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 2011  marzo 07 Lunedì calendario

Gheddafi dice di aver riconquistato Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e a Tripoli i governativi hanno manifestato per la contentezza, circa duemila persone si sono radunate davanti alla residenza di Bab al-Aziziya suonando i clacson e sparando in aria

Gheddafi dice di aver riconquistato Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e a Tripoli i governativi hanno manifestato per la contentezza, circa duemila persone si sono radunate davanti alla residenza di Bab al-Aziziya suonando i clacson e sparando in aria.

Ma è vero?
I portavoce dei ribelli smentiscono: a Ras Lanouf non ci sarebbe stato nessun combattimento (confermato da un giornalista della France Press), a Misurata i residenti fanno sapere che «la città è sotto il pieno controllo dei rivoluzionari, le brigate di Gheddafi sono là, sono circondate da noi e sparacchiano ogni tanto nella speranza di spaventarci». Smentita anche la presa di Tobruk. Restano dunque le notizie, probabilmente credibili, di un attacco con bombardamenti e carri armati a Misurata (un morto e otto feriti) e di un abbandono di Ben Jawad da parte dei rivoltosi. Pare che siano in corso trattative tra il rais e alcune tribù perché non passino dall’altra parte oppure perché abbandonino i ribelli e tornino ad appoggiare il governo. Gheddafi si conquisterebbe questa nuova fedeltà a suon di dollari ed è comunque impegnato ad ampie concessioni per mitigare la rabbia dei contestatori: sono stati aboliti tutti i dazi sui generi di prima necessità e ridotti al 5% quelli relativi alle altre importazioni. Sono inoltre state eliminate tutte le imposte di consumo e produzione. Gheddafi ha anche rilasciato un’intervista al “Journal du Dimanche” (mentre dovrebbe essere imminente un altro discorso televisivo): alla mia caduta, gli alqaedisti si piazzeranno in Nord Africa, l’Europa sarà invasa dagli immigrati e attaccata, io questo non lo permetterò mai, eccetera.

Allora, le domando questo: questa situazione libica non si risolve, forse non si risolverà per un pezzo, il petrolio aumenta, la benzina pure, sento dire che il tasso in banca è destinato ad aumentare, quindi guai per i mutui eccetera. Che ne dice?
Che i tassi aumentino tra qualche settimana è possibile. Che aumentino anche i mutui (legati però all’Euribor, cioè al tasso che le banche applicano nelle loro contrattazioni) è pure ipotizzabile. Il petrolio oscilla tra i cento e i centoventi dollari al barile e, anche su questo, lei ha ragione. In generale, tutto quello che lei dice è rappresentato dal tasso d’inflazione, che in Europa sta adesso intorno al 2,4% (l’anno scorso, in questo periodo, era all’1). Non è però tutta colpa di Gheddafi o della crisi nel Maghreb.

No? E allora di chi?
Ci sono almeno altre due componenti. La prima: i prezzi degli alimentari sono in crescita costante da otto mesi e in un anno sono aumentati del 12%. Secondo la Fao, aumenteranno ancora nei prossimi mesi, perché la domanda mondiale non è destinata a diminuire e le scorte invece sì. All’origine di questa corsa ci sono grano, riso e mais, +70% in un anno. Grano, riso e mais determinano però anche il prezzo della carne, per via dei mangimi. Insomma tutto il comparto è sotto tensione. La seconda componente riguarda le banche centrali: sono piene di titoli illiquidi (cioè che non hanno nessuna speranza di mercato) e a un certo punto dovranno decidere se scaricare o no i costi di questa carta sui mercati. Gliela dico schematicamente, perché se no non la finiremmo più. Ma insomma nel 2007 la Bce aveva in pancia 173 miliardi di dollari di questa roba e adesso ne ha 2.890 miliardi. La Federal Reserve è passata a sua volta da 915 a 2.305. La richiesta di aumentare i tassi – soprattutto da parte tedesca – viene da questo insieme di cose.

Gheddafi quindi non c’entra niente?
Libia e Algeria valgono insieme il 4% della produzione petrolifera mondiale. È una quota che i sauditi possono rimpiazzare producendo a tavoletta. Ma non per sempre. Diciamo fino a settembre. Se la crisi non finisce prima dell’estate ci troveremo con una scarsità di greggio. Scarsità di greggio significa aumento del prezzo. Quindi inflazione, aumento dei tassi eccetera. I paesi sono indebitati e non possono stampare ancora obbligazioni per finanziarsi. Quindi tagli e tassi. E casino sociale. Non voglio però fare il pessimista per forza: gli economisti che scrivono sui giornali dicono che il rischio c’è, ma che non succederà.

Perché non succederà?
Sterilizzano l’inflazione dal prezzo dell’energia e delle materie prime. In questo modo l’inflazione risulta in effetti molto bassa da tutte le parti. Ho letto un’analisi economica in cui il dato consolante era che la disoccupazione non è destinata a diminuire. È consolante per questo: se la disoccupazione non diminuisce o addirittura aumenta, la gente non avrà i soldi per comprare, la domanda resterà bassa e quindi non vi saranno rischi inflattivi. Purtroppo questo è uno scenario previsto nei testi di teoria (tutti peraltro inutili in questo momento): i prezzi salgono, anche se la produzione cala. Si chiama stagflazione. Suona bene, ma è una parola terribile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/3/2011]