedia a rotelle su cui era seduto il paziente è scivolata fuori. La difesa controbatte che è impossibile e che il poveretto è caduto da solo mentre scendeva dalla macchina. Altro caso: a Pisa un principio d’infarto sarebbe stato scambiato per uno strappo muscolare, il paziente è stato rimandato a casa e poco dopo è morto. A Cosenza è stato ingessato, a una bambina di due anni e mezzo, il braccio sano. A Trento ci sarebbe il caso, a cui stento a credere, di un referto infausto al pap test che non sarebbe stato recapitato alla paziente – poi deceduta – perché non erano stati versati i soldi per il francobollo. A Foggia due neonati, che stavano in culle vicine, sono morti a pochi giorni di distanza uno dall’altro. I due padri, che hanno presentato denuncia, sospettano che si tratti di setticemia.
• Qualcuno è stato arrestato?
No. Anzi, è bene specificare che su ognuno di questi episodi sono in corso le indagini delle varie procure. Quindi le tesi sostenute dai vari accusatori potrebbero risultare false. E, come lei sa, non abbiamo il diritto di considerare colpevole nessuno fino a sentenza. Piuttosto: lei pensa che in questi incidenti potrebbe esserci una responsabilità della struttura sanitaria o lo ritiene poco probabile?
• A istinto lo ritengo probabile. Cioè: non mi meraviglierei se i genitori dei vari bambini, i parenti del povero vecchio di Bari o dell’infartuato di Pisa avessero ragione.
Questo è il punto. Abbiamo tutti la sensazione che il Paese, giudicato per come lavora, non abbia diritto alla sufficienza. Trasportando la sciatteria generale nel campo della sanità, l’esito risulta tragico, perché la sciatteria in corsia si può pagare con la vita. Da dove viene, in generale, il nostro lavorar male? Credo prima di tutto dalla corruzione, diffusa a ogni livello. Poi dalla quasi assoluta certezza dell’impunità, che deriva dalla sciatteria di chi indaga (ne abbiamo avuti esempi talmente numerosi che non mi metto a fare elenchi), dalla sciatteria con cui sono fatte le leggi, dalla lentezza dei processi, eccetera.
• Soluzioni?
C’è una proposta di legge del Partito democratico. Quella di istituire un Garante della Salute. L’hanno presentata al Senato, come primi firmatari, Ignazio Marino e la capogruppo Anna Finocchiaro. Marino: «Vogliamo realizzare in Italia una struttura al di sopra delle parti e che assuma le funzioni di una Agenzia del Garante per la salute con l’obiettivo di verificare la qualità delle cure e dei servizi prestati dal Servizio sanitario nazionale. Proprio in riferimento agli ultimi casi di presunta malasanità e disservizio verificatisi nelle ultime ore». Non è che mi convinca molto. Se gli ospedali non forniscono il servizio che devono fornire, e commettono reati, ci sono le Procure della Repubblica. Il ministro Fazio ha poi a sua disposizione degli ispettori e può mandarli (Sacconi li mandava) negli ospedali dove succedono fatti strani. C’è poi anche una Commissione parlamentare, istituita alla Camera ai tempi di Prodi e rimasta in piedi anche in questa legislatura. Si chiama “Commissione errori sanitari”. Come tutte le Commissioni parlamentari, ha gli stessi poteri e gli stessi limiti dell’autorità giudiziaria. Infatti il suo presidente, Leoluca Orlando, ieri ha gridato contro lo sbaglio commesso all’ospedale civile Annunziata di Cosenza, dove alla piccola Francesca di due anni e mezzo hanno ingessato un braccio invece dell’altro. «La commissione che presiedo» ha dettato alle agenzie l’onorevole dell’IdV «ha chiesto immediatamente notizie su quanto avvenuto, e seguirà con attenzione il caso al fine di individuare immediatamente eventuali responsabilità».
• Perché questo caso e non gli altri?
Non lo so. Forse perché la Calabria è più vicina alla sensibilità dell’onorevole Orlando. Forse l’onorevole era all’oscuro degli altri casi. Potrebbe esserci stata una sciatteria anche nell’informarlo, no? Ma tutto questo mi serviva solo per sostenere che il Garante della Salute, a questo punto, mi pare un di più, che può solo portare altra confusione in un settore della nostra vita collettiva già abbastanza confuso. E dico poco. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/1/2010]