La Gazzetta dello Sport, 21 marzo 2011
L’altra notte gli americani hanno sparato 110 tomahwak contro le forze armate libiche. Sarebbero stati colpiti (la fonte di queste notizie è il Pentagono) numerosi carri armati

L’altra notte gli americani hanno sparato 110 tomahwak contro le forze armate libiche. Sarebbero stati colpiti (la fonte di queste notizie è il Pentagono) numerosi carri armati. Altri obiettivi raggiunti, con i missili o con i bombardamenti: un aeroporto vicino a Tripoli e riservato in genere ai vip del regime (per qualche ragione non li si vuole far scappare); una base aerea non precisata che sarebbe stata bersagliata da 40 bombe lanciate dagli Stealth; un altro aeroporto nei pressi di Misurata; raid intorno a Bengasi avrebbero polverizzato decine di mezzi del Colonnello; 19 caccia americani hanno tenuto a bada l’area di Tripoli e quella di Bengasi; la contraera libica sarebbe stata messa completamente fuori uso.
• Vittime civili?
Gheddafi dice di sì: 64 morti e 150 feriti. Gli Alleati dicono di no: neanche una vittima tra i cittadini comuni. Invece Gheddafi, nella battaglia di Bengasi dell’altro giorno, avrebbe ammazzato 94 persone. La marcia contro questa città sarebbe adesso ferma, mentre ieri si sarebbe ancora combattuto a Misurata, dove infatti gli occidentali intenderebbero compiere altre incursioni per scoraggiare definitivamente il Raiss. Il quale tuttavia non appare minimamente spaventato. Ha distribuito armi ai civili (un milione di fucili, dice) e fatto sapere che i libici sono pronti a mettersi tutti insieme intorno alla sua casa per far da scudo umano alle incursioni nemiche.
• Prima o poi si arrenderà, no?
Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico a Tripoli, ha detto all’Ansa di no. Ieri il Raiss ha anche pronunciato un discorso alla televisione, molto violento, come sempre. «La nostra terra sarà un inferno per voi… Tutto il mondo vede che è in corso una crociata contro il mondo islamico e la Libia in particolare… Barbari… Vi sconfiggeremo, non potete nascondervi dietro i missili e dietro le vostre navi, siamo aggrappati alla nostra terra… Tutto il popolo libico è in armi… Siamo pronti a una guerra lunga e voi non ne avete la capacità… Voi volete il petrolio, ma nostra terra ci è stata da Dio e non ve la lasceremo prendere… Abbiamo subito dei raid e questi sono metodi terroristici, se si combatte si combatte sul terreno con una battaglia e non con gli attacchi di questo tipo… I Paesi cristiani sono dei criminali… Italia, sei una traditrice… Noi vinceremo col partito di Satana contro il partito di Allah…». Questi richiami all’Islam e ad Allah suonano come un appello agli altri paesi della regione. Gheddafi però è stato sempre un dittatore piuttosto laico. Ieri ai sette paesi che formano la coalizione (Usa, Gran Bretagna, Francia, Canada, Italia, Spagna, Danimarca) siè aggiunto anche il Qatar, primo paese musulmano. Un’adesione politicamente significativa. Doha ha mandato quattro aerei, che hanno già sorvolato i cieli libici.
• Perché non lo ammazzano direttamente e non se ne parla più?
Bombardare la residenza di Bal-al-Azizya significa fare un migliaio di morti civili. L’operazione Odyssey Dawn si presenta invece come “umanitaria”. Vertici militari americani hanno ieri precisato che il loro obiettivo non è «necessariamente» cacciare Gheddafi. Una dichiarazione ricca di contenuto diplomatico. Gli otto paesi impegnati nella guerra non hanno la solidarietà completa del resto del mondo. La Lega araba ha protestato per i raid, dicendo che non con questa intenzione avevano autorizzato la no-fly zone. I cinesi e gli indiani hanno espresso “rammarico” (sono ancora morbidi). Idem, di nuovo, i russi. C’è una dichiarazione talebana che invita i libici a resistere, una dura presa di posizione iraniana e un attacco a Obama di Chavez, il presidente del Venezuela. L’Unione africana ha chiesto lo stop immediato di tutte le ostilità. Gli inglesi auspicano che il comando delle operazioni passi al più presto alla Nato.
• L’Italia?
Ha messo a disposizione le sette basi, e ieri da Lucia Annunziata La Russa ha detto che otto nostri aerei sono pronti, a richiesta, per qualunque missione. Frattini ha poi spiegato che l’Italia vuole avere un ruolo non marginale nell’assetto successivo della Libia.
• I libici possono attaccarci?
L’aeroporto di Trapani è stato chiuso al traffico civile. La portaerei Garibaldi, il cacciatorpediniere Andrea Doria e la fregata Euro navigano nel Canale di Sicilia con intenzioni difensive. Fiumicino è stata messa in allarme. Non si sa se Gheddafi sia dotato di armi chimiche. Secondo gli americani avrebbe dieci tonnellate di gas mostarda, ma senza le munizioni che servono all’innesco. In realtà nessuno sa come stanno veramente le cose. Si ha molta paura di qualche gesto isolato, tipo il libico che due anni fa tentò di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano. I gesti isolati sono praticamente impossibili da prevenire. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/3/2011]