La Gazzetta dello Sport, 7 maggio 2010
Le ultime notizie sulla crisi: 1) L’agenzia Moody’s ha diffuso la prima parte di un rapporto intitolato Sovereign Contagion Risk nel quale si sostiene che il contagio dei rischi legati al debito sovrano potrebbe diffondersi a Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda e Gran Bretagna; 2) Le Borse sono subito precipitate: Milano ha chiuso con una caduta del 4,03%, Londra ha perso l’1,52, Parigi il 2,2, Madrid il 2,93 eccetera

Le ultime notizie sulla crisi: 1) L’agenzia Moody’s ha diffuso la prima parte di un rapporto intitolato Sovereign Contagion Risk nel quale si sostiene che il contagio dei rischi legati al debito sovrano potrebbe diffondersi a Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda e Gran Bretagna; 2) Le Borse sono subito precipitate: Milano ha chiuso con una caduta del 4,03%, Londra ha perso l’1,52, Parigi il 2,2, Madrid il 2,93 eccetera. L’euro è sceso sotto 1,27 contro il dollaro. 3) Ad Atene intanto il Parlamento ha approvato il piano lacrime e sangue imposto al ministro Papandreu da Fmi, Ue e Bce: 172 voti a favore, 121 contrari. 4) Mentre i deputati votavano, diecimila persone hanno manifestato davanti al Parlamento ateniese, esponendo un lungo nastro nero, segno di lutto per la morte dei tre impiegati di banca. Le banche hanno scioperato per 24 ore, in segno di lutto per le vittime della Marfin Egnatia Bank e in segno di protesta per le aggressioni subite. 5) La Bce non ha alzato il tasso di sconto; 6) Con una lettera congiunta Merkel e Sarkozy hanno chiesto a tutti di adoperarsi per difendere l’euro e auspicano regole più rigide per i paesi inadempienti.
• Perché l’agenzia Moody’s non si fa i fatti suoi?
Prima di mettere sotto accusa Moody’s, bisogna prendere atto del fatto che i mercati non credono alla soluzione della crisi greca. La convinzione generale è che i greci a un certo punto smetteranno di pagare e bisognerà o rinunciare per sempre a una parte dei soldi o permettere una restituzione in più rate (adesso è previsto il saldo in tre anni) o tutt’e due le cose. I mercati pensano anche che i paesi più deboli dell’area euro (Portogallo e gli altri citati sopra) prima o poi si troveranno senza i soldi per pagare i loro bond. E a quel punto sarà a rischio l’euro, cioè sarà probabile la disintegrazione della nostra valuta e il ritorno di ciascuno alla lira, al marco, al franco eccetera. Quindi, si vendono euro e si comprano dollari anche se gli Stati Uniti, almeno quanto a debito, stanno peggio degli europei.
• Quando lei dice “i mercati non credono” o “i mercati pensano” ecc., che cosa intende esattamente?
Buffet, Soros, i fondi di investimento che gesticono miliardi di euro, tutti quelli che partecipano, in ogni minuto e in tutto il mondo, alla compravendita forsennata delle azioni oppure che scommettono sui prezzi futuri o che vendono allo scoperto sicuri che le Borse andranno giù: vendono adesso titoli che si sono fatti prestare e ricompreranno tra qualche giorno realizzando una montagna di profitti.
• Le agenzie di rating fanno parte del “mercato”?
Certo. Le agenzie di rating sono possedute da grandi speculatori, Buffet, McGraw-Hill oppure il finanziere francese Lacharrière. Chi ci dice che questi speculatori non siano adesso al ribasso? Le agenzie di rating da loro controllate emettono sapientemente giudizi che buttano giù i corsi e i grandi finanzieri guadagano in questo modo un mucchio di soldi. Le agenzie di rating non sono terze. Perché Moody’s ha parlato di giovedì mattina, a mercati aperti? Non poteva aspettare sabato prossimo, a borse chiuse? Draghi e Berlusconi hanno tentato di arginare l’effetto del rapporto di Moody’s, piombato su piazze già piuttosto nervose se non depresse, ma non sono riusciti a niente. La reazione negativa è risultata inarrestabile.
• Che cosa hanno detto Draghi e Berlusconi?
La Banca d’Italia ha subito diffuso un comunicato che dice così: «Il sistema bancario italiano è robusto, il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglie, imprese e Stato è basso rispetto ad altri Paesi, il debito netto nei confronti dell’estero è basso. Tutto ciò rende il caso dell’Italia diverso da quello di altri Paesi». Mentre Trichet ripeteva per l’ennesima volta che «un default della Grecia è fuori discussione», a dar manforte a Draghi è intervenuto anche Tremonti che, presentando la sua Relazione sulla finanza pubblica, ha affermato che «in un’accezione di debito aggregato, considerando Pubblica Amministrazione, famiglie, imprese non finanziarie, l’Italia si colloca tra i paesi meno indebitati in ambito europeo». Parole confermate dalla più piccola delle tre agenzie di rating, Fitch (ieri Standard and Poor’s non ha fiatato): «Le banche italiane hanno saputo reagire bene, grazie soprattutto ad un modello di business tradizionale basato principalmente sulla raccolta tra la clientela». Fitch ci dà AA- e soprattutto ci definisce “stabili” per il prossimo futuro.
• E Berlusconi?
Berlusconi s’è detto «sconcertato» per il comportamento delle agenzie di rating e ha fatto sapere di essere al lavoro «con gli altri capi di governo affinché vengano introdotte regole che impediscano alle società di rating di fare comunicazioni che possano portare danno». Trichet è poi intervenuto sulla proposta di costituire un’agenzia di rating europea, a controllo pubblico, un’iniziativa comunitaria di cui si parla da qualche giorno: «E’ una questione che resta aperta ma non solo in Europa. Come in qualsiasi settore, più concorrenza c’è, meglio è». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/5/2010]