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 2011  marzo 05 Sabato calendario

A quanto pare, Berlusconi ha intenzione di presentarsi ai processi, o almeno al processo Ruby.• Come mai?Non può che esserci una risposta: intende parlare in aula per fare notizia e sovrastare con le sue dichiarazioni le eventuali testimonianze sgradevoli

A quanto pare, Berlusconi ha intenzione di presentarsi ai processi, o almeno al processo Ruby.

Come mai?
Non può che esserci una risposta: intende parlare in aula per fare notizia e sovrastare con le sue dichiarazioni le eventuali testimonianze sgradevoli. Parlo soprattutto del processo Ruby, che, per il tipo di contestazioni, è quello più comprensibile dal grande pubblico. Prostituzione, minorenni sedotte. Gli avvocati del premier avevano tempo fino a ieri per chiedere al giudice dell’indagine preliminare il ricorso al rito abbreviato. Si tratta di una procedura in cui l’imputato ha diritto a uno sconto della pena pari a un terzo e soprattutto a un dibattimento a porte chiuse. Quindi, nel nostro caso, niente giornalisti e niente tv. Ghedini e Longo hanno lasciato correre.

Da che cosa capiamo che, effettivamente, potremmo vedere in aula Berlusconi il 6 aprile?
Ieri Ghedini è andato a discutere con il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro. La questione sul tappeto era: con tutti i processi che riguardano Berlusconi, non ci sarà un ingorgo?

Quanti processi riguardano Berlusconi?
Quattro. Oltre al processo Mediaset, ricominciato lo scorso 28 febbraio e in cui Berlusconi è accusato di frode fiscale, c’è il processo Mediatrade, in calendario oggi. Anche qui il capo del governo risponde di frode fiscale e appropriazione indebita. Non succederà niente, perché Filippo Dinacci, avvocato di Berlusconi e imputato anche lui nello stesso processo (sì, è possibile), non ha ricevuto in tempo la notifica e adopererà questo difetto di procedura per chiedere il rinvio. Venerdì prossimo, 11 marzo, riparte poi il processo Mills, in cui Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari. Il 6 aprile infine c’è Ruby. Ah, dimenticavo il lodo Mondadori, dove Berlusconi non è implicato personalmente: ieri in Corte d’Appello è finito l’esame del ricorso contro la prima sentenza, che condannava la Fininvest a risarcire 750 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti per la guerra finanziaria di vent’anni fa, quella che si concluse con il passaggio della Mondadori a Berlusconi. C’è di mezzo un giudice corrotto. Sentenza al massimo entro due mesi.

Che cosa hanno concordato Ghedini e la Pomodoro?
Ghedini ha spiegato che l’incontro è servito a fissare un calendario processuale «che consenta a Berlusconi di essere sempre presente» alle udienze che lo riguardano. Ha assicurato che questa è la volontà del premier. Intanto s’è saputo che all’udienza del 6 aprile (processo Ruby) i legali di Berlusconi potrebbero già sollevare il “legittimo impedimento”. È il secondo anniversario del terremoto dell’Aquila, e il capo del governo potrebbe essere impegnato in zona a tagliar nastri o a fare discorsi. Senonché – e questa potrebbe essere una tegola per il Cav – la Cassazione proprio ieri ha stabilito che a decidere sul legittimo impedimento sia il giudice ordinario.

Sa che forse non ho capito?
Il legittimo impedimento è quella norma che permette al presidente del Consiglio di non presentarsi alle udienze, dichiarando di avere da fare. All’inizio, il giudice non poteva metter becco su questa dichiarazione. Ma la Corte costituzionale, ammettendo che il legittimo impedimento non è del tutto in contraddizione col nostro ordinamento, ha poi stabilito che non può essere il presidente del Consiglio a decidere se l’impedimento è reale oppure no. Bisogna che sia un magistrato a valutare. Quale magistrato? Lo stesso giudice che giudica, cioè nel caso Ruby il collegio di tre donne che amministra quel processo. D’altra parte, il dibattimento sul caso Ruby potrebbe non cominciare affatto e tutta la disponibilità di Berlusconi a presentarsi in aula essere un bluff. La maggioranza ha chiesto al presidente della Camera di sollevare conflitto di attribuzione con la magistratura milanese: in pratica spetta al Parlamento stabilire se a giudicare Berlusconi sulla concussione alla Questura di Milano (e sulla seduzione di Ruby, reato minore attratto da quello maggiore) deve essere il tribunale dei ministri o la Procura. Se questa manovra non riuscisse, la Camera potrebbe varare a maggioranza assoluta (316 voti) una delibera di improcedibilità, la quale stabilirebbe, con «valutazione insindacabile», che nella famosa telefonata alla Questura di Milano, il premier «ha agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio delle sue funzioni». La Procura di Milano potrebbe ricorrere alla Corte costituzionale per mettere in discussione questo atto parlamentare, ma intanto il processo si fermerebbe. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/3/2011]