La Gazzetta dello Sport, 13 gennaio 2010
Dalle agenzie di ieri: «Pessime nuove per gli automobilisti: i prezzi dei carburanti continuano a correre e la benzina arriva ad un passo da 1 euro e 37 centesimi al litro; il diesel supera la soglia di 1 euro e 20 centesimi, livello massimo da oltre un anno

Dalle agenzie di ieri: «Pessime nuove per gli automobilisti: i prezzi dei carburanti continuano a correre e la benzina arriva ad un passo da 1 euro e 37 centesimi al litro; il diesel supera la soglia di 1 euro e 20 centesimi, livello massimo da oltre un anno. Shell si conferma la marca più cara sul mercato con la verde a 1,369 euro e il gasolio a 1,209 euro […]» (Rainews 24); «[…] In pratica, rispetto ad un anno fa, il prezzo del diesel è salito di quasi 0,2 euro, vale a dire circa 10 euro in più a litro per un pieno di una macchina di media cilindrata. Il pieno per la benzina è diventato invece ancora più caro: rispetto alla prima settimana dello scorso anno, il rincaro è stato di 0,28 euro, cioé oltre 14 euro a pieno» (Ansa); «[…] L’Agip, in particolare, ha alzato il prezzo consigliato della benzina di 1,1 centesimi, portandolo a 1,349 euro, e quello del gasolio di 1,6 centesimi a 1,199 euro […]» (Sabatoseraonline); «[…] A Mestre e provincia si moltiplicano i distributori low cost, per la gioia dei consumatori, meno per quella dei gestori trasformati in dipendenti e dei dipendenti lasciati a casa. Dieci impianti (di cui cinque solo a Mestre) in tutta la provincia, di proprietà della «Vianello Luigi sas», dall’1 gennaio hanno cambiato pelle: tolte le insegne delle grandi compagnie, campeggia il logo rosso-blu del gruppo Vega che abbatte di 6-7 centesimi il prezzo della benzina e del gasolio. A Mestre alcuni di questi distributori si trovano nella zona di Auchan e dell’ospedale all’Angelo, da qui a marzo cambieranno completamente look (in sostanza il colore) in modo da essere riconoscibili esclusivamente come ”Vega”. Al momento è già stato oscurato il logo della vecchia compagnia e installato il pannello con i nuovi prezzi […]» (Corrieredelveneto.it); «[…] La stessa Antitrust, grazie al suo presidente Antonio Catricalà, afferma che “i prezzi scendono con la velocità della piuma e salgono con quella del razzo: c’è qualcosa di distorto” […]» (Valdagri.net).
• Questa cosa della piuma e del razzo sarebbe da approfondire…
Guardi, abbiamo l’esempio sotto mano. Ieri a New York il Light crude è arretrato a 80,93 dollari (un dollaro e 59 meno del giorno prima). In apertura stava ancora più giù: 80,80. Naturalmente sarebbe troppo chiedere che il prezzo della benzina reagisca immediatamente ai movimenti dei titoli petroliferi, in discesa da un paio di giorni dopo un rally cominciato a metà dicembre…
• Rally?
E’ l’espressione che si usa per dire che un titolo corre e sembra non volersi fermarsi mai. “Corre”, cioè aumenta ogni giorno di prezzo. Questi aumenti di prezzo sono dovuti alla solita ragione e cioè una domanda sostenuta, gente che vuol comprare. I rally possono essere fasulli, e cioè la gente compra qualcosa semplicemente perché crede che il valore del titolo aumenterà oppure perché ha molta liquidità e non sa dove metterla o anche perché ha qualcosa che vale ancora meno e vuole liberarsene.
• La previsione è che il petrolio aumenterà di prezzo?
Ieri girava un pronostico di Deutsche Bank secondo cui nel 2010 il prezzo del petrolio dovrebbe oscillare intorno ai 65 dollari al barile. Quindi rispetto alle quotazioni attuali (80 dollari) ci aspetterebbe una discesa. Ma solo un paio di settimane fa la profezia era completamente diversa. JP Morgan metteva il prezzo del petrolio 2010 a 85 dollari con una previsione di 120 dollari nel 2013. Per Bank of America-Merryl Linch saremo a 100 dollari l’anno prossimo. Ieri Ahmad Abdallah, sceicco del Kuwait, ha detto che «il prezzo a 82 dollari è fantastico».
• Sembrerebbe una frase che annuncia ribassi. Ma allora perché sale?
Le ragioni sono tre: il grande freddo, le importazioni cinesi (+25%, oltre 20 milioni di tonnellate in dicembre), la discesa del dollaro. Conviene sbarazzarsi dei dollari e incamerare petrolio. Lei ricorderà che il legame tra petrolio e valute è molto stretto, dato che per molti anni petrolio e dollari sono stati la stessa cosa (non si poteva comprar petrolio se non con i dollari). Adesso i paesi del Golfo stanno creando una moneta comune tutta loro (dovrebbe chiamarsi ”golfo”) e intendono gradualmente sostituire il biglietto verde. Chávez, grande esportatore di greggio, ha svalutato il bolivar del 20%.
• E la benzina?
Bisogna rassegnarsi ad adoperare sempre meno la macchina, bisogna mettersi in testa che l’automobile è uno strumento obsoleto, dai costi insostenibili. Oltre tutto il prezzo del petrolio pesa sulla benzina fino a un certo punto. Come abbia detto tante volte, una quota consistente di quello che paghiamo è determinato dalle tasse. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/1/2010]