Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  gennaio 15 Sabato calendario

Berlusconi è indagato per il caso Ruby, «concussione» e «atti sessuali con minore di età compresa fra i 14 e i 18 anni», ha ricevuto un ordine di comparizione, dovrà presentarsi in Procura il 21, 22 o 23 gennaio a sua scelta, i magistrati milanesi che lo indagano sono Ilda Boccassini e Pietro Forno (procuratori aggiunti) e Antonio Sangermano (pubblico ministero), i tre sostengono di avere «prove certe» e vogliono procedere col rito immediato, che salta la fase dell’udienza preliminare e potrebbe portarci alla prima udienza entro tre mesi, nei guai, per la medesima vicenda, anche Emilio Fede, Lele Mora e il consigliere regionale Nicole Minetti, chiamati a rispondere per violazione della legge Merlin sulla prostituzione e di induzione alla prostituzione minorile

Berlusconi è indagato per il caso Ruby, «concussione» e «atti sessuali con minore di età compresa fra i 14 e i 18 anni», ha ricevuto un ordine di comparizione, dovrà presentarsi in Procura il 21, 22 o 23 gennaio a sua scelta, i magistrati milanesi che lo indagano sono Ilda Boccassini e Pietro Forno (procuratori aggiunti) e Antonio Sangermano (pubblico ministero), i tre sostengono di avere «prove certe» e vogliono procedere col rito immediato, che salta la fase dell’udienza preliminare e potrebbe portarci alla prima udienza entro tre mesi, nei guai, per la medesima vicenda, anche Emilio Fede, Lele Mora e il consigliere regionale Nicole Minetti, chiamati a rispondere per violazione della legge Merlin sulla prostituzione e di induzione alla prostituzione minorile. Berlusconi non ha rilasciato finora nessuna dichiarazione sul merito (tranne generici «non mi farò intimidire», «processi assurdi e ridicoli»), valanga di commenti invece dal centro-destra: giustizia a orologeria, persecuzione, accuse fuori dal mondo, è il modo di operare dei magistrati che lascia perplessi, eccetera eccetera con un pacchetto di dichiarazioni pro-Cav rilasciate significativamente dalle donne del partito, la Santanché, la Brambilla, la Gelmini (ma non, e a questo punto si nota, la Carfagna e la Prestigiacomo). Tenendo conto dell’occasione, le reazioni degli antiberlusconiani (finiani, Pd, eccetera) vanno giudicate prudenti. In sostanza, tolta la soddisfazione di qualche aggettivo, invitano ad aspettare. I cronisti hanno chiesto a Maroni, il ministro dell’Interno leghista, e si son sentiti rispondere: «No comment».

Facciamo finta che non mi ricordi la faccenda di Ruby.
L’anno scorso, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, portano in questura a Milano una ragazza marocchina di 17 anni (diventerà maggiorenne dopo pochi giorni). Si chiama Karima El Mahroug, è soprannominata Ruby, è molto bella. Il pubblico ministero per i minori, Annamaria Fiorillo, dispone che sia mandata in una comunità. Arriva invece da Parigi una telefonata di Berlusconi, il quale spiega che si tratta della nipote di Mubarak, possono esserci complicazioni internazionali, chiede di affidarla (dice proprio: «Affidatela») al consigliere regionale Nicole Minetti, un’altra bella ragazza che fa però il consigliere regionale. Arriva la Minetti, fa uscire Ruby dalla questura, poi la saluta e se ne va. Ruby, intervistata dai giornali, dice d’essere stata a cena tre volte dal premier (secondo la Procura come minimo quattro). È lei a tirar fuori la storia del “bunga bunga”, per alcuni un innocente barzelletta degli anni Ottanta, per gli altri una pratica sessuale brutale. La storia stava lentamente uscendo dalla nostra memoria, quando la Procura di Milano l’ha rimessa al centro dell’attenzione con le informazioni di garanzia spedite il 21 dicembre e finite sul “Corriere della Sera” di ieri. In questo consisterebbe la «giustizia a orologeria»: il caso è riesploso poche ore dopo che la Corte costituzionale ha dimezzato la legge sul legittimo impedimento e le possibilità del premier di evitare i tribunali.

Il premier dovrebbe presentarsi la settimana prossima. Il 22 è sabato, il 23 è domenica. La procura resterà evidentemente aperta anche nei giorni di festa. Come farà il capo del governo a eludere l’appuntamento?
I suoi avvocati (Ghedini e Longo) eccepiranno sulla territorialità: il caso secondo loro non compete alla Procura di Milano, ma a quella di Monza (atti sessuali) e al tribunale dei ministri (concussione). È un argomento per bloccare tutto sul nascere.

Fermo restando che sono tutti innocenti prima della sentenza: capisco gli «atti sessuali» con minorenne, ma la concussione?
La telefonata alla questura e la falsa notizia che Ruby era la nipote di Mubarak configurano appunto una concussione: adopero i miei poteri, anche non esplicitamente, per ottenere qualcosa. La Procura considera infatti la Questura non complice, ma parte lesa. Dei due reati, la concussione è il più grave: da quattro a dodici anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ieri le agenzie scrivevano che il premier è indagato per «prostituzione minorile». Una locuzione imprecisa. L’atto dei giudici fa riferimento al secondo comma (non al primo) dell’articolo 600bis: «Chiunque compie atti sessuale con un minore di età compresa tra i 14 e i 18 anni» eccetera. Pena fra sei mesi e tre anni, multa non inferiore a 5.164 euro.

Fede, Mora, Minetti che dicono?
Fede dice di non sapere niente. Gli altri non hanno parlato. La casa della Minetti è stata perquisita. Il guaio per loro sembra più grosso: gli imputano il 1° comma del 600, cioè l’induzione alla prostituzione. Reclusione da sei a dodici anni, multa da 15.493 a 154.937 euro.

Ruby che fine ha fatto?
Vive sulla Riviera ligure col fidanzato. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/1/2011]