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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

L’Interpol ha emesso un mandato d’arresto «ai fini dell’estradizione» per Julian Assange, l’uomo di Wikileaks, accusato di aver stuprato due donne di 25 e 35 anni lo scorso agosto

L’Interpol ha emesso un mandato d’arresto «ai fini dell’estradizione» per Julian Assange, l’uomo di Wikileaks, accusato di aver stuprato due donne di 25 e 35 anni lo scorso agosto. Assange sostiene che le due donne erano consenzienti e che si sta cercando di mettere a tacere lui e il suo sito. Il mandato d’arresto, chiesto dalla Svezia (dove, in un bunker sotterraneo, ha sede Wikileaks), è valido in 188 paesi. Gli avvocati di Assange hanno presentato ricorso alla Corte Suprema di Stoccolma.

Dove potrebbe essere?
Si sa che sta soprattutto a Londra. Aveva chiesto asilo all’Ecuador, che proprio ieri glielo ha rifiutato (il presidente Rafael Correa: «Ha commesso un errore nell’infrangere la legge degli Stati Uniti e nel divulgare quel tipo di informazioni»). Alcuni dicono che si trova a Dubai. Lui stesso, in una conferenza stampa, aveva detto d’esser tentato di chiedere asilo a Cuba. Da un pezzo Assange evita gli alberghi, non adopera carte di credito e paga solo in contanti, si tinge i capelli (l’ultima volta di un biondo che dava quasi sul bianco), cambia città ogni notte. “Time” lo ha intervistato ieri attraverso Skype: «La Clinton deve dimettersi se è vero che ha fatto spiare funzionari Onu. Le prossime rivelazioni riguarderanno Cina e Russia». La Clinton gli ha indirettamente risposto da Astana in Kazakhstan, in occasione del vertice Osce (l’Organizzazione per Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Il segretario di Stato ha lavorato per ricucire i rapporti con gli alleati e ha rilasciato una dichiarazione di pieno appoggio a Berlusconi: «Non abbiamo amico migliore di Silvio Berlusconi, Silvio Berlusconi ha sostenuto sempre con la stessa coerenza le amministrazioni Clinton, Bush e Obama. L’Italia ha dato un sostegno generoso alla campagna militare in Afghanistan. Tanto le amministrazioni democratiche quanto quelle repubblicane sanno che possono contare sull’Italia e su Berlusconi per realizzare e sostenere i valori che condividiamo». La Palin, dagli Stati Uniti, ha invece detto che Assange è come al Qaeda. «È un militante anti-americano con le mani sporche di sangue. Ha rivelato la vera identità di oltre 100 fonti afghane sulle tracce dei terroristi. Perché non dobbiamo perseguitarlo con la stessa tenacia con cui diamo la caccia ai capi di al Qaeda?». In pratica, sta chiedendo che lo ammazzino.

Che tipo è questo Assange?
Sposato e divorziato con un figlio, è nato a Townsville, nel Queensland (Australia), ha 39 anni, alto uno e 90, pallido al punto che l’hanno definito cadaverico, veste sciatto (una volta con pantaloni a pallini neri), non gli piace che gli si facciano domande scomode (tipo quelle sui presunti stupri), s’infuria facilmente, si comporta in effetti da esaltato. Un gruppo dei suoi lo avrebbe piantato proprio per i suoi atteggiamenti dittatoriali, al limite della megalomania. Ed è vero che lo anima uno spirito profondamente anti-americano.

Come fa a fare quello che fa? Voglio dire, i soldi…
Lo scorso dicembre il sito dovette star chiuso per un certo periodo proprio perché erano finiti i fondi. Ma poi, in aprile, Wikileaks mise in rete il video in cui si vedeva un elicottero americano attaccare dei civili nella provincia di Farah, scambiare per armi dei teleobiettivi (c’erano dei giornalisti), ammazzare un sacco di gente innocente, compresi due bambini. Questo scoop ha dato la stura a tutta una serie di donazioni. Si parla di un milione di dollari. Per mandare avanti il sito ci vogliono – stando a quanto ha detto lui stesso – duecentomila dollari l’anno.

Come gli danno i soldi? Per questo ci vuole un conto in banca, sono tracce che si lasciano, si potrebbero individuare i donatori…
Assange avrebbe messo in piedi una serie di scatole cinesi. Un percorso visibile a metà e che poi si inabissa, in modo tale che risulta impossibile ricostruire il percorso completo dei finanziamenti. Il punto di raccolta più importante sarebbe in Germania, la fondazione Wau Holland. Holland è a sua volta un hacker. La legge tedesca permette a fondazioni come questa di non far conoscere i propri finanziatori. Filmati e documenti affluiscono invece a una casella elettronica. Li mandano anonimi che ce l’hanno col Pentagono o col governo cinese. Secondo molti analisti Assange viene adoperato da pezzi di servizi segreti che adoperano il sito per loro lotte interne. Tutto è possibile.

Da che famiglia viene?
Teatranti. La madre, Christine, ha divorziato due volte, scappando – a quanto si capisce – dai mariti e portandosi il bambino appresso. Adesso Christine gestisce un teatro di marionette in Australia. Ieri ha rilasciato una dichiarazione: «Non voglio che Julian sia catturato. È mio figlio e gli voglio bene». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/12/2010]