La Gazzetta dello Sport, 4 aprile 2011
L’Agenzia delle Entrate, cioè il Fisco, ha un nuovo database e ha così scoperto che ogni italiano, per cento euro di tasse versate al fisco, ne evade 17 e 86 centesimi

L’Agenzia delle Entrate, cioè il Fisco, ha un nuovo database e ha così scoperto che ogni italiano, per cento euro di tasse versate al fisco, ne evade 17 e 86 centesimi. Il Corriere della Sera ci ha aperto la prima pagina di ieri, con un articolo di Enrico Marro.
• Non mi pare una gran cifra.
Invece sì. 17,86 è la media, e comprende anche i redditi che non possono sfuggire, per esempio quelli dei lavoratori dipendenti, quelli dei pensionati, gli interessi sui Bot e sui conti correnti. Se li togliamo, gli euro nascosti al fisco per ogni cento versati diventano 38,41. Cioè, più del doppio. Ma anche questo numero non è ancora abbastanza eloquente. Se si distribuisce l’evasione sul territorio, si vede che ci sono posti dove per ogni cento euro versati se ne evadono 66. E altri dove se ne evadono appena 10.
• So già quello che il database ha rivelato: i 66 euro di evasione stanno al Sud, i dieci euro stanno al Nord.
È un pochino più complicato. Intanto, bisogna sapere che in termini assoluti quel “10” delle zone più virtuose può rappresentare una somma molto più alta del “66” delle zone furbe. Questo le dice subito una cosa non sempre evidente e che dal database risulta chiara: le zone più ricche sono quelle che percentualmente evadono di meno. Ma i soldi che sottraggono al fisco sono molti di più. La nuova banca dati servirà a orientare meglio la caccia degli agenti del fisco. Una prima domanda potrebbe proprio essere questa: conviene stanare i troppi dieci euro delle zone ricche o sarà meglio puntare a una sorta di riscatto civile generale mettendosi a combattere la diffusissima evasione di piccole cifre delle zone più povere? L’ipotesi più logica sembrerebbe la prima. Alla fine, sono scelte politiche.
• Insomma, chi è che evade di più?
Si sono aggregati i dati in otto zone. La numero 8, qualificata come “pericolosa”, è la peggiore: province di Caserta e Salerno in Campania, di Cosenza e Reggio in Calabria e di Messina in Sicilia. Sono le aree della criminalità organizzata che presidia il territorio e fa innalzare anche altri indici, per esempio quello delle truffe e altre frodi (6.726 per milione di abitanti, contro una media nazionale di 4.625). Qui per ogni cento euro versati al fisco, ne restano in tasca dei mancati contribuenti 65,67%. Questa è anche la zona col Pil più basso: 13.593 euro l’anno a testa. Il resto del Sud, tranne Bari, Napoli, Catania e Palermo, è raggruppato nella zona numero 7: pil di 13.793 euro, 64,47 euro evasi ogni 100. Le zone 7 e 8 sono anche le più povere, cioè quelle con il Pil pro capite più basso. Questo ci permette un’altra equazione: la maggior quantità di evasori si concentra nelle zone meno ricche. Quindi – e non sembri un paradosso – un’altra strada per combattere chi sfugge al fisco è quella di alzare mediamente il tenore di vita delle aree depresse. Siamo di nuovo a una scelta politica. I risultati della Banca Dati di cui stiamo riferendo oggi non lo dicono, ma altre ricerche mostrano che in una zona dove si impiantano biblioteche, si aprono teatri, si offre cinema di qualità, insomma si fa cultura, la criminalità retrocede. Ne verrebbe che incoraggiando la lettura si avrebbero meno evasori. Ma è un discorso che ci porterebbe troppo lontano.
• Vediamo i ricchi, quelli che evadono poco in termini percentuali, ma nascondendo un malloppo più consistente.
La zona numero 3, qualificata come “Grandi centri produttivi” ha il Pil per abitante più alto (27.776 euro l’anno), e nasconde al fisco appena 10,93 euro ogni cento versati. Qui dentro sono comprese Milano, Torino, Genova, Roma, Lecco, Cremona, Brescia. Attenzione però: il numero di truffe e altre frodi in questa zona apparentemente virtuosa è quasi uguale a quello della zona 8, la più pericolosa: 6.624 ogni milione di abitanti. Ne deduciamo che: qui girano un sacco di soldi, e la somma dei quasi undici euro evasi fa cifre da capogiro; l’alto numero di frodi conferma quello che ci hanno detto magistrati e polizia, e cioè che la criminalità organizzata è arrivata al Nord, e in massa. La terza equazione che ne deriva è questa: costringendo la criminalità a ritirarsi si avrebbe meno evasione, sia nella zona pericolosa degli spiccioli che in quella di lusso dei grandi capitali. Pure questo punto dipende dalla politica.
• Come si chiama questa Banca dati?
DbGeo. È stata costruita prendendo 50 indicatori statistici di tipo economico, sociale, finanziario, demografico riferiti alle 107 province e seguendo l’andamento dei dati a partire dal 2001. Nelle valutazioni s’è tenuto conto di otto dimensioni tra cui bacino di contribuenti, attitudine a pagare le tasse, condizione sociale, struttura produttiva, tenore di vita, dotazioni tecnologiche, caratteristiche orografiche del territorio. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/4/2011]