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 2010  luglio 17 Sabato calendario

Oggi si estrae un Superenalotto da 100 milioni, i tavoli delle redazioni sono di nuovo sommersi da lanci d’agenzia pieni di numeri…• Sempre d’estate

Oggi si estrae un Superenalotto da 100 milioni, i tavoli delle redazioni sono di nuovo sommersi da lanci d’agenzia pieni di numeri…

Sempre d’estate.
Perché lei si ricorda i 147,8 milioni vinti a Bagnone l’anno scorso. Era effettivamente la fine di agosto. Però non è vero che questa illusione, in genere perduta, sorge sempre con il solleone. Lo scorso febbraio si verificò un jackpot da 139 milioni, vinto da due 6 contemporaneamente, uno giocato a Parma e l’altro a Pistoia. I due tipi si presero 70 milioni a testa. Naturalmente non s’è mai saputo di chi si tratta, così come è rimasto ignoto il vincitore di Bagnone, recordman assoluto in Italia per ora.

Com’è la situazione adesso?
Siamo lontani da quelle cifre. Ma, non essendo uscito nessun 6 da febbraio a oggi, siamo di nuovo a quota cento milioni e di nuovo nella situazione – che per qualche ragione viene giudicata piacevole – di mettere in palio il più alto montepremi al mondo, superiore a quello di Mega Millions ed Euro Millions. Sia chiaro: l’Italia, a rigore, detiene il record di questi concorsi in ogni caso. La popolazione teorica dei giocanti è da noi di 60 milioni (stiamo facendo scendere in campo anche i poppanti), quella americana di 360 milioni. E anche l’Euromillions è un gioco partecipato da molti paesi europei: cominciarono Francia, Spagna e Regno Unito e adesso ce ne stanno dentro altri sei. Saremmo dunque giocatori più accaniti degli altri? No, non è questo. Il fatto è che nessuna lotteria al mondo è difficile come la nostra: la probabilità di fare 6 è 1 su 622 milioni 614 mila 630. Enorme. Più probabile morire inceneriti da un fulmine.

Se è tanto difficile, come mai ci accaniamo a questo modo?
Beh, è provato che offrire molto in cambio di una scommessa da pochi soldi è sempre stato assai attraente. La perdita, pressoché certa, non si sente. E se invece si indovinasse la sestina… Ieri le agenzie ricordavano la grande quantità di denari distribuiti ai vincitori. «Il Superenalotto non dimentica di premiare i giocatori: nell’ultimo concorso di giovedì si sono registrate oltre 196mila vincite per un totale di oltre 4,2 milioni di euro e nell’ultima settimana sono state premiate circa 504mila vincite con 12 milioni di euro, quasi 1 vincita al secondo» dice un comunicato della Sisal. Che ci dà ancora dentro con altri numeri: «Dal 1° gennaio fino all’ultimo concorso del 2010 le vincite complessive sono state di quasi 542 milioni di euro, la raccolta di oltre 1,346 miliardi di euro, il numero di sestine giocate di 2.692.507.134, per un numero di schede pari a 513.544.276 con una giocata media 2,62 euro». È tutta propaganda: i soldi versati allo Stato per comprarsi questo po’ di speranza sono il triplo di quelli vinti. Lo strepito per i 24,9 milioni che Tremonti ci toglie con l’ultima finanziaria fa ridere se confrontato con la capacità nostra di levarci da soli i denari dalle tasche e regalarli all’immenso moloch della dea Fortuna.

Quanto incassa lo Stato da questo giochetto?
Dal 9 febbraio, giorno dell’ultimo jackpot, sono stati spesi più di 980 milioni di euro. Dall’inizio dell’anno 1,34 miliardi di euro, cioè, in lire, più di duemila miliardi. Di questi soldi, va ai vincitori il 34,648%. L’erario si prende il 53,6, che è poi la ragione per cui sulla vincita non si pagano tasse (la somma dovuta al fisco è trattenuta alla fonte). Il punto vendita si tiene l’8%, il concessionario (la Sisal) il 3,73. Il miliardo e passa giocato dall’inizio dell’anno ci fa capire che il 2010 non dovrebbe fare il record. Nel 2009 sono stati raccolti 3 miliardi e 300 milioni di euro, cifra che al momento appare molto difficile da raggiungere. Ma il jackpot, se la sestina non uscisse oggi e cominciasse a resistere, potrebbe fare il miracolo. Più soldi vengono messi in palio e più giocatori accorrono. Anche dall’estero.

Lei dice “giocatori” con l’aria di dire “gonzi”.
No, comprarsi un po’ di speranza tira su il morale e costa poco. Non bisogna però farsi prendere dall’ossessione e si deve giocare solo quello che si può perdere senza danno. Si deve ricordare che il Superenalotto – come la schedina, il lotto, il gratta e vinci e tutto il resto – è una scommessa iniqua, perché non paga in proporzione al rischio che si corre. Il gioco d’azzardo più onesto, come forse saprà, è quello della roulette che, nei casino dove la ruota ha un solo zero, si accontenta di pagare la posta 35 volte invece di 36. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/7/2010]