La Gazzetta dello Sport, 22 febbraio 2010
Bertolaso ha insinuato, non si sa quanto scherzosamente, che alla fine di marzo potrebbe non essere più al suo posto

Bertolaso ha insinuato, non si sa quanto scherzosamente, che alla fine di marzo potrebbe non essere più al suo posto. Parlando agli sfollati di Sanfratello, nel messinese, il capo della Protezione civile ha detto: «Tornerò a trovarvi alla fine di marzo. Se ci sarò ancora». Alla fine di marzo, ricordiamo, si svolgeranno le elezioni regionali. «La mia situazione personale è nota a tutti. Lavoro serenamente giorno per giorno per dare risposte e garantire interventi, poi è il governo che dovrà decidere. Vogliono distruggere la mia credibilità. Io non sono mai stato legato a nessuna poltrona, anche perché sto seduto molto poco, giro continuamente l’Italia. Se dovessero decidere che il mio tempo è scaduto, me ne andrò». Mentre Bertolaso diceva queste cose ai messinesi, all’Aquila un migliaio di persone manifestavano contro di lui e contro Berlusconi.
• Come mai? Mi pareva che all’Aquila il governo si fosse mosso bene.
Forzate le transenne e invasa la zona rossa, cioè il centro storico, i manifestanti hanno reclamato soprattutto la rimozione delle macerie, inveendo contro il sindaco, contro il governatore Gianni Chiodi e contro la Protezione civile. Il sindaco, Massimo Cialente del Pd, a un certo punto è salito su una panchina di piazza Palazzo e ha abbozzato un discorso: «Calmi… state calmi… è vero, è un’indecenza che dopo dieci mesi ci siano ancora quattro milioni e mezzo di metri cubi di macerie. Ma questo problema lo deve risolvere il governo. La Protezione civile ci ha salutato venti giorni fa, quando Guido Bertolaso si è dimesso da commissario straordinario per la ricostruzione, senza trovare una soluzione al problema. Ma io dico che spetta a loro trovare una via d’uscita, liberarci dalle macerie».
• È vero?
Mah. Io ricordo le discussioni del dopo terremoto e l’intesa era che il governo e la Protezione civile avrebbero affrontato l’emergenza e che la palla sarebbe poi passata agli Enti locali. Berlusconi s’era impegnato a togliere tutti dalle tende entro la fine dell’anno. E questa promessa è stata mantenuta. Fatto questo, Berlusconi e i suoi avevano rinunciato (una volta tanto) alla logica delle ordinanze emergenziali e lasciato il compito della ricostruzione a Regione, Provincia e Comune. Si disse subito che per ricostruire il centro storico dell’Aquila ci sarebbero voluti anni. Bisogna tener conto che, dopo gli arresti decisi dalla Procura di Firenze, la febbre politica è risalita e l’Aquila è uno dei possibili punti di contestazione. Domenica scorsa – spinti dal grave fatto delle risate di imprenditori sciacalli – avevano sfilato in città appena 300 persone. Ieri, secondo quanto riferisce il sito di Repubblica, non erano più di mille. Ma un’altra manifestazione è stata annunciata per domenica prossima «e stavolta dobbiamo essere 30 mila». Probabilmente ci riusciranno, perché l’obiettivo è soprattutto politico.
• Berlusconi che ha detto?
Berlusconi è intervenuto per telefono al convegno di Rete Italia in corso a Riccione. «Come se ci fosse una furia autodistruttrice che annulla i risultati, che travolge tutti gli sforzi che si fanno per migliorare il nostro paese, si cerca di far apparire una delle pagine più nobili della nostra storia recente come una storia di affari sporchi e di corruzione. Quanto è stato fatto in Abruzzo ha del miracoloso. Bisogna far prevalere la ragione e il buonsenso rispetto agli istinti più belluini di chi mette a repentaglio gli interessi del Paese per calcoli politici meschini». Il presidente del Consiglio è andato addirittura ad attaccare Prodi: «Ricordate i rifiuti a Napoli e il malgoverno di Prodi? I responsabili di quella pagina sono gli stessi che accusano Bertolaso, a cui si dovrebbe fare un monumento».
• E Prodi ha risposto?
Sì, ha risposto subito, attraverso il suo portavoce Sandra Zampa: «Di malgoverno gli italiani ne hanno conosciuto uno solo: quello di Silvio Berlusconi, il premier delle promesse disattese, impegnato a difendere con le unghie e con i denti le proprie aziende prima e se stesso dopo. Contro la giustizia e senza rispetto dei valori di cui si riempie la bocca. Quanto all’emergenza rifiuti di Napoli, è bene ricordare come lo stesso sottosegretario Bertolaso abbia più volte dichiarato di aver seguito, nella soluzione del problema, il piano già predisposto con il presidente Prodi, che è risultato dunque molto efficace».
• È vero?
Sì, se si tratta dei siti dove accumulare la spazzatura. No, se si tratta dei modi per riuscire a portare la spazzatura nelle discariche senza farsi bloccare da dimostranti o pubblici ministeri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/2/2010]