La Gazzetta dello Sport, 31 gennaio 2010
L’altro giorno, a Coppito, Berlusconi se n’è uscito con questa frase: «Nominerò Guido Bertolaso ministro

L’altro giorno, a Coppito, Berlusconi se n’è uscito con questa frase: «Nominerò Guido Bertolaso ministro. Dopo quello che ha fatto per L’Aquila è il minimo che si possa fare». Coppito è quella località abruzzese dove si trova la famosa caserma della Guardia di Finanza in cui si svolse il G8. L’occasione per esprimersi con tanta benevolenza nei confronti del capo della Protezione civile era la cerimonia del passaggio di responsabilità. Fino ad ora il terremoto d’Abruzzo e la relativa ricostruzione erano un problema dello Stato. Da adesso in poi la palla passa alla Regione e la responsabilità della ricostruzione e della gestione dell’emergenza passa da Bertolaso a Gianni Chiodi.
• Dov’è il problema?
Beh, siamo in una di quelle situazioni che si prestano a due letture. Berlusconi dice: «Lo farò ministro» con l’aria trasognata di chi annuncia la formidabile promozione di un suo uomo. L’altro infatti risponde: «Sono grato al presidente del Consiglio per le parole spese nei miei riguardi. Evidentemente chi pensava che sarei stato degradato per vicende internazionali ci sarà rimasto male». Lei sa quali sono le vicende internazionali a cui fa riferimento Bertolaso in questa dichiarazione?
• Ho sentito che ha criticato il modo con cui gli Stati Uniti si sono comportati ad Haiti.
Sì, ha attaccato duramente il criterio dell’intervento americano e Hillary Clinton, il segretario di Stato, se n’è risentita moltissimo e la Farnesina s’è affrettata a prender le distanze da quelle critiche. Guarda un po’, dopo pochi giorni il Cavaliere se ne esce con l’idea di promuovere l’autore di quell’attacco.
• Sta dicendo che lo promuovono per rimuoverlo? Come si dice in latino?
“Promoveatur ut amoveatur”. Beh, qualche indizio c’è. Bertolaso, che è un uomo intelligentissimo, a quelle parole di formale ringraziamento e apparente compiacimento ha fatto seguire questa osservazione: «Comunque sappiamo che poi le nomine non le fa il primo ministro [cioè Berlusconi, ndr], le fa il capo dello Stato. Bisogna vedere cosa ne pensa il nostro presidente della Repubblica». Frase doppia anche questa. Può significare: Napolitano potrebbe ritenermi indegno di una carica così alta come quella di ministro. Ma potrebbe anche significare: caro Berlusconi, tenterai di scaricarmi, ma il Quirinale non sarà d’accordo. La avverto subito che queste illazioni si scontrano col fatto che fino ad oggi il legame tra Berlusconi e Bertolaso è apparso solidissimo.
• E allora come fa a dire quello che dice?
È obiettivo che il passaggio a un ministero, a qualunque ministero, non darà a Bertolaso l’enorme potere che ha oggi. Nessun ministro può contare su ventidue segretari personali del livello di quelli che circondano Bertolaso: due specialisti legali finanziari, 11 impiegati amministrativi, tre assistenti capo di polizia, un tenente colonnello dell’esercito, un tecnico, un maresciallo ordinario, un appuntato dei carabinieri, un finanziere, un aiuto bibliotecario. Bertolaso può inoltre spendere – caso unico – al di fuori dei controlli di Tremonti, che infatti non lo ama per niente. Non solo: lo scorso 17 dicembre un decreto ha sancito che la Protezione civile si trasformerà in società per azioni, la Protezione civile sarà regolata cioè dalle norme del diritto privato. Questo significa che avrà una discrezionalità ancora maggiore in caso di gare, appalti, consulenze e collaborazioni. Prima di questo atto normativo, Bertolaso aveva annunciato – senza toni polemici – l’intenzione di andare in pensione. Dopo il 17 dicembre fece sapere che sarebbe restato a capo dell’impresa un altro anno. Sembrerebbe ovvio che, quando si trova di fronte a delle catastrofi, la Protezione civile non possa che procedere avendo le mani del tutto libere. Come potrebbe altrimenti intervenire con la necessaria tempestività, rapidità, efficienza, ricorrendo oltre tutto a uomini e imprese di provata esperienza senza sottostare ogni volta alle regole con cui lo Stato affida i lavori ai privati? E tuttavia i maligni fanno notare che alla Protezione civile finiscono anche tante questioni che non sono così drammatiche come il terremoto dell’Aquila o l’alluvione di Messina. Basta che un evento importante entri in una fase acuta e subito si ricorre a Bertolaso. Il quale infatti è soprattutto l’uomo dell’emergenza, comunque verificatasi. ”Emergenza”, parola con la quale si copre un ambito assai più vasto di quello delle catastrofi. Quindi, la Protezione civile, ora quasi privatizzata, s’è occupata del G8 in Abruzzo, del traffico di Roma, dei mondiali di nuoto, dell’archeologia di Ostia…
• È per questo che Berlusconi potrebbe aver deciso di rimuoverlo?
Forse. C’è sempre il problema di chi verrà dopo il Cavaliere quando il Cavaliere si sarà stufato. E Bertolaso, nei sondaggi, va forte. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/1/2010]